Dimmi cosa mangi e ti dirò quanta CO2 emetti

Dimmi cosa mangi e ti dirÃ�² quanta CO2 emettiIl Wwf, in collaborazione con l'Università della Tuscia e la II Università di Napoli si è inventato il "carrello della spesa virtuale" per sapere a quanta CO2 emessa in atmosfera corrisponde la nostra spesa alimentare.

Iniziativa sicuramente curiosa, dal valore scientifico magari non eccelso visto che si va per forza per generalizzazioni e grandi categorie, ma certamente interessante. Specialmente come primo approccio al consumo consapevole ed ecologico, magari per i ragazzi.

In pratica si tratta di una pagina web in Flash con una sorta di giochino: tra le varie categorie trascini nel carrello i prodotti alimentari fino alla fine della spesa. Poi rispondi a poche domande e, alla fine, ottieni il tuo scontrino con la quantità di CO2.

Conferenza Cop 16 di Cancun, si parte. Ma dove arriverà?

Conferenza di Cancun, si parte. Ma dove arriverà?
La nuova speranza nella lotta ai cambiamenti climatici si chiama Cop 16 di Cancun. Ma, onestamente, non è una grande speranza. I leader del mondo sono arrivati ieri nella cittadina messicana per partecipare alla conferenza, portandosi dietro crisi economiche, crisi politiche, documenti rivelati dagli hacker e quanto altro può remare contro il buon esito di questi dieci giorni di lavori sul clima.

Il pessimismo, dopo la fallimentare conclusione della conferenza di Copenaghen, è il punto di partenza: troppi problemi sono ritenuti prioritari rispetto al clima dall'attuale classe politica in mezzo mondo. Forse solo i paesi africani, alle prese con la deforestazione e la desertificazione, hanno qualche stimolo in più. Ma tra i centoventi presenti contano assai poco.

Jurassic Park Vs Global Warming

Jurassic Park Vs Global WarmingCi sono uomini ai quali piacciono le grandi sfide. Sergei Zimov è uno di questi: sta cercando di combattere il global warming bloccando lo scioglimento del permafrost in Siberia. E lo sta facendo in un modo quasi incredibile: reintroducendo la fauna del pleistocene.

No, niente dinosauri. Ma quel che resta dei mammiferi di quell'era geologica sì: cavallo della Yakuzia, alce, bue muschiato e renna già sono presenti nel suo personalissimo bioparco. Zimov spera di introdurre anche bisonte canadese, tigre siberiana, lupo e leopardo tutti in un'area di circa 160 chilometri quadrati circondata da altri 600 chilometri quadrati di territorio vergine.

E' un grande esperimento, decisamente visionario, che mira a riportare in equilibrio quei 160 chilometri in modo da far rinascere nella tundra l'originario manto erboso. Ciò rallenterebbe lo scioglimento del permafrost che causa, ogni anno, l'immissione di decine di milioni di tonnellate di CO2 nell'atmosfera. In bocca al lupo, Sergei.

Via | Oggi Scienza
Foto | Flickr

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Wikileaks e la Basilicata

Wikileaks e la Basilicata


Tra i famigerati file svelati da Wikileaks che riguardano l'Italia non ci sarebbero solo le informative sui festini di Silvio Berlusconi e il suo rapporto forse troppo conciliante con Vladimir Putin. Ci potrebbero anche essere affari interessanti compiuti dai russi nel settore petrolifero italiano. Ovviamente al sud.

Secondo il senatore di Fli Egidio Digilio, infatti, alcuni siti di stoccaggio del gas naturale lucani potrebbero trovare una spiegazione grazie ai file svelati:

Tra i documenti diffusi via web da Wikileaks ce ne sono di sicuro alcuni interessanti che, secondo il “filone” delle preoccupazioni degli Usa per l’intesa tra Eni e Gazprom, ci auguriamo possano finalmente contribuire a far luce sulla vicenda dei siti di stoccaggio del gas acquisiti in Valbasento da una società russa, una vicenda dai troppi aspetti ancora oscuri e che ho sollevato nel luglio 2008 con un’interrogazione all’allora Ministro Scajola. Solo adesso, dopo le prime notizie diffuse sul materiale del Dipartimento di Stato Usa, comincio a capire le ragioni di una mancata risposta

Non resta che aspettare che qualche paziente lucano si metta a spulciare il sito di Wikileaks per scoprire se il senatore ha ragione o ha torto. Sarebbe anche interessante andare a vedere se ci sono documenti su altre grosse operazioni che hanno portato i russi nell'industria petrolifera italiana, come l'acquisizione del 2008 da parte di Lukoil della metà della raffineria Erg di Priolo.

Via | Ola Ambientalista, Pagine di Difesa
Foto | Flickr

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Taranto: cane scuoiato vivo, un altro ferito con il taglierino

Taranto: cane scuoiato vivo, un altro ferito con il taglierinoBestie a due zampe si sono divertite, un paio di giorni fa, a scuoiare un incrocio di volpino a Taranto. Gli hanno strappato il pelo al collo e alle zampe, procurandogli un dolore atroce e una perdita di sangue così intensa da farlo morire in poche ore nonostante l'intervento, disperato, dei veterinari del canile. E non è l'unico caso di maltrattamenti su animali.

Sempre a Taranto, ma in provincia, a metà settembre qualche altra bestia si era divertita a dare alle fiamme quattro cuccioli, ospitati temporaneamente in una struttura di ricovero e che, ironia della sorte, avevano già trovato un padrone. Dei quattro cuccioli uno non è neanche stato trovato (si spera sia riuscito a scappare), due sono stati trovati carbonizzati ed il quarto ha riportato ustioni gravi all'addome.

Meglio era andata, durante l'estate, ad un altro randagio di grossa taglia di Taranto: tagliuzzato con il taglierino, è stato salvato dai veterinari e adesso sta bene. Che tutti questi episodi di maltrattamenti su cani randagi siano successi a Taranto è solo un caso. O meglio: grazie ad alcune associazioni animaliste di Taranto si è sparsa la notizia dei maltrattamenti.

Altrove i maltrattamenti ci sono e non si viene a sapere nulla. A meno che qualche giovane furbo non metta il video su YouTube, come nel caso dei ragazzini che prendono a calci un gatto nel siracusano.

Via | Geapress

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Dodici blogger scientifici per la biodiversità

Dodici blogger scientifici per la biodiversitÃ� Il 2010, che volge al termine, è stato l'anno internazionale della Biodiversità, dedicato alla protezione dell'infinita quantità di specie animali e vegetali che popolano il pianeta.

A cavallo tra il 2010 e il 2011, per non dissipare il valore del dibattito che ha suscitato l'anno della biodiversità, dodici blogger scientifici italiani inizieranno una nuova avventura: il Carnevale della Biodiversità.

L'idea è venuta a Livio Leoni di Mahengechromis e l'ha girata ai suoi colleghi blogger. Il risultato sarà, a partire da dicembre di quest'anno, un post ogni due mesi su un tema comune, che ogni blogger scientifico svilupperà secondo il proprio stile.

Il primo dei temi ha un titolo che già stuzzica l'appetito: "Infinite forme bellissime". Speriamo che i dodici blogger postino anche delle immagini belle come l'argomento trattato.

Via | Mahengechromis
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Rifiuti, a Matera firmato il "patto della monnezza"

Rifiuti, a Matera firmato il "patto della monnezza"Mentre in Campania continua il braccio di ferro tra governo e amministrazioni locali a causa dell'emergenza rifiuti, in Basilicata provano un'altra strada: il patto della monnezza.

In cambio dei rifiuti di Potenza e provincia, che andranno nella discarica di Matera, i cittadini hanno ottenuto una serie di benefit: la chiusura del centro di compostaggio di borgo La Martella, una centralina per il monitoraggio dell’aria, una farmacia, 14 alloggi di edilizia popolare, una biblioteca, un centro per gli indigenti, un operatore di igiene urbana, la gestione di un complesso sportivo, il collegamento alla rete web della delegazione comunale.

Il sindaco di Matera ha chiesto ai suoi concittadini di stilare la lista dei desiderata, l'ha presentata ai colleghi potentini, e si è fatto l'accordo. In cambio non ci dovrebbero essere contestazioni all'arrivo dei rifiuti provenienti da Potenza. Buona pratica, sempre che Potenza ne approfitti per sistemarsi in casa la filiera dei rifiuti e la raccolta differenziata nell'arco di tempo che lo sversamento a Matera gli concede.

Via | Ola Ambientalista
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Acqua e petrolio in Abruzzo, dossier di Legambiente e Wwf

Acqua e petrolio in Abruzzo, dossier di Legambiente e WwfWWF e Legambiente contro il nuovo piano regionale per le acque della Regione Abruzzo che, a loro dire, non terrebbe in considerazione un fatto noto a tutti: in Abruzzo c'è una fiorente industria del petrolio e del gas che mette a rischio le acque dolci e marino-costiere.

Secondo Legambiente e Wwf nel piano non si fa menzione degli impianti di estrazione, lavorazione e trasporto degli idrocarburi anche se circa il 50% del territorio abruzzese ricade in una delle concessioni per la ricerca degli idrocarburi liquidi e gassosi. Il piano non cita neanche le 722 perforazioni, tra attive ed esaurite, che hanno caratterizzato l'ultimo secolo di storia abruzzese.

Così commenta questa svista Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo

è grave che la Regione vari un Piano di Tutela delle Acque che non affronta il rischio derivante dallo sfruttamento, lavorazione e trasporto degli idrocarburi quando esistono casi eclatanti degli effetti sull'ambiente degli incidenti che avvengono frequentemente presso pozzi, petroliere e oleodotti e degli sversamenti connessi alle normali attività di gestione di queste strutture

Di identico parere è il consigliere nazionale del Wwf Dante Caserta:

RaiTre Report sulle rinnovabili: luci e ombre dell'eolico in Calabria



Dopo la puntata di fine ottobre sul petrolio nel mar Mediterraneo e le biomasse, la trasmissione di RaiTre Report condotta da Milena Gabanelli torna su temi ambientali. Questa sera al centro dell'inchiesta, firmata da Alberto Nerazzini, ci sono le pale eoliche in Calabria.

Partendo dalle infinite richieste di allacciamento pervenute a Terna per altrettanti impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili l'inchiesta proverà a far luce sul modello di business che spinge multinazionali e piccoli imprenditori, spesso improvvisati, a buttarsi nell'affare delle rinnovabili. Il tutto senza dimenticare che le rinnovabili servono, per rientrare nel famoso 17% di consumi elettrici da fonte rinnovabile che ci impone l'Europa.

Conoscendo la sapienza e l'efficacia con cui i giornalisti in forze alla redazione di Report riescono a spiegare in parole semplici anche le cose più difficili, e la bravura che hanno nello scovare le magagne, è assai probabile che la puntata di questa sera riesca, almeno un po', a fare bene ad un settore così controverso come quello delle rinnovabili dove, purtroppo, non mancano gli imbroglioni. Ma che, piaccia o no, è assolutamente necessario per pensare ad un futuro migliore.

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Canon

Inceneritori, un bel post: "C'è chi gli inceneritori li conosce"

Un interessante studio della Health Research in Inghilterra che Enzo Palazzo ha "scoperto". Forse siamo ancora speranzosi se continuiamo a chiederci come mai in Italia gli enti preposti pare ne conoscano solo gli sfolgoranti risultati, quasi taumaturgici degli inceneritori, eppure come potete vedere nel box in basso a sinistra, ci sono delle leggi della fisica che si studiano alle medie.
Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana. Il sito della Uk Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l'inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber. Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all'inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell'uno per mille. Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani.

Nucleare Cina: tre incidenti in cinque mesi nella centrale di Daya Bay costruita da Areva

Nucleare Cina: tre incidenti in cinque mesi nella sola centrale di Daya BayLa centrale nucleare di Daya Bay, in Cina, è al centro di una polemica fondata sui suoi incidenti, presunti o reali. Sarebbero infatti almeno tre i problemi riscontrati negli ultimi cinque mesi, ma i proprietari dell'impianto negano.

Daya Bay è una centrale giovane, inaugurata nel 1993, costruita da Framatome (oggi Areva) con tecnologia PWR, cioè la generazione precedente agli Epr che dovrebbero essere installati in Italia con l'accordo Enel-Edf. Nonostante la giovane età i problemi, seppur di piccola entità, non mancano. Gli ultimi tre ad aprile, maggio e ottobre: tre "microfessure" nel circuito di raffreddamento che furono rivelati alla popolazione diverse settimane dopo. Si disse che non c'era stata fuoriuscita di radiazioni.

A giugno Radio Free Asia tira fuori la notizia che c'è stata una perdita da una barra di combustibile. China Light & Power, proprietaria dell'impianto, smentisce tutto e, ad oggi, non è chiaro cosa sia successo. La popolazione locale, e anche quella di Hong Kong che non è lontana, non ha mai gradito la centrale: manifestazioni prima e durante la costruzione, insofferenza oggi che non riescono a capire se e quando ci sono gli incidenti.

Via | Green et Vert
Foto | Flickr

Sacchetti di plastica: Legambiente lancia il referendum online

Sacchetti di plastica: Legambiente lancia il referendum onlineGià un paio di mesi fa Legambiente aveva lanciato una petizione in favore dell'abolizione dei sacchetti di plastica, i famosi shopper dei supermercati.

Ora arriva una vera e propria campagna nazionale, chiamata "Vota il sacco", per ribadire e rinforzare la richiesta di dire addio ai sacchetti non biodegradabili. La campagna si svolgerà nelle piazze e su internet, tramite un sito-referendum online per chiedere agli italiani quale sia per loro l'alternativa migliore ai sacchetti tra le borse della spesa riutilizzabili, i sacchetti di carta e i sacchetti di bioplastica.

Perché mai Legambiente ha sentito l'esigenza di tornare, con una nuova iniziativa, su questo argomento? Per due motivi: il primo è politico, come dimostrano le incertezze sull'abbandono della plastica del ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo; il secondo è "tecnico" e consiste nella forte resistenza che sta facendo l'industria della plastica tramite l'associazione di categoria Unionplast.

Auto elettriche: il Comune di Parma investe 9 milioni per la mobilità sostenibile

Auto elettriche: il Comune di Parma investe 9 milioni per la mobilitÃ�  sostenibileLa giunta comunale di Parma pensa ad un futuro verde fatto di mobilità sostenibile con auto elettrice . E ci mette i soldi.

Per la precisione nove milioni di euro, che serviranno a installare in centro un centinaio di colonnine elettriche per la ricarica delle batterie delle auto ecologiche. Entro il 2015 le colonnine saranno trecento. Per arrivare a questo risultato il sindaco della città, Pietro Vignali, ha dovuto fare i conti con l'industria dell'auto che non è ancora concorde su un unico standard per le colonnine di ricarica (e questo è il vero ostacolo alla diffusione delle auto elettriche).

Il sindaco ha incontrato Peugeot, Citroen, Renault, Nissan, Chevrolet, Opel, Mitsubishi, Mercedes-Smart, Ducati Energia, Pininfarina, Fiat. Tutti quelli che hanno prodotti o progetti elettrici (sempre che Fiat ne abbia) sono stati convocati uno ad uno da Vignali per parlare del futuro della mobilità parmense.

Ne è nato un progetto chiamato Zero emission city che non prevede (per le questioni di standard di cui sopra) un'unica tecnologia bensì alcune caratteristiche comuni della rete. In questo modo, nel tempo, si potranno installare i vari tipi di colonnina o, meglio ancora, colonnine buone per tutte le auto elettriche. Che, spera il sindaco, saranno 900 in città entro il 2015.

Via | Open Polis
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Nuove regole Ue: elettrodomestici e gadget elettronici più sicuri e senza veleni

Nuova direttiva Ue: elettrodomestici e gadget elettronici più sicuri e senza veleni


La Ue stringe su computer, dvd, elettrodomestici e gadget elettronici vari: troppe sostanze pericolose, troppi metalli pesanti si annidano tra chip e condensatori. Per questo il Parlamento Europeo ha varato nuove regole impedendo, ad esempio, l'utilizzo del piombo o del mercurio che erano già stati vietati solo per alcuni prodotti.

Quello dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee) è un problema molto importante e difficile da risolvere che diventa ancor più grave quando tali rifiuti non vengono smaltiti correttamente: in discarica, col tempo, rilasciano sostanze pericolose nel terreno e nelle falde acquifere mentre se finiscono nell'inceneritore sprigionano veleni nell'aria.

Anche per questo è in vigore, da alcuni mesi, l'obbligo del cambio uno contro uno tra un rifiuto elettronico e un nuovo elettrodomestico acquistato. Ma prevenire è sempre meglio che curare e, quindi, l'Europa pensa al futuro: ci sarà un periodo di transizione per permettere all'industria di adattarsi alle novità, poi le sostanze pericolose saranno proibite in tutte le apparecchiature elettroniche o elettriche.

Dal primo gennaio il Conto Energia si richiede su internet

Dal primo gennaio il Conto Energia si richiede su internetGli italiani amano i pannelli fotovoltaici: lo dimostrano i dati recenti, che parlano di oltre 100.000 impianti installati nel nostro paese, tra tetti fotovoltaici e fotovoltaico a terra. Per gli impianti domestici, però, c'è tutta una burocrazia poco simpatica da seguire per accedere al conto energia.

C'era. Perchè ora è arrivata una buona notizia: dal primo gennaio 2011 le pratiche si possono sbrigare online sul sito del Gse. In realtà più che di "sburocratizzazione" il Gse parla di "dematerializzazione": la procedura resta un po' complicata, ma sarà assistita da una guida e permetterà di risparmiare tempo e denaro.

L'unico vero difetto della dematerializzazione è la necessità di avere un indirizzo di posta elettronica certificata, tecnologia che in Italia non ha ancora fatto breccia nonostante sia praticamente obbligatoria per tutti i professionisti e per il tanto nominato "popolo delle partite iva". Resta la buona notizia che il Gse sta procedendo verso la semplificazione e il disbrigo pratiche online è un primo passo.

Via | Gse
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Le più belle foto di animali marini

Le più belle foto di animali marini del National Geographic


Ci sono alcuni animali che vivono in fondo al mare, nei fiumi o che anche solo occasionalmente hanno accesso all'acqua che, quando vengono fotografati, sono particolarmente belli.

Quando poi a fotografarli è "il signore del mare" David Doubilet, fotografo del National Geographic, allora pesci, artropodi, squali e persino elefanti diventano un tutt'uno con il liquido nel quale sono immersi.

Godetevi queste splendide foto e, se volete vedere il resto della gallery, cliccate qui.

Le più belle foto di animali marini del National Geographic
Le più belle foto di animali marini del National Geographic
Le più belle foto di animali marini del National Geographic

Sul Tg3 del Veneto uno spot sull'inceneritore di Padova



Anche la città di Padova ha il suo bell'inceneritore, da tre linee. L'ultima ha pochi mesi ed è, come tutti gli inceneritori del mondo, il miglior inceneritore al mondo. O almeno così dice la società che lo gestisce: Acegas.

Il video che vedete, invece, è stato trasmesso il 22 novembre dal Tg regionale del Veneto ed è un clamoroso spot, neanche tanto occulto, che assomiglia molto a quello andato in onda ad aprile addirittura sul Tg1. Da notare che l'annuncio in studio afferma che l'inceneritore produce "soprattutto energia elettrica". Gli inceneritori, in realtà, hanno un minimo di senso se fanno il teleriscaldamento visto che hanno un'efficienza molto bassa e producono molto calore e poca energia elettrica.

Ma c'è di peggio: il link a quel servizio, infatti, è suggerito da un altro articolo pubblicato da iPadovaOggi, giornale on line realizzato dall'ufficio stampa del Comune di Padova. Il pezzo ha un titolo inquietante: "Differenziata e termovalorizzatore per salvarsi dalla sindrome Napoli". Oltre al titolo, anche lo "svolgimento":

A Napoli rifiuti per strada, a Padova in funzione la linea 3 dell'inceneritore. Sono due Italia diverse Napoli e Padova: lì montagne di rifiuti per strada, qui la differenziata al 45% e per il resto la terza linea dell'inceneritore

A questi signori qualcuno lo ha mai detto che in Campania l'inceneritore ce l'hanno già?

Via | iPadovaOggi
Video | YouTube
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L'inceneritore di Parma brucerà il doppio dei rifiuti di Parma. E ammazzerà la differenziata...

L\'inceneritore di Parma brucerÃ�  il doppio dei rifiuti di Parma: i conti non tornanoVi ricordate il progetto dell'inceneritore di Parma, quello che dovrebbe nascere a due passi da alcuni degli stabilimenti alimentari più famosi d'Italia? L’associazione Gestione Corretta dei Rifiuti, che si batte senza tregua contro il progetto, ha fatto due conti e ha scoperto che l'inceneritore proposto da Iren ha un piccolissimo problema: è progettato per bruciare il doppio dei rifiuti indifferenziati di Parma.

Questi conti nascono da altri numeri, quelli dell'inceneritore di Brescia che attualmente brucia 800 mila tonnellate l'anno di rifiuti. Ma era nato per 226 mila tonnellate. E le altre 500 mila? Semplice:

Ogni provincia dovrebbe smaltire i rifiuti che produce, la percentuale di differenziata nel 2010 dovrebbe essere almeno del 50%. Partendo da queste considerazioni, i calcoli sono subito fatti. Applichiamo i numeri di Brescia. Un cittadino sprecone produce 1,5 Kg al giorno di rifiuti, con il 50% di differenziata ne rimangono 0,75 da bruciare, moltiplichiamo 0,75 x 1.200.000, numero di abitanti della provincia, otteniamo 900 mila Kg al giorno che per 365 giorni danno 328.500 tonnellate all'anno. La capacità dell’inceneritore è di 800 mila: come si può far funzionare l’impianto e ottenerne il massimo rendimento, specialmente economico? O importando rifiuti o aumentando la percentuale da inviare all’inceneritore. In tutti e due i casi il cittadino ha solo da perdere

Secondo i padroni dell'Ilva di Taranto lo stabilimento è all'avanguardia. Legambiente: "ci siamo rotti i polmoni"

Legambiente protesta contro il benzo(a)pirene all'Ilva di taranto


Secondo il padrone delle acciaierie Ilva di Taranto,Fabio Riva, lo stabilimento è un gioiellino. Lo ha affermato ieri in seguito alla protesta di Legambiente. Gli ambientalisti hanno effettuato un blitz di fronte i cancelli dello stabilimento con mascherine e tute gialle, mostrando uno striscione inequivocabile: "ci siamo rotti i polmoni".

Il problema, afferma Legambiente, è il benzo(a)pirene che all'Ilva è fuori controllo tanto da aver già portato a clamorose proteste da parte dei cittadini del quartiere Tamburi, dove sorge l'impianto. Quella del benzo(a)pirene (che è un cancerogeno) è una storia strana: da anni i valori a Taranto viaggiano intorno ai 3 nanogrammi per metro cubo e nel luglio scorso i cittadini avevano chiesto risarcimenti all'azienda perché a causa dell'inquinamento le loro case avevano perso valore.

Ad agosto, però, arriva un decreto che posticipa la data entro la quale si deve abbattere il benzo(a)pirene entro un nanogrammo per metro cubo. Come spiega Legambiente:

I cento passi fotovoltaici: sulle terre della mafia i pannelli solari di Libera

I cento passi fotovoltaici: sulle terre della mafia i pannelli solari di Libera


Sui terreni confiscati alla mafia, adesso, c'è anche un impianto fotovoltaico. Si tratta dell'impianto da 20 KW che è stato installato sulla pensilina della cantina realizzata dalla Cooperativa Sociale Placido Rizzotto Libera Terra. La pensilina fotovoltaica verrà inaugurata lunedì prossimo dal Consorzio di Comuni Sviluppo e Legalità e da Libera.

Non è un impianto molto grande, ma basterà a soddisfare una buona fetta del consumo della cantina producendo energia rinnovabile. Libera stima che potrà produrre 30mila chilowattora l'anno ed evitare l'emissione di 15,2 tonnellate di anidride carbonica.

Ma, soprattutto, ha un alto valore simbolico: su quelli che una volta erano terreni in mano ai mafiosi oggi si costruisce un'economia moderna e pulita a tutti gli effetti, in grado di approfittare anche della tecnologia solare per produrre la propria energia.

Altra cosa buona dell'impianto è che è stato installato sul tetto della cantina da dieci giovani palermitani, provenienti da situazioni disagiate. Questi ragazzi hanno seguito un corso di formazione per installatori di fotovoltaico presso il Centro Padre Arrupe di Palermo.

Forse per loro, anche grazie alle capacità professionali acquisite nel campo dell'energia pulita, si potrà aprire una prospettiva di lavoro per i prossimi anni.

Via | Libera
Foto | Flickr
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Epr, l'esperimento continua: gli inglesi accettano i cambiamenti al progetto di Areva

Epr, l\'esperimento continua: gli inglesi accettano i cambiamenti al progetto di ArevaAlcuni giorni fa l'Agenzia per la sicurezza nucleare inglese, braccio nucleare dell'Health and Safety Executive (Hse), ha inviato una lettera a Edf ed Areva per comunicare loro che il fascicolo sull'Epr era stato chiuso.

Ciò non vuol dire, come molti nuclearisti si sono affrettati ad affermare, che l'Epr non abbia problemi. Vuol dire esattamente il contrario: c'erano una alcuni problemi gravi che Areva si è impegnata a risolvere, ottenendo l'ok dall'agenzia inglese.

I problemi riguardavano principalmente il sistema di sicurezza: in alcuni casi potevano nascere dei conflitti tra i sistemi di sicurezza di basso e alto livello e alcuni sistemi, che per le normative internazionali dovevano essere classificati come "Class 2" erano presentati da Areva come "Class 3".

A queste critiche Areva ed Edf hanno risposto inviando una lista di cambiamenti che si impegnavano ad apportare al progetto dell'Epr, che è stata appunto approvata dall'Hse inglese. Qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che l'Epr sia un grande esperimento?

Via | Hse, Areva
Foto | Flickr

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Stefano Saglia vuole il deposito delle scorie nucleari entro il 2015 "a tutti i costi"

Stefano Saglia vuole il deposito nucleare entro il 2015 \"a tutti i costi\"Secondo il sottosegretario all'Energia, Stefano Saglia, il deposito per le scorie nucleari si può fare entro il 2015. Anzi, come dice lo stesso sottosegretario, lo si deve fare "a tutti i costi".

L'ottimismo di Saglia, in realtà, deriva da una direttiva dell'Unione Europea, ancora in fase di elaborazione, che quando entrerà in vigore imporrà a tutti gli Stati membri con centrali nucleari di dotarsi di un deposito per le scorie radioattive entro in 2015. Saglia, anche se la bozza della direttiva potrebbe cambiare, prende la palla al balzo:

lo accolgo con grande soddisfazione, perchè è ora di assumersi la responsabilità di individuare sul territorio nazionale dove fare il deposito dei rifiuti nucleari

Un paio di mesi fa, sempre sul tema del deposito delle scorie nucleari, Stefano Saglia aveva affermato: "non abbiamo intenzione di decidere oggi". Saranno bastati al sottosegretario sessanta giorni per risolvere un problema che, fino ad oggi, nessun paese nuclearizzato è riuscito a risolvere definitivamente?

Via | Dire
Foto | Scx

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Ad Arezzo 10 MW di fotovoltaico in una ex miniera

Ad Arezzo 10 Mw di fotovoltaico in una ex miniera


Quando si parla di fotovoltaico a terra di grandi dimensioni solitamente si solleva un polverone. Questa volta, però, forse l'idea non è malvagia. Estra, società di produzione e vendita di energia elettrica e gas, sta per costruire un grosso parco fotovoltaico da 10 MW in provincia di Arezzo, a Cavriglia. Lo ha annunciato con un comunicato stampa nel quale da anche qualche dettaglio.

Della potenza abbiamo già parlato, andiamo all'estensione: circa 20 ettari, dice l'azienda. Sorge subito un dubbio: 20 ettari sono pochi per fare 10 MW. Per ogni mega, infatti, di solito si va dai tre ai cinque ettari quindi al massimo in 20 ettari "ce ne dovrebbero entrare" 6-7. Il parco, però, sorgerà in una ex miniera, una cava sostanzialmente.

A questo punto le pendenze forse riescono a far quadrare i conti, anche se i pannelli probabilmente staranno un po' strettini. Fatto sta che l'azienda dice che ci stanno, vedremo...

Se si continua a leggere il comunicato si apprendono altri dettagli interessanti:

Agricoltura: l'Ue punta su sostenibilità ed ecocompatibilità. Ma benedice gli ogm...

Agricoltura: l'Ue punta su sostenibilità ed ecocompatibilità. Ma benedice gli ogm


Il Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, ha presentato all'Europarlamento le linee guida per la riforma della Pac, la Politica agricola comunitaria. La Pac, in pratica, è il futuro dell'agricoltura in Europa perché è il libro mastro dei finanziamenti alle imprese agricole, la decisione politica su quale agricoltura fare e quale non fare.

La prossima Pac, dice Ciolos, sarà più ecocompatibile e più sostenibile. I soldi, quindi, dovrebbero andare alle imprese più rispettose dell'ambiente, a quelle che utilizzano meno fertilizzanti, a quelle che fanno agricoltura biologica etc, etc...

Almeno così verrebbe da pensare, viste le parole di Ciolos che ha affermato che

la scelta fra competitività e sostenibilità è un falso dilemma, e che l'obiettivo delle nuove proposte è di estendere il campo della PAC per andare oltre la produzione alimentare, e includere la gestione delle risorse naturali

Una visione alla Slow Food, per intenderci. Come interpretare, allora, la recentissima politica europea in fatto di ogm che permette agli stati membri di far quasi ciò che vogliono?

Non per buttare la croce sempre e solo sugli alimenti geneticamente modificati ma, sarebbe anche il caso che qualcuno lo dica, gli ogm nascono per il profitto e non per la "gestione delle risorse naturali"...

Via | Parlamento Europeo
Foto | Flickr

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Settimana europea dei rifiuti: record di adesioni

Settimana europea dei rifiuti: record di adesioniQuest'anno la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, in calendario dal 20 al 28 novembre, è particolarmente ricca. Circa tremila sono gli appuntamenti sparsi per l'Europa e quasi 600 in Italia.

E, per una volta, l'Italia è sul podio essendo la seconda nazione, dopo la Francia, per appuntamenti. Tenete presente che l'anno scorso le iniziative sono state 400, quindi parliamo di un incremento di quasi il 50%. Segno che la coscienza ambientale degli italiani è particolarmente sensibile negli ultimi tempi al tema dei rifiuti. Sarà forse anche per il ritorno in tv delle emergenze campana e siciliana.

Le attività previste dalla Settimana europea dei rifiuti 2010 sono anche abbastanza variegate e, tra tutte, spicca una serie di FlashMob , in Italia ribattezzati NoTrash Mob, che si terranno in contemporanea in tutto il continente sabato 20 novembre alle ore 11.

Il NoTrash Mob consiste in una riunione di cittadini che si incontrano in pubblico per promuovere la prevenzione dei rifiuti e fare informazione. Useranno cestini e contenitori vari come tamburi per farsi sentire, a mo' di “Batucada” brasiliana.

In Italia i NoTrash Mob saranno oltre dieci, nessun altro paese europeo ne avrà tanti.

Via | Comunicato Stampa
Foto | Flickr

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Deforestation Nightmare: il video di Greenpeace contro la deforestazione con Barbara Tabita



Greenpeace Italia ha da poco pubblicato un bel video su internet: Deforestation Nightmare. Si tratta del video della campagna Deforestazione Zero ed è interpretato dalla bella e brava attrice Barbara Tabita.

Nel video si mostrano una serie di gesti quotidiani che hanno a che fare con la carta, dal soffiarsi il naso all'andare al bagno, che pur essendo estremamente comuni vengono messi all'indice da Greenpeace. Il motivo? Ovviamente la carta: ne sprechiamo troppa, anche quando non serve, e di conseguenza stimoliamo la deforestazione.

E, si sa, Greenpeace odia la deforestazione (vi ricordate il video del KitKat?). Il messaggio è chiarissimo: buona parte della carta che usiamo e gettiamo tutti i giorni potrebbe essere sostituito materiali riutilizzabili e, quindi, risparmiato. Senza dubbio un messaggio condivisibile anche se, come suggerisce un commento sul video rilasciato da un utente su YouTube

sarebbe meglio se l'attrice leggesse la guida da Internet invece che da un volantino di... carta

Come dargli torto... speriamo almeno il volantino sia di carta riciclata.

Via | Deforestazione Zero
Video | YouTube

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Riso Scotti: 7 arresti per truffa sulla bioenergia

Riso Scotti: 7 arresti per truffa sulla bioenergia


Tutti conoscono il marchio Riso Scotti e i suoi prodotti. Quasi nessuno, però, è a conoscenza del fatto che la stessa azienda gestisce anche una centrale a biomasse, tramite la controllata Riso Scotti Energia. La centrale elettrica in questione si trova a Pavia e altro non è che un piccolo inceneritore nato per bruciare gli scarti del riso.

Negli anni è stato trasformato in centrale elettrica con il permesso di bruciare anche legna. Proprio l'inceneritore è al centro dell'inchiesta che ha visto sette persone finire agli arresti per truffa e traffico illecito di rifiuti. L'ipotesi degli investigatori, il Corpo Forestale, è che dentro quel forno non ci finissero solo legna e riso ma un po' di tutto.

Una specie di termovalorizzatore campano in miniatura, che avrebbe bruciato negli anni 40 mila tonnellate di rifiuti tra plastica, imballaggi vari, fanghi essiccati di depurazione di acque reflue urbane e industriali. Di tutto un po', quindi, con la connivenza di un laboratorio analisi compiacente che avrebbe falsificato i certificati per mettere le carte a posto e poter dire che, in quell'inceneritore, si produceva solo energia pulita.

Via | La Provincia Pavese
Foto | Flickr

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Ecobonus salvato in calcio d'angolo

Ecobonus salvato in calcio d\'angoloAlla fine lo hanno salvato, ma con un grosso compromesso: l'ecobonus (la detrazione fiscale del 55% per il risparmio energetico e la ristrutturazione ecocompatibile degli edifici) resta, ma sarà "spalmato" in dieci anni invece che in cinque.

I cinque anni di differenza non sono da poco: il governo ci risparmia parecchio (o meglio, lo paga con calma) ma la misura diventa molto meno appetibile per i cittadini. La detrazione fiscale, infatti, fatta su un periodo così lungo non ha molto senso: quanto dichiarerò tra dieci anni? Ci vuole un mago per saperlo e, di conseguenza, già dal punto di vista psicologico la diluizione dei tempi non gioca a favore.

La cosa strana, però, è che si è sempre detto che l'ecobonus ha un effetto fiscale complessivo positivo: ti invoglia a spendere, quindi di soldi ne entrano di più nelle casse dello stato e non di meno. Come ha detto alcuni giorni fa il sottosegretario Stefano Saglia:

La misura si compensera’ da se’ grazie al maggior gettito provocato dall’incremento dei lavori. Si tratta di una vera e propria misura di politica industriale

E ha perfettamente ragione. Ma, allora, per quale motivo non avere un pizzico di coraggio in più e lasciarlo "spalmabile" nei soliti cinque anni? Sarà, ma ci dobbiamo accontentare. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Via | Casa e Clima

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Le strane ordinanze del commissario Lombardo

Avete presente che in Sicilia c'è l'emergenza rifiuti?

Bene, leggete qui cosa combina Raffaele Lombardo...

Alluvione in Veneto: la fotogallery del disastro

Alluvione in Veneto, le immagini del disastro


Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha messo on line sul sito dell'ente che governa una gallery di foto che documentano il disastro causato dall'alluvione causata dalle incessanti di fine ottobre-primi di novembre. Molte sono foto aeree, che mostrano l'esondazione di fiumi e torrenti. Altre sono fatte da terra, dai cittadini o forse dai Vigili del Fuoco. Alcune sembrano fotogrammi delle televisioni.

In totale sono oltre settanta scatti che documentano una situazione terribile e dimostrano che con l'acqua non si scherza: i danni sono incalcolabili. Insieme alle diffusione delle foto Zaia ricorda anche l'estremo bisogno di aiuto, anche economico, della sua Regione.

Sebbene i veneti abbiano già detto di voler fare da sé, e chiedono solo sgravi fiscali al governo, è sempre possibile contribuire alla ricostruzione facendo una piccola donazione. Tutte le modalità per farlo si trovano sul sito della Regione Veneto.

Alluvione in Veneto, le immagini del disastro
Alluvione in Veneto, le immagini del disastro
Alluvione in Veneto, le immagini del disastro

Il Ministero dello Sviluppo economico boccia le trivellazioni nel Canale di Sicilia

Il Ministero dello Sviluppo economico boccia le trivellazioni nel Canale di SiciliaIl Ministero per lo Sviluppo Economico dice il primo no alle trivellazioni off shore di petrolio e gas. Si tratta di una istanza presentata dalla società Petroceltic, che avrebbe voluto trivellare il fondo del Canale di Sicilia.

Tra le motivazioni del rigetto, il Ministero ha preso in considerazione una nota diffusa dalla Regione Sicilia alcuni mesi fa, in seguito ad alcuni incontri con un ristretto numero di sindaci della costa sud dell'isola, nella quale si esprimeva la netta contrarietà al rilascio di nuove autorizzazioni per le piattaforme petrolifere.

Ha preso la palla al balzo e festeggia il neo assessore regionale siciliano al Territorio e ambiente Gianmaria Sparma che parla di un successo della Regione:

Il rigetto dell'istanza da parte del ministero ponendo tra i motivi ostativi la nota della Regione Siciliana, è la conferma che il governo regionale aveva ben individuato ed evidenziato la problematica legata alle trivellazioni off-shore approvando una delibera, nello scorso mese di luglio, che esprimeva una chiara e netta contrarietà al rilascio dei permessi di ricerca nel territorio siciliano

E' utile ricordare che dalle trivellazioni off shore la Regione Sicilia non prende neanche un centesimo di royalties mentre qualcosa guadagna da quelle su terra ferma, che non disdegna. Qualche tempo fa il governatore Raffaele Lombardo arrivò a dire che era contrario alle trivellazioni in mare perché sono "pagate due lire".

Petroceltic, per chi non lo ricorda, è la stessa azienda che ha proposto anche di trivellare il fondale di fronte le isole Tremiti in Puglia.

Via | Comunicato stampa
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Emergenza rifiuti in Sicilia: inceneritori sì, inceneritori no...

Emergenza rifiuti in Sicilia: inceneritori sì, inceneritori noPotere delle parole: l'ultimo post sulla monnezza sul blog del governatore siciliano, Raffaele Lombardo, non fa altro che aumentare la confusione intorno all'"opzione inceneritori" per risolvere l'emergenza rifiuti in Sicilia. Un post, tra l'altro, che racconta dell'incontro tra l'assessore regionale all'Energia, Giosuè Marino, e il neo sottosegretario alla Protezione Civile, Franco Gabrielli. Quale occasione migliore per dire come stanno realmente le cose?

Il punto di partenza erano le notizie di stampa sull'ultimo regalo di Bertolaso alla Sicilia: una coppia di inceneritori, uno a Palermo e l'altro a Catania. Si doveva confermare o smentire questa ipotesi, ma sembra proprio che a Palermo non vogliano dire cosa hanno intenzione di fare. Ecco un passaggio criptico del post-comunicato (già, perché come avevamo annunciato Lombardo ha continuato a rispondere sul suo blog...):

Gabrielli ha manifestato piena condivisione in ordine alla strategia di fondo del documento regionale pianificatorio dei rifiuti, rigorosamente incentrato sulla raccolta differenziata, sull’impiantistica finalizzata alla valorizzazione del rifiuto fino al conferimento della ‘quantita’ residua’ negli altiforni complessi (cementerie e centrali elettriche), impianti di termovalorizzazione a tecnologia evoluta con potenzialita’ fortemente correlata alla quantita’ di rifiuto residuo

A parte l'ultima virgola, piazzata con sapienza incredibile, qualcuno spieghi ai siciliani cosa si intende con "impianti di termovalorizzazione a tecnologia evoluta con potenzialita’ fortemente correlata alla quantita’ di rifiuto residuo". In teoria dovrebbe significare una delle ultime ipotesi lombardiane (ne ha fatte parecchie, negli ultimi dodici mesi) e cioè quella di fare i termovalorizzatori, ma più piccoli.

Se non fosse, però, che dal punto di vista della pianificazione i rifiuti (o meglio: il cdr di qualità) o li mandi a cementifici e centrali termoelettriche o ai termovalorizzatori: in una centrale elettrica di cdr ne bruci quanto ne vuoi, a che servono gli inceneritori? Dai, che la risposta la sapete...

Via | Raffaele Lombardo Blog
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Sesso per un voto contro il nucleare: ultima frontiera del greenwashing?

Sesso per un voto contro il nucleare: ultima frontiera del greenwashing?Charlotte Roche è una cantante, show girl e scrittrice anglo-tedesca che ama fare la bambina cattiva. Dopo diverse esperienze nel mondo della musica e della tv recentemente si è data alla scrittura con un libro dal titolo "Zone umide". Indovinate di cosa parla.

Tutto questo, però, non le aveva ancora dato una fama sufficiente al di fuori della Germania, dove vive e lavora, a diventare un'icona. Adesso, però, ci è riuscita, ovviamente con una provocazione: ha offerto una notte di sesso al presidente della Repubblica Federale Tedesca Christian Wulff in cambio del suo rifiuto di firmare la legge che prolunga la vita delle centrali nucleari in Germania.

La Roche, tra l'altro, ha fatto le cose bene: afferma di averlo già detto al marito, che sarebbe favorevole allo scambio, e che aspetta solo l'approvazione della signora Wulff per procedere. Il presidente, che è ancora abbastanza giovane con i suoi 59 anni e potrebbe essere tentato (la Roche lo stuzzica: "sono tatuata"), non ha ancora risposto ma è anche vero che ha tempo fino alla fine dell'anno per approvare o cassare la legge.

La stampa tedesca si è già affrettata a definire la Roche una pazza scatenata e la sua offerta una proposta indecente. In realtà la scrittrice-show girl è sanissima di mente e ci ha visto bene: in Germania, come anche all'estero, la legge che prolunga la vita delle centrali nucleari è tutt'altro che ben vista e la Roche si è fatta una bella pubblicità con la sua uscita piccante antinucleare.

Aspettiamoci un boom di vendite di "Zone umide", per una nuova legge sul nucleare in Germania c'è da aspettare proposte più credibili.

Via | New Notizie
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A Ragusa l'Istututo Case Popolari sfratta pure i cani. Ma li affida all'Enpa...

A Ragusa l\'Istututo Case Popolari sfratta pure i cani. Ma li affida all\'Enpa...L'Istituto Autonomo Case Popolari (Iacp) di Ragusa ha recentemente eseguito uno sfratto fuori dal comune: madre, figlio e nove cani da compagnia. La sorpresa, quando il personale Iacp è entrato in quella casa, è stata bella grande: la signora aveva affitti arretrati da pagare per 16.000 euro, ma a questo ci sono abituati, solo che 9 cani in una modesta casa popolare non si erano mai visti.

Fatto sta che se la famiglia umana doveva andarsene perché così dice la legge, forse troppo ferrea, quella canina non c'entrava nulla e doveva essere sistemata da qualche parte. Ecco, allora, che il presidente dell'Istituto Case Popolari si è trovato una patata bollente da pelare. Per fortuna ha trovato subito aiuto nei volontari dell'Enpa e in un canile convenzionato con il Comune di Ragusa.

Alla fine, e per fortuna in breve tempo, è riuscito a sistemare cinque cani su nove. Gli altri sono rimasti ai due padroni che adesso, oltre ad essere senza casa, sono anche senza compagnia. La storia è triste, c'è poco da fare, sia dal lato umano che animale: cinque cani piazzati in strutture idonee sono, in ogni caso, cinque cani tolti ai padroni. Certo, c'è anche da dire che nove cani, siano pure di piccola taglia, in una casa popolare forse non ci sarebbero dovuti stare...

Via | Giornale di Ragusa
Foto | Flickr
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Sta per iniziare la settimana europea per la riduzione dei rifiuti 2010



Sta per iniziare la settimana europea per la riduzione dei rifiuti 2010, anche se in Italia sembra che la cosa non importi molto alla politica nazionale. L'iniziativa è in calendario per la settimana che va dal 20 al 28 novembre e, come ogni anno, prevede una serie di iniziative di sensibilizzazione finalizzate a far capire alla gente che sarebbe meglio iniziare a ridurre la propria quantità di rifiuti.

Prima iniziativa è già lo spot. Fatto molto bene, semplice ed efficace, senza fronzoli mostra una cosa fondamentale: i nostri rifiuti "normali" sono già troppi. E questo non è un messaggio da poco visto che molti credono di essere già con la coscienza a posto. Ma non è così.

Le altre iniziative sono disponibili sul sito web ufficiale, dove le troverete divise per regioni. E' anche possibile segnalare una propria iniziativa: non si parla solo di conferenze o convegni di informazione ma di veri e propri gesti personali (si spera quotidiani) messi in atto per ridurre la quantità di rifiuti prodotti.

Via | Settimana europea dei rifiuti
Video | YouTube

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Bertolaso, l'ultimo regalo alla Sicilia: due inceneritori

Bertolaso, l\'ultimo regalo alla Sicilia: due inceneritoriTorna lo spettro degli inceneritori in Sicilia: Guido Bertolaso, poco prima di andare in pensione, ha bocciato il Piano Rifiuti inviato dal governatore Raffaele Lombardo e ha chiesto che in Sicilia si costruiscano almeno due impianti. Il discorso fatto dalla Protezione Civile, in estrema sintesi, è questo: niente termovalorizzatori, niente ok al piano rifiuti e rimozione del commissario straordinario.

Commissario che, al momento, è lo stesso Lombardo. Ma, ecco il gioco, se Lombardo non è disponibile a partecipare al grande affare da cinque miliardi di euro dei termovalorizzatori, allora sarà qualcun altro inviato da Roma a farlo.

Che il piano rifiuti siciliano fosse stato bocciato dal governo si intuiva dalle voci che giravano da giorni. Ora è arrivata la certezza, anche se non c'è ancora la reazione del governatore siciliano che, assai probabilmente, verrà a breve con un videopost sul suo blog. Lombardo, ormai, comunica così nonostante il robusto ufficio stampa della Regione Sicilia. Per i siciliani, in ogni caso, non è affatto una buona notizia: qualunque cosa si decida alla fine, sarà sempre una volontà calata dall'alto che risponde ad un modello già visto.

Il fantasma è quello napoletano, con la pessima esperienza dell'inceneritore di Acerra che funziona a singhiozzo perché brucia rifiuto indifferenziato invece che Cdr di qualità. Ma per fare il Cdr ci vuole una buona raccolta differenziata e gli impianti del ciclo integrato dei rifiuti, che né la Campania né la Sicilia hanno. Se ci fossero, entrambe le regioni non avrebbero un gran bisogno di inceneritori: il Cdr, se fatto bene, si può bruciare in altri impianti termoelettrici o nei cementifici.

Per la Sicilia, ad esempio, sarebbe molto meno dannoso bruciare Cdr nel camino della centrale termoelettrica di Gela (che attualmente è alimentata dal pet coke, un veleno micidiale derivato dagli scarti del petrolio), oppure in quella di Milazzo (attualmente alimentata da olio combustibile, cioè petrolio leggermente raffinato) che fare un termovalorizzatore da zero. Perché? Semplice: gli inceneritori bruciano solo combustibile da rifiuti e, se i rifiuti diminuiscono grazie alla buona politica, restano fermi e perdono un sacco di soldi. Capito perché dove arriva il termovalorizzatore, spesso e volentieri, si blocca la raccolta differenziata?

Via | Sicilia Informazioni
Foto | Flickr
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Cina, latte alla melammina: due anni e mezzo di carcere al padre che denunciò lo scandalo

Cina, latte alla melammina: due anni e mezzo di carcere al padre che denunciò lo scandalo


Due anni fa scoppiò lo scandalo del latte alla melammina in Cina. Da allora sono state intossicate circa 300 mila persone e ci sono state proteste enormi in mezzo mondo. Adesso è arrivata la notizia che Zhao Lianhai, padre di uno dei bambini intossicati dalla melammina, è stato condannato a due anni e mezzo di carcere.

L’uomo, arrestato nel novembre del 2009, al processo è stato ritenuto colpevole di aver organizzato un incontro con i genitori delle vittime, di aver protestato davanti a un tribunale e a una fattoria e di aver rilasciato interviste in cui accusava le autorità di essere complici delle aziende.

La melammina, per chi non lo ricordasse, è un pericoloso additivo chimico che è stato aggiunto nel latte per falsare i risultati di laboratorio sul tenore proteico. In pratica è quasi una resina che con il latte non ha nulla a che fare. I primi casi di frodi alimentari alla melammina si registrarono nel 2005 negli Stati Uniti ma fu nel 2008 che il mondo scoprì questa sostanza in seguito ad una falsificazione gigantesca messa in atto da aziende cinesi.

La melammina fu trovata anche nella carne, nello yogurt e nelle uova. Anche in Italia arrivarono partite di cibo alla melammina, creando allarme sociale e timori soprattutto per la salute dei bambini.

Via | Mondo Cina
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Il 61% degli europei non vuole cibi biotech nel piatto

Il 61% degli europei non vuole cibi biotech nel piatto


Secondo l'ultimo sondaggio di Eurobarometro gli europei non vedono bene i cibi ogm: ben il 61% dei cittadini dell'Europa dicono che "non vanno incoraggiati". La percentuale sale al 70% per gli animali clonati a scopo alimentare. E' disponibile anche il dato relativo ai cittadini italiani: per entrambe le questioni il 64% dice no.

Altri dati interessanti: il 57% degli europei (50% per gli italiani) non è favorevole all'introduzione di geni provenienti dai batteri nei meli per aumentarne le difese dalle malattie. Più complessa e articolata la risposta alla domanda "l'introduzione artificiale di un gene, che naturalmente esiste nelle mele selvatiche, per aumentare la resistenza è da favorire?". In questo caso hanno risposto sì il 47% degli europei (35% degli italiani), no il 38% (45% italiani) e non so il 15% (21% italiani).

Questi dati sono stati presi da Coldiretti come una conferma del fatto che di cibo ogm in Europa non se ne deve produrre:

All’opposizione dei consumatori devono rispondere le Istituzioni e gli agricoltori come dimostra il fatto che si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove si coltivano Ogm con un drastico crollo del 12 per cento delle semine nel 2009

Via | Eurobarometro, Coldiretti
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Il senatore anti-Kyoto D'Alì vince un premio per l'ambiente: è un "ambientalista gold"

And the winner is... Antonio D'Aliiiiiiiiiiiììììì!!!Vi ricordate il senatore anti-Kyoto, nonché presidente della Commissione Ambiente al Senato, Antonio D'Alì? Se la risposta è no, ecco una breve sintesi per rinfrescarvi la memoria: il senatore D'Alì è stato a capo del drappello di nove membri della camera alta che hanno chiesto al governo di dichiarare decaduto il Pacchetto Clima dell'Unione Europea, il famoso 20-20-20 (mozione approvata con 137 voti favorevoli, 112 contrari e un astenuto).

Poi ha caldeggiato la riforma del sistema di leggi che governano le aree protette marine e terrestri, chiedendo la possibilità di entrare con lo yatch nelle riserve marine.

Infine, forse per proprio proteggere gli yatch (che, in tempi di crisi, notoriamente rischiano l'estinzione), si è battuto contro le trivellazioni petrolifere off shore nel Canale di Sicilia.

Il ritorno del Vajont: a breve una nuova centrale idroelettrica?

Il ritorno del Vajont: a breve una nuova centrale idroelettrica?


Grande polemica, in provincia di Belluno, per la notizia che il Vajont potrebbe a breve tornare a produrre energia elettrica. La società En&En ha già firmato l'accordo preliminare con i comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso. Nelle casse di questo ultimi andranno un sacco di soldi: secondo la stampa locale addirittura il 60% degli introiti derivanti dalla vendita dei circa 15 milioni di KWh annui previsti.

I comitati dei familiari delle 1910 vittime del disastro del 1963 sono in rivolta: il problema, dicono, è morale. Non certo ambientale né riguarda il pericolo per gli abitanti perché il nuovo Vajont non avrebbe niente a che vedere con il vecchio: è un progetto molto più piccolo di centrale idroelettrica a valle della frana che fece strage.

Si tratterebbe, in pratica, di idroelettrico ad acqua fluente o, al massimo, con un piccolo bacino. Ma questo non basta a spegnere le polemiche ancora oggi, a decenni di distanza dal disastro causato da un mix di errori di progettazione e mancanza di informazione alla popolazione.

Via | Il Gazzettino
Foto | Flickr
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Sull'App Store un gioco per "spennare" uccelli, orsi e tartarughe

Sull\'App Store un gioco per \"spennare\" uccelli, orsi e tartarughe. Proteste degli animalisti


Si chiama "Cut Cut Boom HD Pro" e ha fatto imbestialire gli amanti degli animali. E' un videogioco già disponibile da qualche tempo per l'iPhone e ora anche per l'iPad, si compra sull'App Store di Apple e costa 79 centesimi. Scopo del gioco è sferrare colpi di sciabola contro animali di tutti i tipi per poi cucinarli: il protagonista, infatti, non è un feroce cacciatore ma uno chef.

Il gioco sta avendo un gran successo: è al 7 posto delle vendite di app per iPad in Italia e nella Top 100 di USA, Cina, Regno Unito, Germania, Giappone e Francia. Altrettanto grandi sono i dubbi che suscita un prodotto del genere considerando anche il fatto che, tra gli animali spennati, ce ne sono alcuni che non hanno nulla a che vedere con la cucina come gli orsi e le tartarughe.

Se nel tempo libero la gente si mette a giocare con roba del genere non c'è poi molto da stupirsi se i ragazzini si mettono a tirare calci ai gatti...

Via | Geapress
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Costruire l'Emergenza. Come ho raccontato i rifiuti in Sicilia



Questo video è tratto da "Costruire l'emergenza", una breve inchiesta che racconta in 35 minuti undici anni di non gestione dei rifiuti in Sicilia. Una non gestione che ha portato all'emergenza a singhiozzo che stiamo nuovamente sperimentando in questi giorni.

Costruire l'emergenza è un lavoro che ho realizzato insieme a Paolo Schembari per conto di Cgil Sicilia che, qualche mese fa, mi chiese una sorta di "operazione verità" sui rifiuti, le discariche, i termovalorizzatori.

Lontanissimo dall'aver raccontato tutta la verità (ci vorrebbero giorni per farlo, non certo 35 minuti), spero almeno di aver offerto uno spunto di riflessione critica su un argomento così importante.

Costruire l'emergenza è distribuito con licenza Creative Commons proprio per questo motivo: chiunque può copiarlo e visionarlo liberamente, è un lavoro fatto per circolare nei circoli, nelle piazze e ovunque si voglia iniziare a parlare di rifiuti partendo dai fatti accaduti (e, soprattutto, da quelli che non sono accaduti) nell'ultimo decennio.

Potete trovare tutte le informazioni su questo lavoro sul sito ufficiale e sulla pagina Facebook.

Buona visione.

Bertolaso va via, Legambiente ringrazia

Bertolaso va via, Legambiente ringrazia


Che Guido Bertolaso si sarebbe dimesso oggi da sottosegretario con delega alla Protezione Civile lo sappiamo tutti dal mese scorso. La novità è nelle reazioni di rito e di saluto a questo personaggio che, dalle alluvioni nel messinese al terremoto dell'Aquila, dall'emergenza rifiuti in Campania ai presunti scandali sessuali, da nove anni è protagonista delle cronache italiane. E lo sarà, nel bene e nel male, anche nella storia.

Tra i vari commenti c'è quello di Legambiente, molto diplomatico:

Ringraziamo Guido Bertolaso per l’impegno profuso in questi anni e la capacità di aver portato l’Italia ad avere una Protezione Civile modello a livello internazionale, sempre pronta a rispondere in modo adeguato alle emergenze del Paese

Legambiente non ha tutti i torti: Bertolaso ha il merito di aver trasformato un copro semisconosciuto in uno degli orgogli italiani. Il problema, però, è che cosa ci fai con quel corpo. E, in effetti, l'associazione ambientalista in passato non ha mancato di criticare il "modello Protezione Civile" nella gestione di alcune emergenze, rifiuti in primis.

Certo, per dare un giudizio su nove anni di attività della "nuova Protezione Civile" è ancora presto. E ricordare Bertolaso solo come l'uomo che ha fatto conoscere il corpo e ha portato le tv di tutto il paese a parlare di prevenzione dei disastri e del dissesto idrogeologico è importante ma non basta di certo. Vogliamo ricordarlo così?

Via | Comunicato Legambiente
Foto | Flickr
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Detrazioni fiscali del 55%, Saglia: "oggetto di riflessione da parte del Governo"

Detrazioni fiscali del 55%, Saglia: "oggetto di riflessione da parte del Governo"Mettiamoci d'accordo: abbiamo appena saputo che le promesse fatte dal sottosegretario all'Energia Stefano Saglia sulle detrazioni fiscali in favore del risparmio energetico, almeno per quest'anno, vanno a farsi benedire. Adesso, però, lo stesso Saglia riaccende le speranze di artigiani e proprietari di casa parlandone nuovamente.

Saglia, tra l'altro, parla come se le detrazioni Irpef fossero ancora tra noi:

La detrazione fiscale del 55% sulle ristrutturazioni edilizie e' oggetto di riflessione da parte del Governo. L'efficienza energetica e' fondamentale per centrare gli obiettivi obbligatori europei

E quindi? E quindi promesse, come prima:

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato una formula che prevede un costo netto per lo Stato di 150 milioni di euro a fronte di un volano di investimenti di almeno 3 miliardi. La misura si compensera' da se' grazie al maggior gettito provocato dall'incremento dei lavori. Si tratta di una vera e propria misura di politica industriale

Bellissime parole ma quando arriva norma? Come verrà distribuito il bonus per il risparmio energetico? Chi potrà usufruirne? Basteranno 150 milioni di euro? Le domande sono decisamente troppe. Le risposte troppo poche...

Via | Borsa Italiana
Foto | Flickr
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Adobe Eco House: come costruire una casa con gli scarti e i rifiuti



Ho trovato in rete questo video interessante su un progetto congiunto della Chiang Mai University e la Urban Development Institute Foundation per costruire una casa ecocompatibile partendo da scarti e rifiuti: la gomma che avanza dalla manifattura dei sandali, la segatura, contenitori del latte e bottiglie di vetro.

Il risultato è una casa assai lontana dagli standard occidentali: parliamo di un edificio in mattoni di fango-argilla "conditi" con i rifiuti. L'idea però è interessante, come sempre quando si parla di riciclo creativo, e fa il paio con altre idee altrettanto interessanti per riciclare i rifiuti facendone componenti per l'edilizia. Come nel caso dei mattoni fatti con le buste di plastica.

Aspettando, ovviamente, che il sistema industriale italiano del riciclo dei rifiuti riesca ad avere la meglio sul binomio discarica-inceneritore, tanto amato dai politici nostrani. Nel frattempo prendiamo appunti per il futuro visto che, purtroppo, con le idee mostrate in questo video non riusciamo ancora a costruire una casa in standard europeo.

Via | Ecoideasnet
Video | YouTube
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L'iPhone ti aiuta a riciclare l'alluminio. Negli Usa

L'iPhone ti aiuta a riciclare l'alluminio.Negli UsaQuante cose puoi fare con un iPhone/iPad per la tutela dell'ambiente? Puoi farti una passeggiata nei sentieri dell'Abruzzo, puoi trovare un distributore del metano, puoi scaricare tre applicazioni che fanno bene all'ambiente, puoi scegliere frutta e verdura senza pesticidi, puoi utilizzare il software dell'Enea per scegliere tra fotovoltaico o eolico. Oppure puoi utilizzare "Aluminate".

Aluminate è un'applicazione sviluppata dal colosso americano dell'alluminio Alcoa (quella del famoso "disegno di legge Alcoa") che aiuta a localizzare i punti di raccolta dell'alluminio. Ma serve anche a tenere il conto di quante lattine si consegnano nei punti di riciclo e quanto si guadagna.

Perché, negli Stati Uniti, per ogni lattina consegnata si guadagna un tot. Poco, ma sempre meglio di niente. Aluminate, infine, ha tutta una serie di gadget indispensabili nell'era del web 2.0, come la possibilità di condividere su Facebook i propri successi nel riciclo dell'alluminio.

Interessante l'App, per gli americani. Interessante il modello di business del riciclo, per noi italiani.

Via | Chi lo pesa
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Carbone, paura al porto di Civitavecchia: una nave cargo ha rischiato di esplodere

Carbone, paura al porto di Civitavecchia: una nave cargo ha rischiato di esplodere


Quella di domenica è stata una giornata bruttissima per gli abitanti di Civitavecchia: la nave cargo Garv Prem, battente bandiera di Singapore, che trasportava 70 mila tonnellate di carbone ha rischiato di causare un disastro. Verso mezzogiorno la nave era in sosta nella rada, in attesa di accedere alla banchina di scarico della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord dell'Enel. Ad un certo punto il comandante della nave ha lanciato l'allarme alla Capitaneria di Porto: in una delle sette stive il carbone era arrivato a 55 gradi centigradi di temperatura e, soprattutto, nella stiva si registravano livelli anormali di gas.

Detta in parole povere, se non si riusciva ad abbassare la temperatura e a far sfiatare da qualche parte il gas la nave rischiava di saltare in aria fiondando lapilli infuocati a chilometri di distanza. I militari del mare, a questo punto, hanno deciso di far ormeggiare la Garv Prem nei pressi del terminal container e di fare intervenire il personale del Servizio Chimico del porto e i Vigili del Fuoco.

I tecnici hanno ritenuto opportuno tentare di scaricare parte del carbone, ma ciò è stato possibile solo alle nove della sera quando la temperatura è scesa a livelli accettabili e, soprattutto, parte dei gas presenti nella stiva erano usciti fuori grazie all'apertura delle bocchette di ventilazione.

Le operazioni di scarico del carbone, sorvegliate a vista dai Vigili del Fuoco, sono terminate alle 23:30 senza ulteriori problemi. E' evidente, però, che il rischio corso domenica è stato realmente elevato e che si è evitato il peggio solo grazie all'attenzione del capitano della nave, che ha avvertito le autorità subito, e al lavoro dei tecnici che sono riusciti, seppur dopo diverse ore, a limitare i rischi.

Via | Civitonline
Foto | Flickr
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Il mondo secondo Monsanto, un documentario da vedere



"Il mondo secondo Monsanto. Storia di una multinazionale che vi vuole molto bene" (Macrovideo, 2010) è un film documentario di Marie-Monique Robin, pluripremiata giornalista francese. E' un lavoro molto complesso, lungo (109 minuti) e dal classico ritmo francese: se serve una pausa per riflettere e capire, non è un problema.

Monsanto, qualora ancora qualcuno dei lettori non lo sapesse, è la multinazionale leader nel mondo nel settore delle colture transgeniche. Anche se questa frase è riduttiva: il primo pregio di "Il mondo secondo Monsanto", infatti, è rispondere alla domanda "cos'è Monsanto". Non tutti sanno, infatti, che l'agricoltura transgenica è solo l'ultima avventura commerciale dell'azienda che, nei decenni passati, ha fatto la propria fortuna con due prodotti: il diserbante Roundup e l'ormone sintetico della crescita per i bovini.

Due invenzioni che hanno rivoluzionato, rispettivamente, l'agricoltura e la zootecnia. Il lavoro di Marie-Monique Robin inizia proprio da questi due prodotti e dalla loro storia assai controversa. Il Roundup, infatti, è al centro di numerose critiche ed è oggi bandito da molti mercati nel mondo. Stessa sorte per l'ormone che, da una parte, ha permesso alle vacche americane di moltiplicare la propria produzione di latte ma, dall'altra, è stato oggetto di sconcertanti studi veterinari che ne mettono in dubbio la salubrità.

Greenpeace contro i biocarburanti: sono peggio dei combustibili fossili

Greenpeace contro i biocarburanti: sono peggio dei combustibili fossili


Se l'Europa dovesse rispettare i suoi propositi in fatto di biocarburanti una superficie di terreno pari a quella dell'intera Irlanda verrebbe convertito a coltivazioni energetiche. E' l'ultimo allarme di Greenpeace sui biocarburanti contenuto nel dossier "Biocarburanti: l’impatto delle strategie UE. Quando bio non è sinonimo di verde" realizzato in collaborazione con altre associazioni ambientaliste.

Molte, a dire il vero: ActionAid, Bird Life International, Client Earth, European Environmental Bureau, Fern, Friends of the Earth Europe, Wetlands International, Transport & Environment. Tutte vogliono lo stop ai biocarburanti perché se realmente nel 2020 l'Europa dovesse arrivare alla miscelazione di almeno il 9,5% di biocarburanti in ogni serbatoio il territorio verrebbe stravolto.

Le associazioni forniscono un po' di numeri: tra 41.000 e 69.000 km² di ecosistemi naturali verrebbero convertiti in piantagioni. E 69.000 km² sono pari alla superficie dell’Irlanda, a due volte la superficie del Belgio, a tutta la superficie agricola della Spagna. Tutto trasformato in un deserto verde di piantagioni oleose.

Biomasse, la Regione Sicilia condannata per i ritardi nell'autorizzazione di una centrale

Biomasse, la Regione Sicilia condannata per i ritardi nell\'autorizzazione di una centraleVi ricordate quando la Regione Sicilia fu bacchettata dal Tar per i ritardi biblici nella concessione dell'autorizzazione unica ad un impianto di biomasse a Modica, in provincia di Ragusa? Bene, ora per gli uffici palermitani arriva un'altra batosta: il ricorso della Regione al Consiglio di Giustizia Amministrativa contro la sentenza del Tar in questione è stato respinto e l'ente dovrà pagare milioni e milioni di euro di risarcimento alla società.

I fatti iniziano nel 2005 quando la New Energy Srl chiede alla Regione l'autorizzazione unica per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da biomassa. E, dal punto di vista imprenditoriale, ci potremmo fermare anche qui perché tutto quello che seguì a quella richiesta non è altro che burocrazia: un tunnel infinito di rimpalli di competenze e di scaricabarili che hanno portato la società a rivolgersi alla giustizia poiché, oltre al tempo, aveva perso anche la bellezza di 13 milioni di euro di contributi europei.

Il Tar, nel marzo scorso, le diede ragione ma senza imporre alla Regione il risarcimento completo. Cioè quello con i 13 milioni mancanti. Il Cga, invece, ha deciso che anche quei fondi dovranno essere risarciti alla New Energy visto che la loro mancata erogazione è, effettivamente, un danno per l'azienda.

Tra le righe della sentenza del Cga, soldi a parte, si legge anche una cosa molto interessante: la Regione Sicilia (che è a statuto speciale) non ha competenze sulla tutela dell'ambiente:

Non va infatti dimenticato che, alla stregua della giurisprudenza della Corte costituzionale, la tutela dell’ambiente (non espressamente prevista dallo statuto regionale) rientra nell’ambito della legislazione esclusiva di cui all’art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, sicché la disciplina statale in materia costituisce un limite alla disciplina che le Regioni e le Province autonome possono dettare in altri ambiti di loro rispettiva com-petenza (sentenze n. 378 del 2007, n. 104 del 2008 e n. 67 del 2010)

Considerando le centinaia di autorizzazioni pendenti a Palermo questa precisazione potrebbe costare alla Regione molto di più del risarcimento alla New Energy. Che, giusto per ricordarlo, in totale ammonta a circa 20 milioni di euro.

Via | Consiglio di Giustizia Amministrativa
Foto | Flickr
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Il Minambiente ha bocciato il piano rifiuti Sicilia? E intanto a Bellolampo...

Il Minambiente ha bocciato il piano rifiuti Sicilia? E intanto a BellolampoLa discarica palermitana di Bellolampo può riaprire. Anzi no: deve chiudere per sempre. Dietrofront: apre e la allarghiamo pure. Notizie contrastanti in merito all'emergenza rifiuti siciliana che non lasciano affatto ben sperare.

Secondo la Protezione Civile Bellolampo (chiusa per un "presunto" crollo nei giorni scorsi) non ha alcun problema e si può continuare a conferire i rifiuti mentre procedono alacremente i lavori per la costruzione dell'ormai famosa "sella" tra la quarta vasca e la quinta, che darebbe ulteriore respiro alla città di Palermo.

Secondo l'Arpa, l'Azienda sanitaria provinciale e la Provincia Regionale di Palermo, invece, la discarica va chiusa del tutto perché completamente fuori norma. O, almeno, così afferma Davide Faraone consigliere comunale del Pd di Palermo:

L'esito dell'ispezione effettuata dall'Arpa congiuntamente all'Asp 6 e ai tecnici dell'Area ambiente della provincia Regionale di Palermo e il relativo verbale non lascia adito a dubbi. La quinta vasca andrebbe chiusa e come si evince dal verbale del suddetti uffici 'vanno trovate soluzioni alternative ed impianti alternativi...' a Bellolampo'

Ma la cosa più inquietante, sempre a detta di Faraone, è un'altra:

Fra l'altro mi è giunta notizia che il Piano regionale dei Rifiuti è stato bocciato dal ministero dell'Ambiente

Se fosse vero sarebbe tremendo, si ricomincerebbe tutto da zero. Anzi no: da Napoli...

Via | Sicilia Informazioni
Foto | Flickr
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