Enel favorita in Marocco per il termodinamico. Desertec si avvicina

Enel favorita in Marocco per il termodinamico. Desertec si avvicina


Enel Green Power è entrata nella "short list" delle papabili aziende che costruiranno una centrale solare termodinamica in Marocco. Si tratta di un primo stralcio di un progetto per 500 MW di potenza totale installata nel 2015. Il Marocco, in realtà, vuole fare anche di più: entro il 2020 mira a raggiungere i due GW.

I grandi gruppi dell'energia si sono fiondati sull'affare: sono state 19 le società che hanno partecipato alla prima fase di selezione che, in breve tempo, ha portato ad una lista di soli quattro gruppi in gara per realizzare gli impianti solari: un consorzio guidato da Enel Green Power con la spagnola Asc, un altro che vede dentro Mitsui, Abeinsa, Abengoa Solar e Abu Dhabi National Energy, un terzo gruppo formato da Orascom, Solar Millenium e Evonik Steag e, infine, International Company for Water & Power.

Il colossale progetto Desertec, che il ministro marocchino per l'Energia Amina Benkhadra, ha definito “ardito, ma realistico”, fa passi avanti. La tecnologia che verrà utilizzata sarà sostanzialmente gemella di quella utilizzata nel progetto Archimede sperimentato (ma mai portato realmente a termine) a Siracusa da Enel: grandi specchi che concentrano il calore su un tubo all'interno del quale scorrono sali fusi.

Con il calore catturato dai sali si produce il vapore che viene poi inviato ad una classica centrale termoelettrica a ciclo combinato.

Via | Investire Oggi, Enel

Gela: 150 morti di tumore ogni anno per l'inquinamento

Gela: 150 morti di tumore ogni anno per l'inquinamento
Troppi tumori nell'inquinatissima Gela, sede della raffineria dell'Eni e di molte aziende dell'indotto. Il Movimento pro polo oncologico di Gela, che si batte per avere in città un ospedale dedicato ai malati di tumore, ha fatto due conti per ribadire che i numeri non tornano. A detta di Maurizio Cirignotta, presidente del movimento

secondo i dati forniti dal registro tumori Caltanissetta–Ragusa siamo difronte a 4.083 diagnosi per tumori maligni a Gela, dato che si riferisce al solo periodo 2004-2008. Tra il 2004 ed il 2007 i decessi causati da tumori in questa città raggiungono la soglia di 618. Purtroppo il problema non riguarda solo Gela, ma si estende anche ai comuni vicini, da Niscemi a Butera, tutti rientranti in un’area ad alto impatto ambientale

Che Gela sia una bomba ecologica e sanitaria ormai lo sanno tutti: basti ricordare che il petrolchimico è alimentato da una centrale a Pet Coke, che è uno scarto tossico del petrolio che in teoria non potrebbe essere bruciato, o che ci sono ben 500 lavoratori riuniti in un comitato che chiedono si riconosca loro l'indennizzo per il rischio amianto, che al petrolchimico ancora abbonda come ha ammesso persino la locale Azienda Sanitaria Provinciale.

Basta leggere il rapporto Mal'Aria di Legambiente, poi, per scoprire che la raffineria di Gela è la seconda vertenza ambientale per importanza in Italia dopo l'Ilva di Taranto. In una situazione del genere, se proprio non si vuole togliere il male, si potrebbe almeno costruire la cura.

Via | Sicilia Informazioni
Foto | Flickr

iPhone: arriva anche l'App per monitoriare i fiumi



Sembra proprio che l'iPhone sia l'apparecchio preferito dai nuovi ecologisti, visto che è tutto un proliferare di App che servono (?) ad aiutare l'ambiente. Dopo quella che serve a trovare il contenitore più vicino dove buttare il Tetra Pak, dopo quella che fa lo stesso lavoro con l'alluminio, saltando a piè pari quella che ti fa spennare gli uccelli e scannare le tartarughe, oggi parliamo di quella che serve a monitorare lo stato di salute dei fiumi californiani.

Si chiama Creek Watch ed è stata sviluppata da Ibm. Il funzionamento è semplicissimo: ti metti in riva al fiume, fai una foto e rispondi a tre domande sulla quantità di acqua, sulla velocità dell'acqua e sulla quantità di rifiuti presenti in zona. Punto, tutto qua.

I dati raccolti con l'iPhone vengono poi inviati dall'App al California State Water Control Board, un organismo pubblico che si occupa di tutela dei corsi d'acqua. E' abbastanza evidente che lo stesso identico lavoro si può fare anche con altri smartphone o persino senza un super cellulare moderno: si fa la foto e si torna a casa a rispondere via internet alle tre domande.

Ma se questo serve a stimolare un minimo di coscienza ecologista anche nel popolo della mela morsicata ben venga anche Creek Watch. Che questo possa servire ad Apple come stimolo per diminuire l'impatto ambientale dei propri prodotti, però, ci sono seri dubbi: nell'ultima classifica di Greenpeace dedicata alla sostenibilità dei prodotti elettronici di largo consumo, infatti, Apple è crollata in un anno solo dal quinto al nono posto.

Via | Smarter City
Video | YouTube

Diossina a Taranto: l'Ilva sporge querela per un video su YouTube



E' guerra aperta tra l'Ilva di Taranto e Fabio Matacchiera, presidente del Fondo antidiossina di cui vi abbiamo già accennato in passato. L'azienda ha infatti querelato Matacchiera per un video, girato nell'ottobre scorso e diffuso tramite YouTube, nel quale si documenta una grossa fuoriuscita di fumi dai camini dell'acciaieria tarantina.

Il commento del video, fatto dallo stesso Matacchiera, viene reputato dall'Ilva lesivo dell'onore dell'azienda poiché si afferma che i fumi sono fuori controllo. Nel senso che nessuno controlla e l'Ilva fa quel che vuole.

Il video, tra l'altro, è particolare perché girato con il filtro infrarossi della telecamera e permette di vedere la scena in maniera estremamente luminosa. Si vede anche molto bene fin dove si estende la nube che fuoriesce dalle ciminiere.

Biomassa: sul cippato l'Iva è solo del 10%

Biomassa: sul cippato l\'Iva �¨ solo del 10%


Buone notizie per chi riscalda la propria casa con il cippato di legno o con il teleriscaldamento comunale: l'Agenzia delle Entrate si è pronunciata in merito all'Iva da applicare al cippato affermando, una volta per tutte, che essa debba essere fissata al 10%.

L'Aiel, Associazione italiana energie agroforestali e Fiper, Federazione italiana produttori di energia da fonte rinnovabile, che avevano interpellato l'Agenzia per avere chiarimenti, in una nota congiunta spiegano che:

Il cippato a cui viene riconosciuta questa aliquota IVA ridotta può provenire da legname di diverse qualità, deve essere ottenuto attraverso un processo di taglio meccanico di sminuzzatura o cippatura, triturazione o frantumazione, non deve aver subito trattamenti chimici o ulteriori lavorazioni e deve essere destinato esclusivamente alla combustione nonchè alla fornitura e distribuzione di calore ai consumatori attraverso reti di teleriscaldamento

Entrambe le associazioni si dichiarano soddisfatte per quanto deciso dall'Agenzia delle Entrate.

Via | Aiel
Foto | Flickr

Il Wwf contro il Corriere della Sera: abbiamo lottato contro i mondiali di sci Bormio 2005



Dopo l'assegnazione agli enti locali della gestione del Parco Nazionale dello Stelvio il Corriere della Sera, il 23 dicembre, ha pubblicato una lettera firmata dall'economista (e alpinista) Marco Vitale. Una lettera, sostanzialmente, di dolore per quello che Vitale definisce lo "smembramento" del parco.

Nella lettera, però, c'è anche una critica alle associazioni ambientaliste, e al Wwf in particolare, per aver permesso che si devastasse il parco in occasione dei mondiali di sci di Bormio 2005:

Sulla parte lombarda si riversò poi lo scandalo dei Mondiali di sci, nei quali la Regione Lombardia, con una pioggia di denari pubblici in misura almeno doppia se non tripla di quanto era funzionalmente necessario, ha liberato (con l'acquiescenza dei movimenti ambientalisti del Parco stesso in persona dell'ex presidente del Wwf, Osio, e degli organi statali preposti alla tutela dell'ambiente e del paesaggio) tutti i più perversi appetiti e disegni, innestando nella zona un'involuzione paesaggistica, ambientale, culturale, morale, politica, economica, paurosa e forse irreversibile

Mozilla Firefox adotta due panda rossi in estinzione



Come sempre accade in questi casi, quando si leggono certe notizie non si sa mai se si tratta di una buona cosa o di spudorato greenwashing. In questo caso la notizia viene dalla Mozilla Foundation, quella del famoso browser web Firefox.

Firefox che, giusto giusto, significa volpe rossa anche se di panda si tratta. Mozilla, di questi panda rossi, ne ha adottati due perché sono a rischio estinzione. Dopo averli adottati, però, li ha messi in una gabbia e ci ha piazzato sopra le telecamere.

Il risultato è "Firefox Live", una sorta di grande fratello dei panda. In questo modo chiunque volesse sapere cosa fanno dei panda rossi in gabbia può collegarsi in qualunque momento della giornata, scegliere la telecamera e farsi un'idea da solo.

Sul sito web di Firefox Live ci sono anche informazioni su come donare il proprio denaro a varie iniziative di protezione del panda rosso in giro per il mondo. E questa è cosa buona e giusta, ma non era meglio evitare il reality show con i panda in gabbia?

Via | Firefox Live
Video | YouTube

Storie di ordinaria monnezza: la discarica di Orvieto



In questo video realizzato da Wasteemergency per il Coordinamento Orvieto Rifiuti Zero c'è la storia di tutta l'Italia: posti meravigliosi che vengono devastati da una gestione dei rifiuti incorretta e contraria alla normativa vigente. Nello specifico Orvieto ha due discariche, una esaurita e l'altra quasi, e importa rifiuti da altre regioni. Di raccolta differenziata si parla poco, di differenziata porta a porta neanche un po'.

Nel frattempo, però, in discarica finisce il 70% dei rifiuti solidi urbani prodotti, forse anche qualche rifiuto tossico, e il percolato si infiltra nelle alde acquifere mentre le autorità stanno a guardare la montagna di monnezza che cresce ogni giorno di più.

Orvieto, come gran parte dell'Italia, non è in emergenza rifiuti ma in emergenza gestione rifiuti. Che sono due cose ben diverse, come ormai si è capito persino a Napoli. Chi di Orvieto non è ma trova qualcosa di familiare in questo video, molto semplice e ben fatto, sappia che la normalità in cui vive non è affatto così normale come qualcuno racconta.

Via | chiaiaNOdiscarica
Video | YouTube

Agricoltori e allevatori californiani in mostra su YouTube per difendere i pesticidi



Sul sito web knowacaliforniafarmer.com si possono trovare tanti video interessanti sulle grandi aziende agricole californiane e sui loro titolari. E' un sito molto interessante perché mostra, con video che vanno dal semiamatoriale alla produzione pubblicitaria professionale, la vera industria alimentare americana.

Alcuni video, infatti, sono "neutri" e parlano più che altro degli allevatori e degli agricoltori come persone che lavorano. Altri, invece, sono dei veri e propri sfoggi di orgoglio da parte di grandi famiglie che, generazione dopo generazione, hanno convertito la propria attività facendola diventare del tutto industriale. Alcuni video, infine, sono sponsorizzati dalla Western Plant Healt Association, la lobby californiana dei pesticidi e dei fertilizzanti.

Polli in batteria, grandi allevamenti bovini che utilizzano mangimi iperproteici, agricoltori che spargono tonnellate di fertilizzanti e pesticidi (li chiamano, in America, "crop protection tools"). Su knowacaliforniafarmer.com c'è tutto questo. Ed è molto interessante perché anche in Europa moltissimi allevamenti sono simili a quelli americani e ciò dimostra quanto sia lontano oggi il nostro sistema di produzione del cibo dall'originale naturalezza dell'agricoltura e dell'allevamento.

Senza quegli allevamenti e senza quelle immense piantagioni che divorano fertilizzanti saremmo tutti morti di fame? Può essere. C'è molto da fare per ritrovare un minimo di equilibrio tra cibo e natura.

Via | knowacaliforniafarmer.com
Video | YouTube

Le vendite di prodotti biologici crescono a due cifre

Le vendite di prodotti biologici crescono a due cifreA leggere i dati di FederBio i prodotti biologici si vendono molto bene e non conoscono crisi economica. Anzi: le vendite crescono del 12% rispetto all'anno scorso. Erano cresciute del 6,9% nel 2009 e del 5,2% nel 2008. Si tratta di dati riferiti alla vendita dei prodotti biologici nei negozi della grande distribuzione, ma se si passa ai negozi specializzati le cose vanno anche meglio.

Nei supermercati NaturaSì e nei negozi Cuorebio, infatti, si registra un incremento superiore al 15%. FederBio riporta i dati di Ismea-Nielsen che fotografano anche i settori maggiormente in crescita:

A trainare le vendite del biologico, con aumenti compresi tra il 16% e il 20% e un peso sul totale degli acquisti pari al 16%, è il comparto dei cereali e derivati (pasta, pane e sostituti, biscotti, dolciumi e snack), a eccezione del riso che cede l'8,5% sui primi dieci mesi dello scorso anno. Per l'ortofrutta fresca e trasformata, che rappresenta il 22% degli acquisti totali, la crescita, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, è stata del 5,5%, con punte del 76,5% per le melanzane, del 15,2% per le mele e del 11,8% per le zucchine. Le rilevazioni Ismea mostrano, al contrario, riduzioni del 6,4% per i pomodori e del 4,4% per le pere

Medici contro il carbone a Brindisi

medici contro il carbone a BrindisiA Brindisi si muovono anche i medici contro il carbone: il Consiglio dell'Ordine dei Medici brindisino, infatti, ha scritto una lunga nota per ribadire gli enormi rischi per la salute derivanti dall'utilizzo di questo combustibile fossile nella centrale termoelettrica Enel di Cerano. I medici, infatti, scrivono:

Il Consiglio dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Brindisi, dopo aver esaminato le recenti vicende di cronaca in materia ambientale e riconsiderate questioni di vecchia data, esprime preoccupazione per l’impatto sulla salute dei cittadini, in particolare dei bambini, della complessiva situazione ambientale del capoluogo e di alcune aree della provincia. Il grave inquinamento chimico della falda di pertinenza dell’area industriale rilevato dalle caratterizzazioni, ancorché non ancora oggetto di azioni di contrasto e di bonifica, può aver prodotto effetti sanitari nelle aree limitrofe che non risultano essere stati indagati

Ma non solo, perché se la prendono anche con il polo petrolchimico e con le sue strane torce:

La raccolta differenziata porta a porta funziona. A Napoli.



Il Wwf ha appena pubblicato un video su YouTube per dimostrare che buona parte dell'emergenza rifiuti a Napoli è solo una questione di cattive decisioni politiche. Lo dimostra il contrario dell'emergenza, cioè la normalità. Che anche a Napoli esiste, ma solo nei quartieri dove è stata istituita la raccolta differenziata porta a porta.

Porta a porta, tra l'altro, con risultati che vanno dal 50% all'85%. Numeri da profondo nord, lontanissimi dal centro storico napoletano invaso dai sacchetti di plastica.

Il video è molto immediato e semplice, quasi naif. Ma proprio la sua semplicità lo rende efficace e le immagini confermano: dove si fa il porta a porta le strade sono pulite non c'è alcuna emergenza rifiuti.

Via | Wwf
Video | YouTube

Frontiere nucleari: Lituania contro Bielorussia e Russia

Frontiere nucleari: Lituania contro Bielorussia e RussiaEcco un classico esempio di ripercussioni sull'ambiente che valicano le frontiere, e che creano attriti internazionali: la Lituania lamenta la scarsezza delle informazioni fornite da Russia e Bielorussia in merito a due centrali nucleari in progetto. In particolare i lituani affermano che le valutazioni di impatto ambientale non valicano facilmente le frontiere, mentre le radiazioni sì.

Con ordine, partiamo dalla Bielorussia che ha ricevuto, il 7 maggio scorso, parere negativo dal ministro per l'Ambiente lituano perché la valutazione di impatto ambientale transfrontaliero sarebbe stata fatta male. La Bielorussia non avrebbe fornito valide alternative alla scelta del sito vicino la frontiera. La Lituania, insomma, chiedeva che la centrale nucleare si facesse un po' più lontana da casa propria. Il sei dicembre, sempre a detta dei lituani, la Via non era ancora completa e mancavano delle risposte ai quesiti posti ai bielorussi.

Passiamo in Russia, per la precisione nella exclave di Kaliningrad che è praticamente inglobata tra la Lituania e la Polonia. In questo caso la centrale nucleare proposta è a due passi da alcune aree protette dal sistema Natura 2000 e i lituani nutrono forti dubbi sulle ripercussioni delle radiazioni sulla salute pubblica. Sia in caso di incidente nucleare, sia per la normale attività dell'impianto. Anche in questo caso la Russia non ha fornito molte risposte, nonostante le iniziali aperture al dialogo.

La Lituania, a questo punto, ha deciso di rivolgersi all'Unione Europea per far rispettare, per entrambe le centrali in costruzione, gli accordi della Convenzione delle Nazioni Unite sugli Impatti ambientali transfrontalieri. La cosiddetta Espoo. Come mai proprio l'Europa? Semplice: perché è a due passi dagli impianti nucleari progettati da Russia e Bielorussia.

Via | Parlamento Europeo
Foto | Wikipedia

Solare fotovoltaico e solare termico in un solo pannello? Beghelli ci prova

Solare fotovoltaico e solare termico in un solo pannello? Beghelli ci provaPrima o poi qualcuno doveva provare a realizzare un prodotto commerciale che unisse la funzione di un pannello fotovoltaico con quella di uno termico. Ci ha pensato l'italiana Beghelli, che ha da poco messo sul mercato un pannello che produce sia energia elettrica che acqua calda sanitaria.

In realtà, leggendo le poche informazioni presenti sul sito della Beghelli, sembrerebbe che il pannello sia soprattutto fotovoltaico e solo secondariamente termico: l'acqua viene riscaldata raffreddando il pannello. Non è male come idea: i pannelli fotovoltaici amano la luce ma temono il calore, che fa scendere di molto l'efficienza delle celle di silicio. Beghelli afferma che questa soluzione porta l'efficienza dei pannelli al 20%.

Con una serpentina montata dietro le celle, all'interno della quale scorre un liquido termoconduttore, il calore passa dal pannello fotovoltaico all'acqua sanitaria. Ma è solo il calore in eccesso perché la cella fotovoltaica, ovviamente, è opaca e trattiene in superficie il grosso della radiazione. Nei pannelli solari termici tradizionali, invece, il calore del sole viene intrappolato all'interno del pannello stesso e concentrato sul fluido.

Quindi, ad occhio e croce, si potrebbe pensare che l'efficacia del prodotto Beghelli come pannello solare termico sia scarsina, e che l'acqua calda sia poca. E' anche vero, però, che la superficie media di un impianto fotovoltaico è molto maggiore di quella di un semplice pannello termico. Quello che Beghelli non ottiene con la sua soluzione "due in uno", quindi, potrebbe essere recuperato con le maggiori dimensioni.

Via | Beghelli

Fotovoltaico: installati 2 mila MW in Italia

Fotovoltaico: installati 2 mila MW in ItaliaNuovo record del fotovoltaico italiano: dopo aver toccato 100.000 impianti installati, ora arriva a 2.000 MW di potenza complessiva nel paese. Lo ha comunicato il Gse, che gestisce il conto energia con il quale viene retribuita l'energia rinnovabile prodotta dai pannelli fotovoltaici.

Per la precisione, tra primo e secondo conto energia, il Gse ha ricevuto domande di ammissione agli incentivi statali per una potenza complessiva di 2.100 MW. Da notare che il numero di impianti è arrivato a 120.000, mentre solo a fine settembre erano ventimila in meno. La Puglia, come al solito, è la regina con circa 450 MW, mentre la Lombardia resta in testa alla classifica per il numero di impianti in esercizio: 18.500, secondo il Veneto, con 14.320 impianti.

E non è tutto: i dati si fermano al 31 ottobre 2010, gli ultimi due mesi di quest'anno non rientrano ancora nel conto. Secondo il Gse i 3.000 MW potrebbero essere raggiunti. Che anche l'Italia rischi l'overdose come la Francia?

Via | Gse
Foto | Flickr

Nucleare: Fare Ambiente crea i "comitati del sì"

Nucleare: Fare Ambiente crea i \"comitati del sÃ�¬\"L'associazione Fare Ambiente, vicina al Pdl, si sta dando molto da fare per favorire il ritorno al nucleare in Italia. L'ultima idea sono i "comitati del sì", che sono stati presentati sabato scorso durante un convegno al quale hanno partecipato anche il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, il deputato del PDL Alfonso Papa e Paolo Russo presidente della commissione Agricoltura della Camera.

Secondo gli ospiti del convegno i comitati sarebbero necessari per informare gli italiani e capovolgere quanto affermano gli ambientalisti. Secondo Papa, ad esempio, all'"ambientalismo del no" è preferibile

la tartarughina di FareAmbiente che camminando pian piano istruisce i cittadini sulle vere priorita' dell'ecologia, l'ambientalismo radical chic l'Italia non se lo puo' piu' permettere

Traffico: Venezia ama le isole pedonali. Che fanno trent'anni...

Traffico: Venezia ama le isole pedonali. Che fanno trent'anni...La città italiana con la maggior superficie riservata ai pedoni è Venezia. Complice anche la conformazione unica al mondo la città della laguna vince la classifica stilata da Aci e Legambiente in occasione del trentesimo compleanno delle isole pedonali.

Il capoluogo veneto ha ben 487 metri quadrati interdetti al traffico automobilistico ogni cento abitanti, la seconda in classifica è Verbania con meno della metà: 208 metri quadrati. La media nazionale è di 34 metri quadrati, ma è probabilmente errata a causa delle performance delle prime in classifica: già al ventottesimo posto, Sondrio, siamo sotto la media.

In coda le solite del sud, che però forse neanche hanno fornito i dati perché sono tutte a zero metri quadrati per cento abitanti.

Via | Comunicato stampa Aci-Legambiente
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Una App per iPhone aiuta a riciclare il Tetra Pak

Una App per iPhone aiuta a riciclare il Tetra PakVi ricordate l'applicazione per iPhone che aiuta gli americani a riciclare l'alluminio? Ora ne arriva un'altra, questa volta italiana, che serve per trovare i contenitori dove gettare il Tetra Pak: Tiriciclo.

Tiriciclo, in realtà, è anche di più: è un sito web che contiene informazioni su come nasce, e come si ricicla, il Tetra Pak. Ma anche notizie sul riciclo dei contenitori per alimenti e, ovviamente, la mappa aggiornata dei cassonetti riservati a questo materiale.

Interessanti anche le Faq, che rispondono alle domande basilari sui materiali riciclati ma anche a quesiti più complessi, come nel caso di alcuni aspetti economici del riciclo che rendono più o meno conveniente chiedere al cittadino un determinato comportamento piuttosto che un altro.

Via | Chi lo avrebbe mai pesato

705 comuni italiani hanno regolamenti per l'edilizia sostenibile

705 comuni italiani hanno regolamenti per l'edilizia sostenibileSecondo il rapporto On-Re, stilato da Legambiente in collaborazione con Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l'Edilizia), sono già più di settecento i comuni che si sono dati da fare per l'edilizia sostenibile. 705 comuni, per la precisione, che hanno un regolamento per raggiungere obiettivi di sostenibilità come il risparmio energetico, la diminuzione delle emissioni di CO2 dal riscaldamento, il recupero delle acque piovane e l'utilizzo dei materiali riciclati nell'edilizia.

506 comuni, ad esempio, prevedono nei loro regolamenti l'isolamento termico degli edifici; 531 comuni hanno un obbligo, o un incentivo, relativo all'installazione di impianti energetici da fonti rinnovabili (dal solare termico ai pannelli fotovoltaici); 353 comuni affrontano il tema, troppo spesso sottovalutato, dell'orientamento degli edifici e della schermatura delle case con gli alberi.

I parametri considerati nel rapporto sono veramente molti. Se volete sapere se il vostro comune è fra quelli virtuosi non vi resta che cercarlo nel rapporto On-Re 2010.

Via | Legambiente
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Ispezione Ue anche per l'emergenza rifiuti siciliana

Ispezione Ue anche per l\'emergenza rifiuti siciliana?Dopo aver visitato Napoli e la sua monnezza, la Commissione europea si avvia a visitare la Sicilia e la sua munnizza. Julio Garcìa Bugués, membro della Direzione Generale della Commissione europea, ha inviato nei giorni scorsi una lettera all'associazione Symmachia di Adrano, in provincia di Catania, nella quale afferma di aver avviato un'indagine per accertare se la Sicilia sia in regola con le direttive europee sui rifiuti.

L'associazione catanese aveva inviato all'Ue un dossier e la documentazione fotografica per mostrare "il degrado ambientale, persino in aree protette come il Parco dell’Etna, le continue vessazioni e le condizioni di disagio per i cittadini, a causa del continuo stato di emergenza nei Comuni dell’ATO CT 3 Simeto Ambiente”.

E l'Europa, a quanto pare, quel dossier se lo è letto per bene e ha deciso di intervenire. Alla Symmachia, ovviamente, esultano:

L’intervento dell’Europa sia un chiaro segnale per tutti perché si metta fine a questo disastro attendiamo fiduciosi anche il riscontro della Procura perché vengano accertate tutte le eventuali responsabilità

Via | Symmachia
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Jeremy Rifkin: "La terza rivoluzione industriale può iniziare in Sicilia"



Alcuni giorni fa è stata presentata, a Palermo, l'iniziativa Fred: Forum regionale per l'energia distribuita. Vi partecipano l'industria, il sindacato, i consumatori e il Cetri, Centro europeo per la terza rivoluzione industriale. Quella di Jeremy Rifkin, per capirci. Proprio Rifkin ha voluto essere virtualmente presente alla presentazione del Fred, inviando un videomessaggio nel quale spiega le potenzialità della generazione distribuita dell'energia rinnovabile in Sicilia:

Uno studio molto interessante in Sicilia ci da una idea dell’impatto importante che la Terza Rivoluzione Industriale può avere sull’economia locale. Lo studio mostra che se solo il 6,5 percento dei tetti siciliani, residenziali, uffici, capannoni industriali, fossero equipaggiati con pannelli fotovoltaici si produrrebbe quasi il cinquanta per cento del consumo elettrico in Sicilia oggi. Questi pannelli fotovoltaici permetterebbero in altre parole ai cittadini e consumatori siciliani di “fare da se” per quasi la metà dei loro consumi elettrici. Ma c’è di più. Coprire il solo 6,5 percento dei tetti siciliani oltre a fornire quasi la metà dell’energia, produrrebbe anche un giro d’affari per le piccole e medie imprese siciliane di circa 6 miliardi di euro e un reddito supplementare per le famiglie e le imprese variabile fra i 25 e i 35 miliardi di euro per vent’anni"

Un Rifkin nuovamente economista, quindi. Ma anche un po' politico nelle sue parole immediatamente successive:

Gli Stati Uniti ci riprovano: il lupo grigio non sarà più protetto?

Gli Stati Uniti ci riprovano: il lupo grigio non sar�  pi�¹ protetto?


Il lupo grigio non sarebbe più in estinzione negli Stati Uniti. Anzi, sta così bene che si può tornare a dargli la caccia. Almeno così la pensa qualcuno a Washington. Secondo quanto riporta l'Huffington Post, infatti, un dipendente del Dipartimento degli Interni avrebbe ammesso che il governo federale lancerà la proposta di togliere il lupo grigio dalle spece protette entro aprile, nella speranza di vederla approvata per fine 2011.

Non è la prima volta che un governo statunitense fa questo tentativo: negli ultimi sette anni ci hanno provato tre volte. L'ultimo era stato George Bush, ma l'allora appena eletto Barack Obama aveva congelato la proposta.

Ora si torna a parlare dell'argomento, senza però aver mai affrontato la vera questione di fondo: è vero che il lupo grigio è in ripresa, ma solo nelle poche aree protette dove è stato reintrodotto. Prima dello sterminio dei lupi ad opera dei cacciatori, però, questo animale popolava tutto il grande nord americano.

Via | Huffington Post
Foto | Flickr

Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Shell e Northern Petroleum continueranno le trivellazioni nel Canale di Sicilia

Shell e Northern Petroleum continueranno le trivellazioni nel Canale di SiciliaChe il decreto che vieta le trivellazioni off shore entro le 12 miglia nautiche dalle aree marine protette (e cinque miglia dalle coste non protette) del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non sarebbe servito quasi a nulla, lo avevamo già previsto. Oggi arriva la conferma.

Northern Petroleum, che da mesi scandaglia il Canale di Sicilia in cerca di petrolio e gas naturale, ha rilasciato un comunicato nel quale afferma chiaramente che le norme volute dalla Prestigiacomo non cambiano di una virgola le attività dell'azienda. Il grosso delle quali, ovviamente, è oltre quelle cinque-dodici miglia vietate:

As previously reported, the legislation banning most of the drilling within up to 12 nautical miles off the coast, and not deepwater drilling as has been incorrectly reported elsewhere, has had only a small effect on the Company's assets. Most of Northern's permits and applications are in deeper water and further offshore

Grand Hotel Chenrobyl

Grand Hotel CernobylStanco della solita vacanza a Sharm? Ancora indeciso tra crociera, Natale sulla neve o relax nel mega resort di lusso? Non ne puoi più di agriturismi e turismo rurale? Hai finito le città d'arte? Vuoi una dritta per poter dire, in occasione del cinepanettone dell'anno prossimo, "io ci sono stato"? Ecco il posto che fa per te: Chernobyl!

Ebbene sì: la meta turistica più figa è quella che non ti aspetti. Viktor Baloga, ministro delle Emergenze ucraino, lavora da parecchio al progetto e garantisce che i lavori per trasformare il sito nucleare colpito dal più grande disastro atomico della breve, ma intensa, storia dell'uranio in una meta turistica sono quasi finiti e da gennaio la centrale sarà visitabile dai turisti.

Certo, avessero finito con qualche settimana d'anticipo il botto di capodanno sarebbe stato assicurato, ma per San Valentino ci dovrebbero arrivare. Ovviamente gli ucraini garantiscono che non c'è pericolo: dopo un quarto di secolo le radiazioni sono tornate sotto i livelli di rischio e la gita è una botta di salute.

Sperano, ovviamente, di scrollarsi di dosso il marchio di località off limits e di portare un po' di liquidità all'economia locale. In Italia, ultimamente, ci sono molti estimatori dell'atomo che potrebbero essere interessati. Consigliamo la meta turistica, prima di tutti, a Umberto Veronesi: se proprio non si può coricare con le scorie radioattive, almeno non dovrà più sognarle.

Altrettanto consigliata è per Sivlio Berlusconie i suoi (in attesa di sapere quanti sono), che ha fortissimamente voluto il ritorno italiano al nucleare. E poi a Chicco Testa, del Forum Nucleare, che avrà modo di parlare di atomo ieri, oggi e domani, con chi ne capisce più di noi.

E, last but not least, alla casalinga di Voghera. Il viaggio lo offriamo noi, se serve ad aprire gli occhi agli italiani.

Via | Travel.biz
Foto | Flickr

Il Tar della Puglia dice sì alla centrale Italgest a biomasse oleose di Lecce

Il Tar della Puglia dice sì alla centrale Italgest a biomasse oleose di LecceEnnesimo impianto di produzione di energia rinnovabile da biomassa appeso al filo dei giudizi della giustizia amministrativa: questa volta è la centrale a biomasse oleaginose Italgest di Lecce, che è stato da poco riautorizzata dal locale Tar.

L'impianto, infatti, era stato bocciato dalla Regione Puglia poichè la società proponente non aveva dimostrato in tempo utile di poterlo approvvigionare di materia prima a filiera corta, raccolta entro i 70 chilometri. Ma, secondo il Tar, questo tempo utile imposto dalla Regione era troppo poco. Come ben racconta il BelPaese:

La Conferenza dei servizi convocata a Bari, lo scorso 10 agosto, boccia l’istanza presentata dall’imprenditore Paride De Masi che, secondo la stessa amministrazione, non ha adeguatamente e tempestivamente dimostrato la sostenibilità dell’alimentazione dell’impianto con biomasse provenienti da filiera corta (da recuperarsi, cioè, entro il raggio di 70 km e per almeno il 40% del fabbisogno combustibile) secondo i criteri richiamati dalla Legge regionale n. 31 del 2008. La società di produzione di energia rinnovabile, per dimostrare quanto richiesto, deposita un accordo quadro siglato con Coldiretti che però non convince la Regione: si chiede a Italgest, così, di consegnare una documentazione integrativa entro il 20 luglio 2010. L’avvocato Damiani sostiene che, entro il termine previsto, l’impresa abbia consegnato la maggior parte dei contratti di fornitura di biomasse oleose con i coltivatori della zona. Il 10 agosto, giorno in cui la Regione boccia la richiesta di De Masi, la società consegna gli ultimi contratti richiesti (per una fornitura totale pari a 15mila tonnellate).

Era, quindi, questione di un solo giorno. Il Tar, però, dice che non c'era alcuna fretta di decidere. Considerato l'episodio simile, ma inverso, della centrale a biomasse siciliana che ha ottenuto un maxi rimborso per i ritardi della Regione Sicilia nel decidere sul da farsi, per non parlare della ormai famosa centrale a biomasse del Mercure, viene quasi da ridere: l'Italia non ha la più pallida idea su cosa fare e cosa decidere sulle biomasse, ogni regione sceglie per sé e, puntualmente, sbaglia.

Via | BelPaese
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Legambiente e gli affari di Cutrifiano



Ricordate la vicenda del parco fotovoltaico ad inseguimento solare di Cutrofiano, proposto da Legambiente e AzzeroCO2? Abbiamo già raccontato delle forti polemiche che sta sollevando e dato spazio alla risposta di Legambiente. Ora, però, un servizio dell'emittente Tele Rama (emittente televisiva salentina che porta avanti, oltre ad una guerra aperta al fotovoltaico a terra, anche una curiosa battaglia per il Salento regione indipendente dal resto della Puglia) aggiunge pepe alla questione.

Il servizio, va detto, è fatto molto bene. Va a scavare nella compagine societaria che ha proposto il parco fotovoltaico a Cutrofiano mettendo in evidenza soprattutto un fatto: a costruire fisicamente e gestire il parco sarà Exalto, una società che ha per presidente Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e direttore responsabile della rivista QualEnergia. Ma anche componente del Comitato Scientifico di Legambiente.

Altro proprietario di Exalto è Mario Gamberale, che è sia in AzzeroCO2 che nel già citato Comitato Scientifico. I guadagni del parco, quindi, andranno a due uomini di Legambiente, ma non a Legambiente stessa. Questo non è piaciuto ad alcuni circoli locali dell'associazione, specialmente al nord Italia. Il risultato di questo giro di nomi e società, si faccia o no il parco, è una frattura in Legambiente che di certo non farà bene all'associazione ambientalista e alla sua immagine.

Via | Tele Rama
Video | YouTube

Anche da Legambiente alcuni consigli per il Natale

Anche da Legambiente alcuni consigli per il NataleCome già fatto da Greenpeace e dal Wwf, anche la terza grande associazione ambientalista, Legambiente, ha pubblicato i suoi consigli per un Natale ecosostenibile. A differenza delle prime due associazioni, però, Legambiente non ha stilato un decalogo.

Oltre ai consigli più classici, come scegliere un albero vero (e con le radici) che si possa ripiantare dopo le feste, addobbarlo con luci a led o a risparmio energetico, scegliere regali fatti a mano o con materiali riciclati, usare per il cenone prodotti alimentari locali e di stagione, preferire le cartoline e gli auguri elettronici a quelli di carta e cartone, ce ne sono alcuni strettamente legati all'attività di Legambiente.

Ad esempio l'iniziativa del "BosCO2 di Natale" che consiste in un contributo economico finalizzato a piantare un albero. Oppure le Coco Christmas di Eugea, che sono delle decorazioni a forma di stelle in fibra di cocco 100% naturali, che contengono semi di zinnia, calendula e cosmos. Si tratta di fiori che attirano coccinelle, farfalle e insetti utili all'agricoltura biologica.

I fiori, però, spunteranno dopo il Natale, in primavera.

Via | Legambiente
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Oggi è il Terra Madre Day di Slow Food

Oggi �¨ il Terra Madre Day di Slow FoodOggi Slow Food festeggia in tutto il mondo il Terra Madre Day, dedicato ai prodotti tipici, agli alimenti biologici, sani e a filiera corta.

Le iniziative sono 1.130 in 125 paesi, Italia inclusa. Si va dai convegni sull'alimentazione alle visite nelle fattorie e nei campi, dalle festicciole della trippa agli appuntamenti nelle scuole dedicati ai bambini.

Nel nostro paese ci sono molte iniziative da seguire, le trovate tutte a questo indirizzo. Cercate quella più vicina a voi.

Se invece siete proprio dei buongustai e volete approfondire la conoscenza con il buon cibo locale, e fare amicizia a tavola, vi conviene direttamente andare a cercare il "convivium" di Slow Food più vicino nella vostra regione. L'indirizzo giusto, in questo caso, è questo.

Via | Slow Food
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Referendum acqua: i privatizzatori si appellano alla Corte Costituzionale

Referendum acqua: i privatizzatori si appellano alla Corte Costituzionale


Nei giorni scorsi i promotori del referendum contro la privatizzazione dell'acqua hanno ricevuto l'ok della Corte di Cassazione sulla validità delle oltre 1.400.000 firme raccolte per ottenere la consultazione popolare. Ne servivano un terzo, ma evidentemente gli italiani sentono che il tema è molto importante.

Di oggi la notizia che il comitato dei contrari al referendum, cioè quelli che sono favorevoli alla gestione privata delle risorse idriche, si vogliono appellare alla Corte Costituzionale per capovolgere l'esito della raccolta firme e del conteggio.

Secondo loro (che si fanno chiamare "Acqua Libera Tutti") le firme raccolte dai promotori (che invece si chiamano "Acqua Bene Comune") per difendere l'acqua pubblica non sarebbero state raccolte in modo corretto:

Natale ecologico, i consigli del Wwf

Natale ecologico, i consigli del WwfDopo aver letto i consigli di Greenpeace per un Natale più verde, ora tocca a quelli del Wwf. L'associazione ambientalista ha stilato anche quest'anno la sua serie di indicazioni minime per limitare l'impatto ambientale di questa festa così importante e così consumistica.

Come per Greenpeace, anche per il Wwf i consigli sono dieci:

1. Albero “locale” o artificiale ‘di riciclo’
2. Luminarie a basso consumo (www.eurotopten.it)
3. No a piatti, bicchieri e posate usa e getta (www.improntawwf.it)
4. Niente foi gras, caviale o aragoste (www.wwf.it/pesca)
5. Più prodotti locali e di stagione, poca carne (www.improntawwf.it)
6. Preferisci l’Italia a mete lontane e il treno all’aereo (www.wwf.it/vacanze)
7. Non regalare specie esotiche o prodotti derivati, alimentano il commercio illegale
8. Shopping in bici o con mezzi pubblici, muniti di sporte riutilizzabili (www.portalasporta.it)
9. Elettrodomestici e apparecchi tecnologici solo se “efficienti” (www.eurotopten.it)
10. Regala prodotti biologici, del commercio equo e solidale, a basso impatto ambientale e sociale o
adotta una specie a rischio su www.wwf.it/adozioni

Via | Wwf
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Nucleare: crolla un tetto per neve a Flamanville

Nucleare: crolla un tetto per neve a FlamanvilleLa sfiga perseguita le centrali nucleari francesi: l'ultimo problema è stato registrato nei giorni scorsi alla centrale di Flamanville, nel nord del paese. A causa dell'abbondante neve c'è stato un crollo parziale al tetto di un edificio, per fortuna non nel cuore dell'impianto che ospita il reattore nucleare.

Il problema, invece, è proprio che non si capisce cosa ci fosse dentro quell'edificio: secondo l'Autorità francese per la sicurezza nucleare non vi era materiale radioattivo, ma secondo "The voice of Russia" sotto quel tetto crollato c'erano scorie radioattive a bassa intensità. Difficile dire chi abbia ragione, ma poco cambia.

Un tetto che crolla per neve non è comunque una bella scena in un sito nucleare: anche se fosse vero che non c'è stata fuga di radiazioni è anche vero che una parte di una centrale nucleare è stata costruita male. Ciò non vuol dire che anche le parti più delicate lo siano, ma il vecchio detto che le centrali nucleari sono il posto più sicuro al mondo va a farsi benedire.

Salgono, invece, le quotazioni delle ipotesi assai meno ottimistiche sulla qualità delle cosiddette opere civili all'interno delle centrali nucleari made in France.

Via | China Radio International, The Voice of Russia
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Inceneritore di Trento: chi c'è dietro

Inceneritore di Trento: chi c\'�¨ dietro


Dietro ogni inceneritore c'è sempre un grande affare. Lo è stato per quello di Acerra, lo potrebbe essere per quelli siciliani (che l'attuale governatore Raffaele Lombardo ha definito "l'affare del secolo"), lo sarà anche per quello di Trento. Per dimostrarlo ora c'è un dossier, curato dall'associazione Ecce Terra.

Nel documento si legge l'intricato fascio di interessi pubblici-privati che sta dietro l'affare inceneritore: la politica regionale, provinciale e comunale, la Chiesa, A2a, Enercop, Caritro e Dolomiti Energia tutti insieme nel solito gioco di matrioske e scatole cinesi che portano al triste risultato che controllori e controllati sono gli stessi:

L’inceneritore, costruito e gestito da o per conto di Dolomiti Energia, sarebbe quindi controllato da un soggetto nella cui compagine sociale sarebbero presenti, al medesimo tempo, quelli che dovrebbero decidere e subire le tariffe di conferimento, quelli che dovrebbero controllare ed essere controllati, quelli che dovrebbero comminare e subire le sanzioni, pagarle ed incassarle, oltre a quelli che distribuirebbero, ma nello stesso tempo incasserebbero, i dividendi

A perderci, ovviamente, sono i cittadini che si troverebbero con il solito inceneritore sovradimensionato costretto a importare rifiuti da fuori regione per stare in piedi. Non prima di aver ucciso la raccolta differenziata, come succederebbe anche nel caso di un altro grande inceneritore in progettazione al nord Italia, quello di Parma.

Il dossier di Ecce Terra, consigliatissimo, è a questo indirizzo.

Via | Ecce Terra
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L'Unione Europea tra soli dieci anni potrebbe essere a trazione elettrica

L\'Unione Europea tra soli dieci anni potrebbe essere a trazione elettricaEntro dieci anni si potrebe centrare l'obbiettivo storico di dire addio al petrolio per la mobilità personale. Ne è convinto Shai Agassi, Ceo di Better Place, l'azienda che ha inventato il sistema di cambio al volo delle batterie al litio delle auto elettriche che impiega poco più di un minuto per sostituire l'accumulatore.

Agassi ha fatto questa dichiarazione durante la nona annual lecture dell'European Parliament's Science and Technology Options Assessment (STOA), che si è tenuta ieri. Il tema dell'incontro era chiarissimo: "Options for an oil-free future", le scelte da fare per un futuro libero dal petrolio.

Il vice presidente dello Stoa, Silvana Koch-Mehrin, ha aperto il convegno ponendo un deciso accento sui potenziali benefici di un cambiamento: dai motori a combustione interna a quelli completamente elettrici.

Cancun, la Cina apre sui tagli alla CO2: miracolo o bufala?

Conferenza di Cancun Cina


Alla conferenza di Cancun la Cina apre ai tagli alle emissioni di CO2 e spiazza tutti. E tutti cercano di capire come, e perché, il gigante asiatico sia stato fulminato sulla via di Damasco. Con la Cina non si scherza, si sa...

Iniziamo a capire cosa promette Pechino: accordi vincolanti, ma su base volontaria e se tutti gli altri grandi emettitori , Stati Uniti in testa, si accodano. Altrimenti niente accordi e niente tagli all'anidride carbonica. Dopo un decennio buono di chiusura totale ad ogni forma di lotta ai cambiamenti climatici la Cina si scopre paladina dell'anti global warming?

Difficile da credere, ma è una speranza alla quale tutti si trovano costretti ad aggrapparsi. E la Cina ci guadagna: a guidare i negoziati, a questo punto, diventa lei con un clamoroso cambio di fronte. Tutto questo, guarda caso, proprio mentre Obama l'americano deve fare i conti con la nuova maggioranza repubblicana, che di tagli alle emissioni non ne vuole proprio sapere.

In Emilia Romagna nuove regole per il fotovoltaico

In Emilia Romagna nuove regole per il fotovoltaicoL'Assemblea Regionale dell'Emilia Romagna ha approvato ieri la delibera che regolamenta la localizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da pannelli fotovoltaici.

Si tratta di uno stralcio delle Linee guida regionali, che ancora si attendono e che conterranno le regole anche per eolico, biomassa, biogas e idroelettrico. Le nuove linee guida non valgono per gli impianti già autorizzati e per quelli attualmente in fase di autorizzazione.

Per il fotovoltaico a terra la Regione prevede ora diverse tipologie di aree, con diversi livelli di tutela in base alla presenza di vincoli di natura paesaggistica e ambientale e alle caratteristiche del territorio.

Per gli impianti fotovoltaici sugli edifici, invece le nuove regole non pongono limiti: i pannelli solari potranno essere installati sugli edifici esistenti purché venga rispettata la normativa di tutela degli immobili storici e di pregio e norme di sicurezza sismica.

Nel caso in cui non si possa installare l'impianto sul tetto lo si potrà fare anche sul suolo, ma fino a 20 KW e solo per l'autoconsumo.

Via | Regione Emilia Romagna
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Enel e Coldiretti si mettono insieme per le agroenergie a filiera corta

Enel e Coldiretti si mettono insieme per le agroenergie a filiera corta


Che la produzione di energia rinnovabile sia una prospettiva economica importante per l'agricoltura italiana, ormai in crisi cronica e strutturale, se n'è accorto anche il più piccolo dei contadini. Il problema, però, è come tradurre in realtà le belle parole che si dicono ai convegni senza snaturare l'agricoltura e l'agricoltore.

Ci provano Enel Green Power e Coldiretti, con una joint venture. Il progetto prevede la nascita di una serie di società-progetto finalizzate a sviluppare filiere corte di biomassa solida di origine agricola. Detta semplice: accordi tra chi produce cibo, e scarti agricoli, e chi vuol produrre energia elettrica dagli scarti agricoli.

Il problema, però, è sempre cosa si intenda per "filiera corta": non ci dobbiamo dimenticare cosa propone Enel in Calabria, per la centrale a biomasse forestali del Mercure. E qui, onestamente, non si capisce cosa Enel e Coldiretti vogliano fare. Leggendo il comunicato stampa congiunto, infatti, si apprende che

Prezzo della benzina e prezzo del petrolio, per Natale torna il trucco...

Prezzo della benzina e prezzo del petrolio, per Natale torna il trucco...Ci risiamo: arrivano le feste e il prezzo della benzina torna a salire. Oggi, con un barile a 90 dollari, la benzina alla pompa supera 1,45 euro al litro. Non era così cara da settembre 2008.

Con una piccola differenza: nel settembre 2008 il barile superava i 105 dollari, ben 15 in più di oggi, ed era in pieno rally lanciato verso quota 150 dollari. Anche oggi il petrolio è in salita, ma ciò non basta a giustificare un prezzo identico a due anni fa.

Tutto questo in un paese, l'Italia, che è schiavo del petrolio e non ha incentivi statali per le auto a basso consumo, come le ibride, o per le auto elettriche, che di petrolio non ne consumano proprio. E, ciliegina sulla torta, ha uno dei trasporti pubblici peggiori dell'Unione Europea.

Sul perché il prezzo del petrolio e quello della benzina non vadano quasi mai di pari passo ci sono mille teorie, tutte in parte ma non completamente giuste. Facendo la somma dei vari fattori, però, il risultato è sempre quello: il nostro paese è troppo in ritardo e troppo legato al petrolio.

Via | Italia-News
Foto | Flickr

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Sarah Palin uccide un caribou in un reality show e scoppiano le proteste



Sarah Palin, ex candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti e attuale leader del Tea Party, ha scatenato l'ira dei movimenti anti caccia di mezzo mondo: durante una puntata del reality show "Sarah Palin's Alaska", che la vede protagonista in tv, imbraccia un fucile, lo punta contro un grosso carubou e lo ammazza.

Scene di caccia dal grande nord, che non sono piaciute a nessuno. Oltre al lato ecologista, animalista e anti caccia, le proteste arrivano anche da altri movimenti e associazioni perché, in sostanza, la scena di caccia è stata inserita per aumentare lo share di un reality show rivelatosi un fiasco.

La Palin's si difende con i soliti argomenti pro caccia:

A meno che non abbiate mai indossato un paio di scarpe di cuoio, non abbiate mai seduto su un divano di pelle o mangiato una bistecca in vita vostra, potete mettere da parte le vostre critiche. Io rimarrò orgogliosamente intollerante dell'ipocrisia dei movimenti anti caccia

Il che, considerato che quel caribou non è stato ucciso per farne bistecche, scarpe o divani ma audience non ha alcun senso.

Via | L'Essenziale
Video | YouTube

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La Francia blocca per tre mesi gli incentivi statali al fotovoltaico

La Francia blocca per tre mesi gli incentivi statali al fotovoltaico


Gli incentivi statali francesi per l'energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici sono troppo generosi? Forse sì, visto che il governo, guidato da Francois Fillon, ha deciso di sospenderli per tre mesi e, nel frattempo, di ridurli con una nuova legge ad hoc. Per fortuna, però, si tratta solo degli incentivi statali per gli impianti fotovoltaici superiori ai 3 KW di potenza e quindi il fotovoltaico domestico è salvo.

Le associazioni ambientaliste francesi non l'hanno presa bene, ma il governo si trova a fronteggiare un boom di impianti che inizia a pesare sulla bolletta elettrica dei francesi. Aggiungete la crisi economica e la frittata è fatta: tutta la Francia stringe la cintura, compresa quella fotovoltaica.

Gli incentivi, per la precisione, ammontano alla corposa cifra di 58 centesimi di euro al KWh. Gli impianti installati, invece, ammontano a 850 MW stimati per fine 2010, con circa 4000 MW di richieste di autorizzazione. Quella degli incentivi statali al fotovoltaico, quindi, è una partita non solo italiana.

Curioso, invece, il lasso di tempo che si è preso il governo francese per trovare la quadra al problema: appena tre mesi. Pensando che l'Italia ci ha messo sette anni per scrivere le linee guida per le fonti rinnovabili, con conseguente proliferazione senza regole certe, viene quasi voglia di andare in Francia a installare pannelli solari. Anche senza incentivo...

Via | Eco dalle città
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Energia nucleare, il Kyoto Club lancia un appello al governo

Energia nucleare, il Kyoto Club lancia un appello al governoSe Legambiente dice no all'energia nucleare con un piccolo sfottò a Umberto Veronesi, il Kyoto Club preferisce la petizione online. La petizione, dal titolo "Invece del nucleare", è anche un appello al Governo affinché riveda la scelta del ritorno al nucleare per il nostro paese.

L'appello, tra l'altro, si basa su considerazioni anche economiche: produrre energia elettrica nelle centrali nucleari costa, anche più che produrla dal carbone o dal gas naturale. Il Kyoto Club, per dire ciò, cita uno studio del Mit, il Massachusetts Institute of Technology, che ha valutato il costo dell’elettricità da nucleare in 8,4 c$/kWh. Per arrivare a questa cifra il Mit include nei costi anche il decommissioning, cioè lo smantellamento delle centrali e la gestione (praticamente eterna) delle scorie nucleari.

Il Mit, in pratica, calcola anche i costi nascosti che i nuclearisti non calcolano mai arrivando facilmente ad un costo per KWh molto più basso. Solo che qualcuno il nucleare lo dovrà pagare anche, e soprattutto, quando verrà dismesso. Un sacco di soldi, che secondo il Kyoto Club potrebbero essere investiti meglio.

"Invece del nucleare", quindi, si dovrebbero mettere i fondi nella ricerca, nell'efficienza energetica e nelle energie rinnovabili. Se anche voi la pensate come il Kyoto Club, andate a firmare la petizione a questo indirizzo.

Via | Kyoto Club

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Legambiente sfotte Veronesi: "Buonanotte nucleare!"

Legambiente sfotte veronesi: buona notte nucleare


Legambiente si supera e porta sotto il Ministero per lo Sviluppo Economico persino Winnie the Pooh. La protesta-blitz dell'associazione ambientalista, che oltre al peluche ha portato anche un letto matrimoniale, deriva dall'infelice frase pronunciata pochi giorni fa dal neoeletto presidente della neo-non-nata Agenzia per la Sicurezza nucleare, professor Umberto Veronesi.

Veronesi aveva detto che le scorie nucleari sono così poche, e così sicure, che se le sarebbe potute tranquillamente potute mettere in camera da letto. Legambiente, che ultimamente è più fantasiosa che mai nei suoi blitz, lo ha preso di parola e ha portato sotto il Ministero una bella camera da letto. Solo che, al posto del pigiama, gli attivisti avevano tuta e maschera antiradazioni.

Sui comodini, realizzati in materiale riciclato (due fusti di scorie radiattive), c'erano sveglia e lampadina. In caso il professore avesse bisogno di leggere qualcosa per prendere sonno. Chi lo sa, magari un manuale di fisica nucleare, capitolo "decadimento radiattivo"...

Via | Comunicato stampa Legambiente

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Class action dei verdi contro l'Ilva di Taranto

Class action dei verdi contro l\'Ilva di TarantoAncora guai per l'Ilva di Taranto: dopo le decine di denunce civili da parte dei residenti del quartiere Tamburi, che lamentano una caduta del valore delle proprie abitazioni a causa dell'inquinamento, ora arriva la class action sponsorizzata dai Verdi.

Il partito ecologista mette a disposizione il pool legale per la causa, sperando che ciò permetta anche agli assai poco facoltosi abitanti del quartiere che ospita l'acciaieria Ilva di aderire all'azione giudiziaria. Azione che, se dovesse andare in porto, potrebbe fruttare tre miliardi di euro di risarcimento. Per partecipare alla class action i cittadini devono compilare un modulo:

Compilando questo modulo, manifesto la mia intenzione a costituirmi parte civile nell'eventuale processo penale che si aprirà a carico degli indagati, al fine di esercitare in quella sede un'azione di risarcimento per tutti i danni da me subiti a cagione delle condotte contestate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto

L'ultima azione clamorosa contro l'Ilva di Taranto era stato il blitz di fine novembre degli attivisti di Legambiente che esposero l'eloquente striscione "Ci siamo rotti i Polmoni". A quello striscione Fabio Riva, titolare dello stabilimento, rispose che si trattava di una menzogna pronunciata da "avvoltoi" e che l'Ilva era un gioiello di tecnologia.

Via | Puglia News
Foto | Flick

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Google scopre mega giacimento geotermico in Virginia

Google scopre mega giacimento geotermico in Virginia


Google continua ad investire nelle energie rinnovabili alternative al petrolio, al gas naturale e al carbone. L'ultimo di questi investimenti è quello fatto in Virginia, negli Stati Uniti, dove il colosso del web ha finanziato una ricerca sulla geotermia della Southern Methodist University con un sostanzioso assegno da 481.500 dollari.

Soldi spesi molto bene, visto che i ricercatori hanno scoperto che il potenziale geotermico della Virginia è il 78% più alto del previsto. E, quindi, economicamente molto interessante anche per uno stato che produce energia in gran parte con le centrali a carbone. Ora si dovrà capire come e quanto si potranno sfruttare le risorse geotermiche che, dalla nuova stima, si pensa potrebbero arrivare a 18.890 MW di energia all'anno. Il tutto a impatto zero sul clima, senza emissioni di CO2.

Non è la prima volta che Google spende per le rinnovabili: da ricordare i 200 milioni di dollari investiti nello sviluppo dell'eolico off shore e l'organizzazione del premio per la mobilità sostenibile, andato ad una bizzarra funicolare a pedali.

Via | Inhabitat
Foto | Flickr

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Wikileaks: senza accordo con la Cina Obama boicottò Copenhagen

Wikileaks: senza accordo con la Cina Obama boicottÃ�² CopenhagenGiunge da Wikileaks la conferma che il fallimento del vertice sul clima di Copenhagen sia stato causato dagli Stati Uniti, a causa del mancato accordo con la Cina sulla riduzione delle emissioni di CO2 in entrambi i paesi. Lo riporta il Guardian, confermando quanto già si intuiva dall'atteggiamento dei delegati dei due stati sia a Copenhagen che, in questi giorni, a Cancun.

Il vero vertice sul clima, in realtà, si era tenuto ben prima: a Singapore, ed era ovviamente bilaterale tra i due giganti dell'economia e delle emissioni. Non essendo stato trovato l'accordo a Singapore, per il rifiuto della Cina, Barack Obama diede mandato ai suoi delegati di seguire le indicazioni della grande industria americana: nessun passo indietro sulle emissioni, nessun passo avanti per il clima.

E' evidente, a questo punto, che neanche il vertice di Cancun può portare a nulla: non è stato preceduto da un accordo tra Cina e Usa. E, sinceramente, ce ne eravamo accorti anche senza Wikileaks...

Via | Guardian
Foto | Flikr

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Agenzia nucleare, Ecodem alla riscossa contro Veronesi: "è incompetente"

Agenzia nucleare, Ecodem alla riscossa contro Veronesi: \"Ã�¨ incompetente\"Gli Ecologisti Democratici, in sigla Ecodem, ogni tanto tornano alla riscossa per dire qualcosa di ecologista. Questa volta il bersaglio è la neo-non-nata Agenzia per la sicurezza nucleare diretta da Umberto Veronesi, uno dei cui membri è stato bocciato dal Parlamento. Si tratta di Michele Corradino, il capo di gabinetto del Ministero per l'Ambiente, che faceva parte della lista originale di candidati approvata dal Consiglio dei Ministri.

Corradino, molto probabilmente, sconta la fedeltà politica a Stefania Prestigiacomo, già bastonata qualche mese fa quando tentò di inserirsi nella partita nucleare italiana. Secondo gli Ecodem, invece

la bocciatura in Parlamento della nomina del capo di Gabinetto del Ministro dell’Ambiente a membro dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare è l’ennesima conferma dell’improvvisazione con cui il Governo cerca di procedere sulla via del ritorno all’atomo

Ovviamente ce n'è anche per Umberto Veronesi:

molti dubbi suscitano anche le recenti dichiarazioni del Presidente dell’Agenzia Veronesi, secondo il quale le scorie radioattive non sono pericolose perché ‘al momento è una piccola quantità che viene vetrificata, sigillata e quanto rimane vienesotterrato’, arrivando persino ad offrire la sua camera da letto come deposito. Se la sicurezza del progetto nucleare italiano per i prossimi sette anni è nelle mani di un grande oncologo che però non ha alcuna competenza in materia di energia nucleare e secondo il quale le scorie radioattive non sono un problema, il problema vero ce l’hanno tutti gli italiani

In effetti la questione scorie nucleari è un pelino più complessa di come la racconta Veronesi. Ma è giovane, fresco del ruolo, imparerà.

Via | Ecodem

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Ma quale nimby, è malapolitica: dossier del Wwf sulle grandi opere incompiute

Ma quale nimby, è malapolitica: dossier del Wwf sulle grandi opere incompiute


E se non fosse poi così vero che gli ambientalisti sono dei gran rompiballe che sanno solo dire no? E se, invece, in Italia non si muove foglia e non si chiude un cantiere per colpa di qualcun altro? A quanto pare è così, a leggere il dossier "Nimby? No grazie" curato da Stefano Lenzi, responsabile Settore legislativo Wwf Italia.

Il dossier, che trovate a questo indirizzo, è corto ma abbastanza tecnico. Non di facile lettura ma assolutamente interessante perché parte da quello che, secondo l'associazione ambientalista, sarebbe il peccato originale delle grandi opere italiane: la legge italiana. Si legge nel dossier:

Il primo problema è che il Primo Programma delle infrastrutture strategiche (Delibera CIPE n. 121/2001) è troppo ambizioso - considerati anche i costi e i tempi di realizzazione che continuano rispettivamente a lievitare e a dilatarsi in maniera incontrollata - e non è sostenuto da un piano economico-finanziario credibile

Le grandi opere, quindi, forse son troppo grandi persino per un grande paese come l'Italia. Ne derivano, a catena, una serie di problemi e incongruenze politico-amministrative che hanno bloccato i cantieri, puntualmente messe in evidenza anche dalla Corte dei Conti:

Cenone di Natale: sorvegliano i Carabinieri, pizzicati i primi furbetti

Cenone di Natale: sorvegliano i Carabinieri, pizzicati i primi furbettiAnche quest'anno, per Natale, torna in scena la solita lotta tra guardie e ladri dell'agroalimentare di qualità. Le feste sono occasione ghiotta per godersi i migliori prodotti della tavola, meglio se Doc, Dop, Igp. Meglio ancora se di agricoltura biologica e a filiera corta. E, meglio di tutto, se non sono taroccati. Purtroppo i furbi di sto periodo fioccano come la neve al nord, solo che sono ben diffusi anche al centro e al sud. Andiamo per provincia, in base alle operazioni dei Nuclei Antifrodi Carabinieri del Ministero delle politiche agricole.

Salerno: 12 centri commerciali controllati, con i rispettivi titolari denunciati per frode in commercio. Vendevano olio di oliva scaduto, pesce in cattivo stato di conservazione e privo di etichette, 229 confezioni di prodotti ortofrutticoli senza etichette e certificazione sulla rintracciabilità.

Roma: i Carabinieri hanno scoperto alcuni imprenditori del settore olivicolo che vendevano olio di semi trattato alla clorofilla spacciandolo per olio extra vergine di oliva.

Venezia: è stato deferito il titolare di un ristorante che vendeva come extravergine di oliva dell’olio che in realtà era di sansa di oliva trattato. In provincia di Monza e Brianza, presso una ditta di commercio all’ingrosso di prodotti agroalimentari, sono stati sequestrati prosciutti con falsi marchi Dop.

I furbi, quindi, non mancano. Occhi aperti e, in caso di dubbio, chiamate i Carabinieri dei Nac: 800 020 320, è gratis.

Via | Ministero Politiche Agricole
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Il Vaticano favorevole agli ogm?

Il Vaticano favorevole agli ogm?
Piccolo giallo sul Vaticano che sarebbe, o forse no, favorevole agli alimenti Ogm. Tutto nasce dal documento 'Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo', sintesi dei lavori della settimana di studio tenutasi alla Pontificia Accademia delle Scienze dal 15 al 19 maggio dell'anno scorso. Il documento, però, è stato pubblicato solo pochi giorni fa e contiene alcune aperture agli ogm, ritenuti utili per combattere la fame nel mondo.

Il problema, però, è l'attribuzione della paternità di tale pensiero pro-ogm: la stampa, in molti casi, ha affermato che il documento conteneva la voce del Vaticano sugli ogm. Il Vaticano, a sua volta, smentisce per bocca di Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede:

La settimana di studio si svolse con la partecipazione di 40 studiosi, sette dei quali accademici pontifici, mentre gli altri esperti partecipanti erano esterni. Tale documento non deve essere considerato come statement della Pontificia Accademia delle scienze, poiché l'Accademia come tale, che conta 80 membri, non è stata consultata su di esso, né è in programma una tale consultazione

In altre parole: in Vaticano qualcuno è favorevole agli ogm, ma non è la posizione ufficiale del clero sull'argomento. Le reazioni, ovviamente, non sono mancate. Sergio Marini, presidente di Coldiretti, ha tirato un sospiro di sollievo:

Gli ambientalisti contro la terza pista di Malpensa

Gli ambientalisti contro la terza pista di MalpensaIl progetto di costruire una terza pista a Malpensa, per rimediare agli errori commessi nel passato nella costruzione delle prime due, non va giù alle associazioni ambientaliste: Fai e Wwf, già nel giugno scorso, avevano lanciato l'allarme. Ora si aggiungono Legambiente, Italia Nostra, Lipu e i comitati “Salviamo il Ticino”. Tutte insieme le associazioni hanno inviato un esposto alle autorità coinvolte nel progetto per spiegare le proprie ragioni.

Venticinque punti in totale per difendere un'area protetta: la nuova pista, infatti, ridurrebbe le dimensioni dell’area del Parco Lombardo della Valle del Ticino, tutelato dall’Unesco in quanto considerato un serbatoio di biodiversità importantissimo per il nord Italia. Le associazioni specificano che

La terza pista di Malpensa infatti si estenderebbe a sud dell'attuale aerostazione, portandosi a ridosso del fiume Ticino e della stupenda località di Tornavento, cancellando l'ultima brughiera superstite in quello che fino a pochi decenni fa era un vasto territorio di estremo interesse naturalistico. Inoltre i decolli dalla nuova pista determinerebbero un impatto intollerabile su preziosi Siti di Interesse Comunitario (SIC) compresi nel Parco del Ticino, come la preziosa ansa fluviale di Castelnovate, uno dei tratti più suggestivi del fiume azzurro, e le foreste della Brughiera del Dosso. Associazioni, comuni e privati hanno promosso osservazioni e studi che evidenziano una realtà ben diversa da quella dagli ottimistici rapporti di SEA, e che è sotto gli occhi di tutti gli utenti dell'aerostazione

In Russia la prima banca dell'uranio

In Russia la prima banca dell\'uranioAnche se qualcuno afferma che l'uranio è abbondante e non ci sarà mai scarsità, con conseguente aumento del prezzo, a quanto pare le cose non stanno proprio così. Altrimenti non si spiegherebbe la nascita, in Russia, della prima banca dell'uranio per rifornire gli impianti nucleari.

Creata da RosAtom, in seguito ad un accordo tra il governo russo e la Agenzia internazionale dell'energia atomica, la banca dell'uranio nasce per contenere 120 tonnellate di materiale fissile. Un quantitativo sufficiente a ricaricare due volte un reattore ad acqua leggera da 1000 MW. L'uranio, onde evitare il rischio che a qualcuno venga voglia di "svaligiare la banca", ha un arricchimento sotto il 5%. Solo usi civili, quindi.

Come afferma la stessa RosAtom la banca servirà a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti per gli stati che non sono dotati di impianti di arricchimento. Magari anche per una futura Italia nucleare, se mai realmente ci sarà, visti i buoni rapporti tra Putin e Berlusconi. Con buona pace di chi afferma che il nucleare rende indipendenti, quindi, è assai probabile che oltre che per il gas naturale l'Italia diventi dipendente dalla Russia anche per l'energia nucleare.

Via | RosAtom, Nuclear News
Foto | Flickr

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