Troppi tumori nell'inquinatissima Gela, sede della raffineria dell'Eni e di molte aziende dell'indotto. Il Movimento pro polo oncologico di Gela, che si batte per avere in città un ospedale dedicato ai malati di tumore, ha fatto due conti per ribadire che i numeri non tornano. A detta di Maurizio Cirignotta, presidente del movimento
secondo i dati forniti dal registro tumori Caltanissetta–Ragusa siamo difronte a 4.083 diagnosi per tumori maligni a Gela, dato che si riferisce al solo periodo 2004-2008. Tra il 2004 ed il 2007 i decessi causati da tumori in questa città raggiungono la soglia di 618. Purtroppo il problema non riguarda solo Gela, ma si estende anche ai comuni vicini, da Niscemi a Butera, tutti rientranti in un’area ad alto impatto ambientale
Che Gela sia una bomba ecologica e sanitaria ormai lo sanno tutti: basti ricordare che il petrolchimico è alimentato da una centrale a Pet Coke, che è uno scarto tossico del petrolio che in teoria non potrebbe essere bruciato, o che ci sono ben 500 lavoratori riuniti in un comitato che chiedono si riconosca loro l'indennizzo per il rischio amianto, che al petrolchimico ancora abbonda come ha ammesso persino la locale Azienda Sanitaria Provinciale.
Basta leggere il rapporto Mal'Aria di Legambiente, poi, per scoprire che la raffineria di Gela è la seconda vertenza ambientale per importanza in Italia dopo l'Ilva di Taranto. In una situazione del genere, se proprio non si vuole togliere il male, si potrebbe almeno costruire la cura.
Via | Sicilia Informazioni
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