Tutto questo nonostante la forte carenza di mais sul mercato interno e la necessità di importarne una gran quantità per garantire la sicurezza alimentare della nazione più popolosa del mondo. Per Coldiretti si tratterebbe di
una ulteriore dimostrazione della volontà di un numero crescente di paesi di respingere le provocazioni e le forzature (consapevoli o meno) attuate con la coltivazione o il commercio di ogm illegali, come è già avvenuto recentemente in Italia per il mais o in Svezia per la patata biotech non autorizzati con le decisioni di distruggere i raccolti
In realtà la Cina ha sempre avuto una politica molto ambigua sugli organismi geneticamente modificati: accusata già dal 2006 di spargere nel mondo riso ogm aveva legiferato una stretta sulle produzioni biotech, salvo poi essere nuovamente accusata da Greenpeace, quest'anno, di venderlo ancora.
E' altamente probabile, quindi, che ogni tipo di decisione prenda la Cina sul mais ogm, sia essa positiva o negativa, dipenda più da politiche commerciali che da valutazioni sulla salubrità degli alimenti e sulla salute dei consumatori. In questo caso, poi, non è affatto improbabile che il gigante asiatico abbia voluto mandare un segnale al colosso internazionale dell'agricoltura geneticamente modificata.
Via | Coldiretti
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Questo post l'ho scritto per Ecoblog