
Se l'Europa dovesse rispettare i suoi propositi in fatto di biocarburanti una superficie di terreno pari a quella dell'intera Irlanda verrebbe convertito a coltivazioni energetiche. E' l'ultimo allarme di Greenpeace sui biocarburanti contenuto nel dossier "Biocarburanti: l’impatto delle strategie UE. Quando bio non è sinonimo di verde" realizzato in collaborazione con altre associazioni ambientaliste.
Molte, a dire il vero: ActionAid, Bird Life International, Client Earth, European Environmental Bureau, Fern, Friends of the Earth Europe, Wetlands International, Transport & Environment. Tutte vogliono lo stop ai biocarburanti perché se realmente nel 2020 l'Europa dovesse arrivare alla miscelazione di almeno il 9,5% di biocarburanti in ogni serbatoio il territorio verrebbe stravolto.
Le associazioni forniscono un po' di numeri: tra 41.000 e 69.000 km² di ecosistemi naturali verrebbero convertiti in piantagioni. E 69.000 km² sono pari alla superficie dell’Irlanda, a due volte la superficie del Belgio, a tutta la superficie agricola della Spagna. Tutto trasformato in un deserto verde di piantagioni oleose.
Ma c'è anche di peggio: le emissioni di CO2 potrebbero addirittura peggiorare a causa della trasformazione di boschi e foreste in distese agricole. La stima è preoccupante: tra l’81 e il 167% di emissioni di gas serra in più rispetto a combustibili fossili.
E, per finire, potrebbe andare anche peggio se una grossa parte di questi biocarburanti venissero importati dall'estero: ci sarebbe la distruzione delle foreste nei luoghi di produzione e, in più, una consistente emissione di gas serra a causa del trasporto in Europa dei combustibili bio. Ma non verdi.
Via | Greenpeace
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog