
Grande polemica, in provincia di Belluno, per la notizia che il Vajont potrebbe a breve tornare a produrre energia elettrica. La società En&En ha già firmato l'accordo preliminare con i comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso. Nelle casse di questo ultimi andranno un sacco di soldi: secondo la stampa locale addirittura il 60% degli introiti derivanti dalla vendita dei circa 15 milioni di KWh annui previsti.
I comitati dei familiari delle 1910 vittime del disastro del 1963 sono in rivolta: il problema, dicono, è morale. Non certo ambientale né riguarda il pericolo per gli abitanti perché il nuovo Vajont non avrebbe niente a che vedere con il vecchio: è un progetto molto più piccolo di centrale idroelettrica a valle della frana che fece strage.
Si tratterebbe, in pratica, di idroelettrico ad acqua fluente o, al massimo, con un piccolo bacino. Ma questo non basta a spegnere le polemiche ancora oggi, a decenni di distanza dal disastro causato da un mix di errori di progettazione e mancanza di informazione alla popolazione.
Via | Il Gazzettino
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog