Arriva anche la terza azienda produttrice di pannelli fotovoltaici nell'isola. Ma nel frattempo il rapporto dei siciliani con le rinnovabili è sempre ambiguo. I politici locali, poi...
Per prima ci ha pensato Moncada Energy. Poi è arrivato il binomio Enel-Sharp. Adesso la filiera fotovoltaica siciliana si arricchisce di un terzo attore. Si tratta dell'azienda ragusana Cappello, nota ai più per la produzione di alluminio e profilati metallici che, a breve, dovrebbe inaugurare una fabbrica di pannelli fotovoltaici.
Nell'attesa, ha già calato il jolly presentando alla stampa un brevetto che potrebbe fare gola a molti: si tratta di un pannello fotovoltaico integrato nelle coperture di alluminio per i capannoni industriali, i magazzini, i depositi o altre grandi strutture civili, artigianali e industriali.
L'idea sembrerebbe banale ma non lo è affatto: avere un pannello integrato permette di godere di incentivi statali molto più ricchi e di ammortizzare in fretta la spesa per l'impianto. E prima l'ammortizzi, prima ci gominci a guadagnare qualcosina...
Il potenziale mercato, già nella sola Sicilia, è enorme. Se consideriamo tutto il paese i numeri crescono notevolmente perchè, a parte il recente caso dell'accordo Enel-Marcegaglia, sono ben pochi gli imprenditori italiani ad aver scelto l'opzione verde per i propri tetti.
Adesso, però, la possibilità di guadagnare prima e di più potrebbe far cambiare idea a qualcuno.
Qualcosa, quindi, si muove persino in Sicilia. Peccato, però, che ci siano ancora forti ostacoli provenienti dal mondo politico e casi estremi come quello di Sgarbi e Striscia la Notizia che hanno portato al blocco di un parco fotovoltaico proprio nel ragusano.
Peccato, infine, che anche nel settore dell'edilizia civile i siciliani ancora stentino a cogliere l'opportunità del tetto fotovoltaico, come ha puntualmente mostrato Armando Fanelli.
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