L’Autority per la Concorrenza ha seri dubbi sul comportamento di Enel ed Edipower: avrebbero mantenuto artificiosamente alto il prezzo dell’energia in Sicilia.
Non c’è niente di più complesso e difficile da spiegare del mercato “libero” dell’energia. Ma è bene provarci perchè, a quanto pare, qualcuno potrebbe aver approfittato della sua complessità per farci la cresta.
Enel ed Edipower, qualche giorno fa, si sono viste recapitare una bella letterina da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, il 27 gennaio scorso, ha deciso di aprire una inchiesta sul comportamento delle due aziende in Sicilia.
Le due big dell’energia, che producono rispettivamente il 51% e il 19% dell’energia siciliana, avrebbero approfittato della loro posizione dominante e della specificità delle infrastrutture energetiche siciliane per tenere alti i prezzi dell’energia nell’isola e guadagnare molto, troppo, di più.
Ovviamente ancora è tutto da verificare, e non sarà facile perchè, come dicevo, parliamo di un mercato complesso è che ha fortissimi vincoli strutturali.
E’ la stessa Autorità a spiegare i meccanismi:
Dal punto di vista della formazione dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, il territorio nazionale è suddiviso in zone, identificate dai principali limiti di transito che caratterizzano la rete di trasmissione nazionale. Quando i flussi di energia che sarebbero necessari ad eguagliare il prezzo di due zone confinanti risultano superiori ai limiti di transito tra le due zone, esse si “separano” e i prezzi zonali assumono valori differenti, al fine di eguagliare domanda e offerta delle due zone separatamente.
Cioè: se nella zona A il prezzo è più alto della zona B, aumentando l’offerta nella zona A si abbassano i prezzi. L’offerta si aumenta facendo passare energia attraverso gli elettrodotti da una zona all’altra. Ma se l’elettrodotto è saturo, non si può fare e le due zone risultano “isolate”.
La Regione Sicilia, in particolare, è una delle zone in cui è divisa la rete di trasmissione nazionale. Al suo interno esiste un polo limitato di produzione di energia elettrica, costituito dal polo produttivo di Priolo-Gargallo. Nel corso del 2008 e del 2009, il prezzo zonale della Sicilia si è differenziato da quello del polo limitato di Priolo in un numero estremamente limitato di ore. Il polo di Priolo si è quindi “separato” dalla Sicilia solo raramente; insieme essi formano la c.d. macrozona Sicilia. Al contrario, nel corso del 2008 e del 2009 il prezzo zonale siciliano è stato differente da quello delle zone del Continente cui la Sicilia è direttamente collegata in circa 2/3 delle ore, nelle quali la Sicilia è risultata “separata” dal Continente. Nelle ore in cui la Sicilia è risultata separata dal Continente il prezzo è stato pari al doppio circa di quello registrato in assenza di separazione.
Tutto questo perchè, tra Sicilia e Calabria, c’è solo l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi. Un collegamento insufficiente per far passare molta elettricità da nord a sud e abbassare i prezzi in Sicilia.
Il problema, però, non starebbe solo nei limiti strutturali perchè Enel Produzione (EP), cioè la società di Enel che possiede le centrali elettriche, nel trimestre oggetto dell’indagine (novembre 2008-gennaio 2009) avrebbe prodotto volutamente di meno rispetto alle sue possibilità per abbassare l’offerta e far salire i prezzi. Tanto poi, dal Sorgente-Rizziconi, non si poteva far passare sufficiente elettricità per rimettere tutto a posto:
Secondo l’analisi dell’AEEG, in questo trimestre EP avrebbe trattenuto capacità disponibile in poco meno di un terzo dei giorni del trimestre. Il trattenimento si sarebbe concentrato nelle ore di picco e nei giorni festivi nei mesi di novembre e dicembre 2008, e nelle ore fuori picco e nei giorni festivi nel mese di gennaio 2009.
Cioè Enel poteva produrre, ma non lo ha fatto volutamente “trattenendo” circa 100 Mw per ogni centrale elettrica a ciclo combinato turbogas-vapore (CCGT). Per fare ciò ha messo in atto il cosiddetto “trattenimento economico”: offre sì l’energia sul mercato, ma ad un prezzo talmente alto che nessuno la comprerebbe mai.
Quanto alto? L’Autorità parla di 200 euro al Mw/h. Nessuno comprerebbe l’elettricità a quel prezzo. E infatti nessuno l’ha comprata…
Tutto questo avrebbe causato un notevole aumento del prezzo dell’energia elettrica in Sicilia:
Le differenze di prezzo osservate, comprese tra il 27% e il 39%, possono quindi essere attribuite al trattenimento di capacità da parte di EP. È possibile concludere, quindi, che il trattenimento di capacità effettuato sui propri CCGT abbia consentito a EP di ridurre l’offerta disponibile al fine di aumentare i prezzi.
Un prezzo superiore tra il 27% e il 39%, producendo meno, non è male come guadagno.
Ricapitoliamo il meccanismo ipotizzato dall’Autorità: Enel piazza sul mercato centinaia di megawatt a un prezzo assurdo per non farseli comprare. In tal modo, non avendoli venduti, non li produce e la potenza disponibile in Sicilia scarseggia. Dalla Calabria si importa quel che si può, ma non basta a far scendere i prezzi che restano più alti della media nazionale. In tal modo Enel produce poco ma guadagna molto.
Si tratterebbe, quindi, di un classico caso di abuso di posizione dominante. Abuso, precisiamolo, effettuato nel cosiddetto Mercato del giorno prima (MGP). Il MGP consiste nell’insieme di contrattazioni effettuate il giorno prima di produrre fisicamente l’energia e che, ovviamente, dipende molto dai prezzi di offerta. Se oggi mi vendi l’energia a buon prezzo per domani la compro, altrimenti la importo da fuori regione. Trucchetti e cavi a parte…
L’istruttoria nei confronti di Edipower, invece, è diversa: il 19% di potenza disponibile in Sicilia è parecchio, ma non basta per fare un giochetto simile a quello che avrebbe fatto Enel.
I comportamenti sospetti di Edipower, oltre al MPG, ci sarebbero stati anche nel Mercato dei servizi di dispacciamento (MSD). Si tratta di un mercato che si fa in tempo reale, in base alle richieste di energia del momento: se l’energia contrattata nel MGP non dovesse bastare, chi produce si inserisce nel MSD vendendo a Terna che, poi, si preoccupa di distribuire l’energia dove serve per non far crollare la rete elettrica. Serve, in pratica, per evitare i black out.
Come spiega l’Autorità:
A valle di MGP prende avvio il mercato dei servizi di dispacciamento (di seguito MSD), a cui è abilitato a partecipare un sottoinsieme degli impianti attivi su MGP, che gode di particolari caratteristiche tecniche. Su MSD, il gestore della rete di trasmissione nazionale, Terna S.p.A. (di seguito Terna), si approvvigiona delle risorse necessarie a: risolvere le congestioni della rete all’interno di ciascuna zona; predisporre adeguati margini di capacità di riserva secondaria e terziaria di potenza di generazione; garantire il bilanciamento tra immissioni e prelievi di energia, sia “a programma”, che “in tempo reale”. Sulla base della costante giurisprudenza comunitaria e nazionale, il mercato della vendita all’ingrosso dell’energia elettrica – di cui MGP è parte – è un mercato distinto da quello dei servizi di dispacciamento o MSD.
Possibilissimo, quindi, che la stessa energia elettrica della stessa centrale venga venduta nella stessa giornata a prezzi differenti se viene venduta sul MSD piuttosto che sul MGP.
Il comportamento scorretto di Edipower sarebbe stato messo in atto dai cosiddetti “toller”. Per capire cosa è un “toller” attingo all’ottimo sito di Quagliarella & Associati:
Il contratto di tolling è quel contratto per il quale un soggetto (toller) fornisce combustibile ad un altro soggetto (processor), che gestisce la centrale elettrica; il processor riconsegna al toller l’energia prodotta, utilizzando il combustibile fornito, a fronte del pagamento da parte del toller di un prezzo per l’utilizzo della centrale (tolling fee); di prima battuta prodotto contro energia.
La funzione del contratto è quella di ripartire i rischi, connessi all’attività di produzione dell’energia elettrica, fra i due soggetti: il toller si assume il rischio delle variazioni di prezzo del combustibile e del prezzo dell’energia elettrica, un rischio commerciale; mentre il processor mette a disposizione la capacità produttiva della sua centrale, trasformando il combustibile in energia: un rischio tecnico e produttivo. La tolling fee non è commisurata al prezzo dell’energia prodotta, ma ad un corrispettivo fissato nel contratto che va a remunerare l’attività di trasformazione; il toller si assume quindi il rischio dell’andamento dei prezzi del combustibile.
Chi sono i toller di Edipower? Sono alcune società di vendita di energia elettrica appartenenti allo stesso gruppo industriale di Edipower (Edison). In particolare tali toller sono: A2A Trading, Alpiq, Edison Trading e Iride Mercato.
Tutta gente di cui mi sono occupato in passato…
Attingo direttamene al sito Edipower:
Nel Tolling Agreement, ogni Toller, in base alla propria quota di competenza (corrispondente alla quota di partecipazione azionaria detenuta), fornisce, trasporta e consegna a Edipower il combustibile da trasformare in energia elettrica. L'energia elettrica generata dagli impianti di Edipower viene collocata sul mercato da ciascun Toller in base alla propria quota di competenza indipendentemente dalle scelte degli altri. Edipower si impegna a realizzare i programmi di produzione in funzione delle indicazioni fornite dai Tollers.
Secondo l’Autorità per la Concorrenza, però, tutti i toller di Edipower si sarebbero messi d’accordo per “chiedere” all’azienda una minore quantità di energia (sempre per mantenere alti i prezzi):
Le evidenze a disposizione conducono pertanto a ritenere che i toller abbiano posto in essere, in prima approssimazione sul MGP, ma probabilmente anche sul MSD, un’intesa restrittiva ai sensi dell’articolo 101, paragrafo 1, del TFUE. Il trattenimento di capacità osservato dall’AEEG potrebbe essere il frutto di un’attività di coordinamento riguardante il funzionamento di tutti gli impianti di generazione di Edipower sul territorio nazionale, e quindi anche le macrozone Nord e Sud. I livelli particolarmente alti del prezzo zonale nella Macrozona Sicilia, osservati anche nel corso di tutto il 2008 ed del 200918, suggerisce di accertare la sussistenza di un eventuale accordo tra i toller in una prospettiva temporale più ampia del periodo preso in esame dall’AEEG, comprendente almeno gli anni solari 2008 e 2009.
In buona sostanza, se per Enel si tratterebbe di abuso di posizione dominante, per Edipower e i suoi toller si tratterebbe di un vero e proprio “cartello”:
L’intesa in esame appare avere un potenziale particolarmente restrittivo in quanto riguarda una restrizione grave della concorrenza consistente nel coordinamento orizzontale tra i toller volto ad influenzare le quantità e i prezzi
di vendita dell’energia elettrica, in un contesto di mercato – in particolare quello della macrozona Sicilia - caratterizzato da un elevato grado di concentrazione, nonché da condizioni di scarsità di offerta rispetto al fabbisogno.
Tale cartello, come fa notare l’Autorità, sembrerebbe facilitato dal fatto che tutti i toller appartengono, in varie percentuali, alla stessa “grande famiglia”:
L’ipotesi di un coordinamento tra i toller è avvalorata anche dai legami azionari esistenti tra gli stessi. In particolare, Alpiq Holding S.A., che detiene una partecipazione del 20% in Edipower, è posseduta per il 25% da EDF – la quale insieme ad A2A controlla Edison - e per il 5% da A2A. A2A e Iride, inoltre, sono soci di una società che cura l’approvvigionamento del gas anche per gli impianti Edipower.
Insomma, la questione è assai complicata ma, a leggere bene le due istruttorie dell’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato, i dubbi sono quasi delle certezze.
Fino ad oggi, però, l’unica cosa certa è che in Sicilia l’energia elettrica costa molto di più che nel resto d’Italia…
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