I governatori si preparano alla battaglia: il nucleare non si farà. Anzi sì. Forse. Attacco con tre...


risiko


Mai, mai, scorderai l'attimo, la terra che tremò.




L'aria si incendiò e poi, silenzio.


E gli avvoltoi sulle case sopra la città, senza pietà.




Chi mai fermerà la follia che nelle strade va?


Chi mai spezzerà le nostre catene?


Chi da quest'incubo nero ci risveglierà?


Chi mai potra?











Dovranno venire con i carri armati per imporre le centrali atomiche nella nostra regione”, così Niki il guerriero Vendola si è espresso a poche ore dall'approvazione, da parte del Senato, dell'emendamento che risuscita il nucleare civile in Italia.


Parole da condottiero, quelle del governatore nato sotto le sette stelle di Ostuni: “immaginare la Puglia come una possibile localizzazione per una centrale significa che forse qualcuno vuole regalarci una masseria atomica o un trullo radioattivo. Immaginare nel Salento una centrale nucleare significa avere un formidabile senso dell’umorismo”.


In azione anche i falchi tiratori che, dalla stessa maggioranza, remano contro: tra i governatori contrari a ospitare una centrale anche quello, neoeletto e fino a ieri fedelissimo di Berlusconi, Cappellacci. Dalla Sardegna appena scippata del G8.


In Sicilia, invece, Lombardo (già da tempo dichiaratosi “aperto all'ipotesi”) spinge per il ponte sullo stretto. Ne ha bisogno per attaccare la Calabria con tre carrarmatini e, passando dalla ricca (di royalties) Lucania, conquistare la Puglia per istallare una centrale.


Voci di corridoio, infatti, dicono che tutti vogliono venire a costruire centrali atomiche in Sicilia ma nessuno si vuole fare la sede fiscale nell'isola. Altre voci dicono che ciò sia dovuto proprio alla mancanza del ponte, che impedisce di scaricare dall'Iva i rifiuti tossici in Calabria (dove, ultimamente, si stanno specializzando nell'impresa) e portare i capitali in Lussemburgo.


Jeremy Rifkin, nel frattempo, lamenta la mancanza del ponte che, a suo dire, sarebbe un supporto eccezionale per istallare dei pannelli fotovoltaici parzialmente integrati e godere, in questo modo, dei vantaggi economici del conto energia. Il ponte, infatti, è perfettamente orientato in direzione sud-ovest: la migliore per massimizzare l'irradiamento dei pannelli.


Proprio la mancanza cronica di infrastrutture ha spinto i sindacati, invece, a tirare il freno sul nucleare e a chiedere al Governo di rallentare nell'iter che porterà al ritorno del nucleare.


Cgil, Cisl e Uil (in tre manifestazioni separate, ma contemporanee) si sono recate sotto casa di Berlusconi e hanno esposto (tutte e tre, uguale, ma con colori diversi) uno striscione con su scritto: “Papi non correre”.





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