Incredibile ma vero: tutta l'industria italiana dell'energia li osanna, ma nel 2008 i rigassificatori (o meglio: il rigassificatore) hanno importato il 36% di gas liquefatto in meno rispetto al 2007.
Apprendo da un articolo di Quotidiano Energia che nel 2008 l'importazione di Gnl in Italia è crollata: -36%, un bel tonfo. Sono i dati forniti dal GiiGnl, l'associazione industriale dei produttori, esportatori e importatori di Gnl.
Gnl, tra l'altro, che proviene tutto dall'Algeria e viene rigassificato tutto nell'unico rigassificatore attualmente presente in Italia: quello di Panigallia, a Porto Venere in provincia di La Spezia.
In pratica sto rigassificatore sarebbe rimasto fermo a girarsi i pollici per un buon terzo dell'anno scorso. Probabilmente il motivo sarà da ricercarsi nel brusco calo dei consumi e del prezzo delle materie prime energetiche.
Mi ricordo, però, che anche quest'anno, come lo scorso e come il prossimo che verrà, c'è stata una puntata della telenovela russo-ucraina che ha intaccato per qualche settimana le riserve italiane di gas naturale.
Eppure, anche col rigassificatore a due terzi della capacità occupata, e con un terzo libero, siamo sopravvissuti. Ora, vorrei sapere, a che serve un rigassificatore (tra l'altro piccolino) se non lo usiamo fino in fondo?
Che senso ha farne altri, due solo in Sicilia, se poi devono girare a vuoto? Con quello che costano ci rifacciamo i bunker delle riserve e continuamo col tubo. Tanto poi il gas ce lo compriamo sempre dai soliti algerini o dai soliti russi. Che tra l'altro sono pure soci da almeno tre anni...
Se è pericoloso, un rigassificatore, non lo so. Se ha un impatto devastante sul territorio non spetta a me dirlo, ma se non serve a niente è inutile che ne parliamo.
Diversificare l'import, così la raccontano...
0 commenti:
Posta un commento