E se invece di spendere i soldi per piangere sul latte versato si iniziasse a mettere mano al portafogli per mettere in sicurezza il territorio? Se lo chiede Legambiente che, fatti due conti, denuncia il fatto che, oltre ai numerosi morti e feriti, dall'ottobre del 2009 a quello del 2010, il dissesto idrogeologico ha causato un danno economico pari a quasi 240 milioni di euro:
238.394.400,00 euro sono stati predisposti dall’ottobre 2009 ad oggi per intervenire e recuperare i danni delle principali emergenze idrogeologiche nel nostro Paese. Un miliardo di euro è la cifra stanziata dal ministero dell’Ambiente per la messa in sicurezza
Una scelta, afferma Legambiente, poco intelligente visto che con un milione e mezzo di euro si possono realizzare ben sette interventi concreti sui fiumi minori per mettere definitivamente in sicurezza un comune. Così, mentre ancora piovono acqua, sangue e soldi sull'Italia del dissesto (si vedano le ultime alluvioni di questi giorni, come quella di Vicenza o quella di Massa) l'associazione ambientalista stila una tabella delle principali spese affrontate dal paese per mettere le pezze.
Prima in classifica la provincia di Messina, colpita giusto un anno fa dall'alluvione, alla quale sono andati ben 70 milioni di euro, più ulteriori 60 con un'altra ordinanza di protezione civile (alcuni dei quali, come di certo ricorderete, finiti a pagare le divise dei vigili urbani). Subito dopo, con 38 milioni, si piazza il comune di Casamicciola in provincia di Napoli, colpita da un'altra alluvione nel novembre dell'anno scorso. Terze sullo stesso gradino del podio Emilia-Romagna, Liguria e Toscana per gli eventi meteorologici del dicembre 2009 - gennaio 2010.
La risposta di Legambiente a tutto questo è prevenire, invece che curare:
La ricetta proposta da Legambiente prende in considerazione gli interventi possibili sul reticolo idrografico minore, su quei fiumi, torrenti e fossi che sembrano rappresentare oggi la vera emergenza dell’Italia. Senza considerare gli interventi sui grandi bacini, più complessi e costosi, con circa un milione e mezzo di euro è possibile intanto realizzare opere come la manutenzione ordinaria dei tratti cittadini, la stabilizzazione del movimento franoso, gli interventi di ingegneria naturalistica, la demolizione delle case in alveo ecc. Tutti interventi necessari e concretamente realizzabili che, con le debite proporzioni, possono essere riproposti in tantissimi comuni per rendere sicuri i territori solcati da torrenti e fiumare
Via | Comunicato Stampa Legambiente
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog