Tutte le bugie di Lombardo sulle rinnovabili

Sul canale YouTube di Raffaele Lombardo c'è la visione del governatore siciliano sulle rinnovabili. E un sacco di balle... 

Delle peripezie nucleari di Raffaele Lombardo vi ho già parlato in un altro post. Oggi, invece, voglio parlarvi delle peripezie rinnovabili del presidente, che non sono da meno.

Il video che vedete è stato caricato su YouTube nelle settimane scorse dallo staff di Lombardo. Lo stesso staff che gestisce, in maniera devo dire esemplare, il tecnicamente ottimo blog del governatore. Bene, in quel video che dura poco più di quattro minuti e mezzo c'è tutta la visione di Lombardo sulle rinnovabili.

Molto comodo, il tempo di una sigaretta e sai cosa pensa il presidente della Regione Sicilia su un tema così complesso e spinoso.

Su un altro blog ho già messo in luce come e quanto Raffaele Lombardo ami le rinnovabili se, e solo se, portano lavoro agli operai della forestale siciliani. Lavoro precario, ovviamente. Qui, invece, voglio approfondire descrivendo le idee del governatore su eolico e fotovoltaico.

Lombardo afferma che i "macro impianti" eolici e fotovoltaici devastano il paesaggio e non portano una lira in saccoccia ai poveri siciliani. Lombardo, poi, afferma che gli impianti eolici fanno troppo rumore per essere tollerati da persone e, persino, animali.

Per esperienza personale posso affermare che le pale eoliche disturbano non gli animali ma gli uomini e, tra l'altro, il problema non è affatto il rumore...


Per quanto riguarda il fotovoltaico, invece, il buon Raffaele cita il caso emblematico dei muretti a secco Ragusa che, secondo lui, sarebbero stati "devastati da qualche grande impianto autorizzato prima".
Tutto ciò è assolutamente falso perchè l'autorizzazione all'ormai famoso impianto ragusano, quello criticato da Sgarbi e Striscia, è stata data il 10 febbraio 2009. A firmarla, quindi, è stato un uomo di Lombardo...

Per quanto riguarda i muretti, invece, sono stati ricostruiti come prevedeva proprio l'autorizzazione firmata dall'uomo di Lombardo di cui sopra


Va da sé che anche le affermazioni pronunciate da Lombardo sul fatto che si è soliti colare il cemento o la ghiaia sotto i pannelli fotovoltaici per evitare che vi cresca l'erba è una minchiata di dimensioni olimpiche: l'erba è ben voluta e spesso addirittura piantata perchè tiene bassa la polvere che sporcherebbe i pannelli, facendoli produrre meno energia.

Altrettanto una minchiata è la cifra dei 500 ettari di impianto fotovoltaico: per fare un megawatt dal sole servono tra i 3 e i 5 ettari (tre se i pannelli sono fissi a terra, cinque se sono sugli inseguitori). Con 500 ettari, quindi, si farebbe un impianto tra i 100 e i 166 megawatt di potenza.

Voglio ricordare al presidente della Regione siciliana, che evidentemente in un campo fotovoltaico non ci ha messo mai piede in vita sua, che il più grande impianto italiano (quello Enel di Montalto di Castro) è da 6 Mw. Il più grande in costruzione in Italia è da 26 Mw (a Roma, Sun Ray Renewable Energy) e il più grande al mondo è da 60 Mw (Olmedilla de Alarcón in Spagna).

Caro Raffaele, sta scritto pure su Wikipedia...

Di contro, secondo  i tetti fotovoltaici o gli impianti di mini eolico (che lo stesso Lombardo ammette di non sapere neanche quanto sono alti) porterebbero ai siciliani soldi e felicità.

Cosa anche possibile, ma se lo dice Lombardo comincio a non crederci più...

P.S. avete notato che nel video Lombardo non parla di rifiuti e termovalorizzatori?

Sicilia, guai per Enel e Edipower?

L’Autority per la Concorrenza ha seri dubbi sul comportamento di Enel ed Edipower: avrebbero mantenuto artificiosamente alto il prezzo dell’energia in Sicilia.

enel-edipower-inchiesta-concorrenza 

Non c’è niente di più complesso e difficile da spiegare del mercato “libero” dell’energia. Ma è bene provarci perchè, a quanto pare, qualcuno potrebbe aver approfittato della sua complessità per farci la cresta.

Enel ed Edipower, qualche giorno fa, si sono viste recapitare una bella letterina da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, il 27 gennaio scorso, ha deciso di aprire una inchiesta sul comportamento delle due aziende in Sicilia.

Le due big dell’energia, che producono rispettivamente il 51% e il 19% dell’energia siciliana, avrebbero approfittato della loro posizione dominante e della specificità delle infrastrutture energetiche siciliane per tenere alti i prezzi dell’energia nell’isola e guadagnare molto, troppo, di più.

Ovviamente ancora è tutto da verificare, e non sarà facile perchè, come dicevo, parliamo di un mercato complesso è che ha fortissimi vincoli strutturali.

E’ la stessa Autorità a spiegare i meccanismi:

Dal punto di vista della formazione dei prezzi all’ingrosso dell’energia  elettrica, il territorio nazionale è suddiviso in zone, identificate dai principali  limiti di transito che caratterizzano la rete di trasmissione nazionale. Quando i  flussi di energia che sarebbero necessari ad eguagliare il prezzo di due zone  confinanti risultano superiori ai limiti di transito tra le due zone, esse si  “separano” e i prezzi zonali assumono valori differenti, al fine di eguagliare  domanda e offerta delle due zone separatamente.

Cioè: se nella zona A il prezzo è più alto della zona B, aumentando l’offerta nella zona A si abbassano i prezzi. L’offerta si aumenta facendo passare energia attraverso gli elettrodotti da una zona all’altra. Ma se l’elettrodotto è saturo, non si può fare e le due zone risultano “isolate”.

La Regione Sicilia, in particolare, è una delle zone in cui è divisa la rete di  trasmissione nazionale. Al suo interno esiste un polo limitato di produzione di  energia elettrica, costituito dal polo produttivo di Priolo-Gargallo.  Nel corso del 2008 e del 2009, il prezzo zonale della Sicilia si è differenziato da  quello del polo limitato di Priolo in un numero estremamente limitato di ore. Il  polo di Priolo si è quindi “separato” dalla Sicilia solo raramente; insieme essi  formano la c.d. macrozona Sicilia.  Al contrario, nel corso del 2008 e del 2009 il prezzo zonale siciliano è stato  differente da quello delle zone del Continente cui la Sicilia è direttamente  collegata in circa 2/3 delle ore, nelle quali la Sicilia è risultata “separata” dal  Continente. Nelle ore in cui la Sicilia è risultata separata dal Continente il  prezzo è stato pari al doppio circa di quello registrato in assenza di separazione.

Tutto questo perchè, tra Sicilia e Calabria, c’è solo l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi. Un collegamento insufficiente per far passare molta elettricità da nord a sud e abbassare i prezzi in Sicilia.

Il problema, però, non starebbe solo nei limiti strutturali perchè Enel Produzione (EP), cioè la società di Enel che possiede le centrali elettriche, nel trimestre oggetto dell’indagine (novembre 2008-gennaio 2009) avrebbe prodotto volutamente di meno rispetto alle sue possibilità per abbassare l’offerta e far salire i prezzi. Tanto poi, dal Sorgente-Rizziconi, non si poteva far passare sufficiente elettricità per rimettere tutto a posto:

Secondo l’analisi dell’AEEG, in questo trimestre EP avrebbe trattenuto capacità disponibile in poco meno di un terzo dei giorni del trimestre. Il trattenimento si sarebbe concentrato nelle ore di picco e nei giorni festivi nei mesi di novembre e dicembre 2008, e nelle ore fuori picco e nei giorni festivi nel mese di gennaio 2009.

Cioè Enel poteva produrre, ma non lo ha fatto volutamente “trattenendo” circa 100 Mw per ogni centrale elettrica a ciclo combinato turbogas-vapore (CCGT). Per fare ciò ha messo in atto il cosiddetto “trattenimento economico”: offre sì l’energia sul mercato, ma ad un prezzo talmente alto che nessuno la comprerebbe mai.

Quanto alto? L’Autorità parla di 200 euro al Mw/h. Nessuno comprerebbe l’elettricità a quel prezzo. E infatti nessuno l’ha comprata…

Tutto questo avrebbe causato un notevole aumento del prezzo dell’energia elettrica in Sicilia:

Le differenze di prezzo osservate, comprese tra il 27% e il 39%, possono quindi essere attribuite al trattenimento di capacità da parte di EP. È possibile concludere, quindi, che il trattenimento di capacità effettuato sui propri CCGT abbia consentito a EP di ridurre l’offerta disponibile al fine di aumentare i prezzi.

Un prezzo superiore tra il 27% e il 39%, producendo meno, non è male come guadagno.

Ricapitoliamo il meccanismo ipotizzato dall’Autorità: Enel piazza sul mercato centinaia di megawatt a un prezzo assurdo per non farseli comprare. In tal modo, non avendoli venduti, non li produce e la potenza disponibile in Sicilia scarseggia. Dalla Calabria si importa quel che si può, ma non basta a far scendere i prezzi che restano più alti della media nazionale. In tal modo Enel produce poco ma guadagna molto.

Si tratterebbe, quindi, di un classico caso di abuso di posizione dominante. Abuso, precisiamolo, effettuato nel cosiddetto Mercato del giorno prima (MGP). Il MGP consiste nell’insieme di contrattazioni effettuate il giorno prima di produrre fisicamente l’energia e che, ovviamente, dipende molto dai prezzi di offerta. Se oggi mi vendi l’energia a buon prezzo per domani la compro, altrimenti la importo da fuori regione. Trucchetti e cavi a parte…

L’istruttoria nei confronti di Edipower, invece, è diversa: il 19% di potenza disponibile in Sicilia è parecchio, ma non basta per fare un giochetto simile a quello che avrebbe fatto Enel.

I comportamenti sospetti di Edipower, oltre al MPG, ci sarebbero stati anche nel Mercato dei servizi di dispacciamento (MSD). Si tratta di un mercato che si fa in tempo reale, in base alle richieste di energia del momento: se l’energia contrattata nel MGP non dovesse bastare, chi produce si inserisce nel MSD vendendo a Terna che, poi, si preoccupa di distribuire l’energia dove serve per non far crollare la rete elettrica. Serve, in pratica, per evitare i black out.

Come spiega l’Autorità:

A valle di MGP prende avvio il mercato dei servizi di dispacciamento (di seguito MSD), a cui è abilitato a partecipare un sottoinsieme degli impianti attivi su MGP, che gode di particolari caratteristiche tecniche. Su MSD, il gestore della rete di trasmissione nazionale, Terna S.p.A. (di seguito Terna), si approvvigiona delle risorse necessarie a: risolvere le congestioni della rete all’interno di ciascuna zona; predisporre adeguati margini di capacità di riserva secondaria e terziaria di potenza di generazione; garantire il bilanciamento tra immissioni e prelievi di energia, sia “a programma”, che “in tempo reale”. Sulla base della costante giurisprudenza comunitaria e nazionale, il mercato della vendita all’ingrosso dell’energia elettrica – di cui MGP è parte – è un mercato distinto da quello dei servizi di dispacciamento o MSD.

Possibilissimo, quindi, che la stessa energia elettrica della stessa centrale venga venduta nella stessa giornata a prezzi differenti se viene venduta sul MSD piuttosto che sul MGP.

Il comportamento scorretto di Edipower sarebbe stato messo in atto dai cosiddetti “toller”. Per capire cosa è un “toller” attingo all’ottimo sito di Quagliarella & Associati:

Il contratto di tolling è quel contratto per il quale un soggetto (toller) fornisce combustibile ad un altro soggetto (processor), che gestisce la centrale elettrica; il processor riconsegna al toller l’energia prodotta, utilizzando il combustibile fornito, a fronte del pagamento da parte del toller di un prezzo per l’utilizzo della centrale (tolling fee); di prima battuta prodotto contro energia.
La funzione del contratto è quella di ripartire i rischi, connessi all’attività di produzione dell’energia elettrica, fra i due soggetti: il toller si assume il rischio delle variazioni di prezzo del combustibile e del prezzo dell’energia elettrica, un rischio commerciale; mentre il processor mette a disposizione la capacità produttiva della sua centrale, trasformando il combustibile in energia: un rischio tecnico e produttivo. La tolling fee non è commisurata al prezzo dell’energia prodotta, ma ad un corrispettivo fissato nel contratto che va a remunerare l’attività di trasformazione; il toller si assume quindi il rischio dell’andamento dei prezzi del combustibile.

Chi sono i toller di Edipower? Sono alcune società di vendita di energia elettrica appartenenti allo stesso gruppo industriale di Edipower (Edison). In particolare tali toller sono: A2A Trading, Alpiq, Edison Trading e Iride Mercato.

Tutta gente di cui mi sono occupato in passato

Attingo direttamene al sito Edipower:

Nel Tolling Agreement, ogni Toller, in base alla propria quota di competenza (corrispondente alla quota di partecipazione azionaria detenuta), fornisce, trasporta e consegna a Edipower il combustibile da trasformare in energia elettrica. L'energia elettrica generata dagli impianti di Edipower viene collocata sul mercato da ciascun Toller in base alla propria quota di competenza indipendentemente dalle scelte degli altri. Edipower si impegna a realizzare i programmi di produzione in funzione delle indicazioni fornite dai Tollers.

Secondo l’Autorità per la Concorrenza, però, tutti i toller di Edipower si sarebbero messi d’accordo per “chiedere” all’azienda una minore quantità di energia (sempre per mantenere alti i prezzi):

Le evidenze a disposizione conducono pertanto a ritenere che i toller abbiano posto in essere, in prima approssimazione sul MGP, ma probabilmente anche sul MSD, un’intesa restrittiva ai sensi dell’articolo 101, paragrafo 1, del TFUE. Il trattenimento di capacità osservato dall’AEEG potrebbe essere il frutto di un’attività di coordinamento riguardante il funzionamento di tutti gli impianti di generazione di Edipower sul territorio nazionale, e quindi anche le macrozone Nord e Sud. I livelli particolarmente alti del prezzo zonale nella Macrozona Sicilia, osservati anche nel corso di tutto il 2008 ed del 200918, suggerisce di accertare la sussistenza di un eventuale accordo tra i toller in una prospettiva temporale più ampia del periodo preso in esame dall’AEEG, comprendente almeno gli anni solari 2008 e 2009.

In buona sostanza, se per Enel si tratterebbe di abuso di posizione dominante, per Edipower e i suoi toller si tratterebbe di un vero e proprio “cartello”:

L’intesa in esame appare avere un potenziale particolarmente restrittivo in quanto riguarda una restrizione grave della concorrenza consistente nel coordinamento orizzontale tra i toller volto ad influenzare le quantità e i prezzi
di vendita dell’energia elettrica, in un contesto di mercato – in particolare quello della macrozona Sicilia - caratterizzato da un elevato grado di concentrazione, nonché da condizioni di scarsità di offerta rispetto al fabbisogno.

Tale cartello, come fa notare l’Autorità, sembrerebbe facilitato dal fatto che tutti i toller appartengono, in varie percentuali, alla stessa “grande famiglia”:

L’ipotesi di un coordinamento tra i toller è avvalorata anche dai legami azionari esistenti tra gli stessi. In particolare, Alpiq Holding S.A., che detiene una partecipazione del 20% in Edipower, è posseduta per il 25% da EDF – la quale insieme ad A2A controlla Edison - e per il 5% da A2A. A2A e Iride, inoltre, sono soci di una società che cura l’approvvigionamento del gas anche per gli impianti Edipower.

Insomma, la questione è assai complicata ma, a leggere bene le due istruttorie dell’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato, i dubbi sono quasi delle certezze.

Fino ad oggi, però, l’unica cosa certa è che in Sicilia l’energia elettrica costa molto di più che nel resto d’Italia

Erosione costiera Vs Archeologia 1-0

Bastano pochi metri di cemento per distruggere 2600 anni di storia…

Non ha molto a che fare con i temi che tratto solitamente su questo blog, ma mi sembra utile pubblicarlo anche qui.

Il post originale l’ho pubblicato su Ecoblog.

Sicilia: le due facce del fotovoltaico e il pannello per guadagnare di più

Arriva anche la terza azienda produttrice di pannelli fotovoltaici nell'isola. Ma nel frattempo il rapporto dei siciliani con le rinnovabili è sempre ambiguo. I politici locali, poi...


Per prima ci ha pensato Moncada Energy. Poi è arrivato il binomio Enel-Sharp. Adesso la filiera fotovoltaica siciliana si arricchisce di un terzo attore. Si tratta dell'azienda ragusana Cappello, nota ai più per la produzione di alluminio e profilati metallici che, a breve, dovrebbe inaugurare una fabbrica di pannelli fotovoltaici.


Nell'attesa, ha già calato il jolly presentando alla stampa un brevetto che potrebbe fare gola a molti: si tratta di un pannello fotovoltaico integrato nelle coperture di alluminio per i capannoni industriali, i magazzini, i depositi o altre grandi strutture civili, artigianali e industriali.

L'idea sembrerebbe banale ma non lo è affatto: avere un pannello integrato permette di godere di incentivi statali molto più ricchi e di ammortizzare in fretta la spesa per l'impianto. E prima l'ammortizzi, prima ci gominci a guadagnare qualcosina...

Il potenziale mercato, già nella sola Sicilia, è enorme. Se consideriamo tutto il paese i numeri crescono notevolmente perchè, a parte il recente caso dell'accordo Enel-Marcegaglia, sono ben pochi gli imprenditori italiani ad aver scelto l'opzione verde per i propri tetti.

Adesso, però, la possibilità di guadagnare prima e di più potrebbe far cambiare idea a qualcuno.

Qualcosa, quindi, si muove persino in Sicilia. Peccato, però, che ci siano ancora forti ostacoli provenienti dal mondo politico e casi estremi come quello di Sgarbi e Striscia la Notizia che hanno portato al blocco di un parco fotovoltaico proprio nel ragusano.

Peccato, infine, che anche nel settore dell'edilizia civile i siciliani ancora stentino a cogliere l'opportunità del tetto fotovoltaico, come ha puntualmente mostrato Armando Fanelli.



Fotovoltaico: ma la Sicilia lo conosce?

E' stata pubblicata la "Relazione delle attività - settembre 2008/agosto 2009" dal GSE, sulla situazione degli impianti fotovoltaici in Italia.

Sicuramente ci sono stati grandi passi avanti grazie all'ottimo sistema incentivante del "Conto Energia", ma quanto il fotovoltaico è percepito dal cittadino, o quanti singoli utenti hanno installato un impianto fotovoltaico?
Provate a chiedere casa per casa, quanti impianti troverete installati?


Vediamo allora quale può essere la risposta a questi quesiti.

Partiamo da un'indagine svolta dall'Istituto Format (per conto di Somedia) intitolato "Enti locali e cittadini di fronte alle rinnovabili" . Da essa risulta che solo il 26,4% dei cittadini italiani conosce (in termini generali) il fotovoltaico.

Possiamo affermare allora che un italiano su quattro conosce la tecnologia fotovoltaica, e se pensiamo che installare un pannello sul tetto della propria casa o condominio dovrebbe essere la prerogativa di ogni cittadino, il dato diventa un po' allarmante.

Ma aggiungiamo un'altra statistica risultante dalla stessa indagine: il 28% degli italiani conosce il nucleare.
Quindi, quelli che conoscono il nucleare sono anche di più di quelli che conoscono il fotovoltaico, eppure non so a quanti potrebbe interessare dover installare un piccolo nocciolo radioattivo nel proprio sgabuzzino.

Ma tutto questo a cosa porta? Torniamo al documento del GSE, osserviamo la tabella sottostante e guardiamo attentamente dove si trova la Sicilia


Prima considerazione: la regione Sicilia si trova al settimo posto per potenza complessiva di impianti fotovoltaici installati

Seconda considerazione: la regione Sicilia si trova al settimo posto per numero di impianti domestici installati

Terza considerazione: la regione Sicilia si trova all'undicesimo posto per numero di impianti di media taglia (industriali) installati

Quarta considerazione: la regione Sicilia si trova al "secondo" posto (dopo la Puglia e insieme alla Calabria) per numero di impianti di grossa taglia (sostanzialmente vendita di energia) installati

La differenza degli impianti domestici (ed anche industriali) da quelli di grossa taglia è che i primi nascono per autoprodurre (quindi un cittadino non paga più la bolletta ma attinge energia dai pannelli installati sul suo tetto), quindi permettono di raggiungere la condizione di "generazione distribuita", mentre i secondi nascono sostanzialmente per vendere energia in rete e sono impianti di taglie mediamente dei 500 kW in su, di solito installati su terra e di solito appartenenti allo stesso elettrofornitore che ci fa arrivare la bolletta a casa, quindi annullando di fatto qualsiasi beneficio per il cittadino.

La Sicilia è la regione italiana con la maggiore superficie (quasi 26.000 kmq) nonché la regione più soleggiata.
Avrebbe tutte le carte in regola per ospitare tutto il fotovoltaico sufficiente ad alimentare tutte le sue abitazioni, industrie ed ospedali, per non parlare del "solare a concentrazione" che a fronte di una piccola superficie occupata, fornirebbe energia a tutto il territorio.

Si trova invece ad essere paradossalmente una regione con impianti domestici installati meno della metà della Lombardia, che è il triplo più fredda.

Invece "stranamente" insieme a regioni come la Puglia e la Calabria (ma guarda un po'…) tiene il primato per grandi impianti, quelli non posseduti dai cittadini, ma quelli di proprietà dei grossi trader, che dopo aver generato energia su ettari di terreno, la devono trasformare da bassa tensione a media tensione (30% di perdite) portarla in rete e farla viaggiare per km (15% di perdite) ritrasformarla in bassa tensione (altro 30% di perdite) e finalmente darcela in bolletta, facendoci pagare tutto ciò che si è perso per strada.

La Sicilia è la prima regione che potrebbe dimostrare cosa significa "generazione distribuita":

- potrebbe acquistare la rete elettrica (ormai antiquata, rada e inefficiente)
- rendersi totalmente indipendente energicamente
- rivendere energia a prezzi convenienti
- evitare così i blackout
- trasformarsi in territorio 100% rinnovabili
- togliersi l'inquinamento da carbone, petrolchimico e combustibili fossili vari
- smettere che si verifichino morti e malattie (vedi Gela e così via…) a causa dell'inquinamento da prodotti chimici e fossili

Ci sono ormai in Europa e nel Mondo tanti esempi (Gussing in Austria, Samso in Danimarca, Schonau in Germania e tanti altri territori e paesi) che hanno raggiunto questa condizione e il punto di partenza è stato sempre e solo l'informazione, la voglia di tutela della propria salute nonché del proprio portafoglio, il desiderio di libertà, di ogni singolo cittadino.
Questo post è stato scritto da Armando Fanelli, autore del blog
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