Northern Petroleum, che da mesi scandaglia il Canale di Sicilia in cerca di petrolio e gas naturale, ha rilasciato un comunicato nel quale afferma chiaramente che le norme volute dalla Prestigiacomo non cambiano di una virgola le attività dell'azienda. Il grosso delle quali, ovviamente, è oltre quelle cinque-dodici miglia vietate:
As previously reported, the legislation banning most of the drilling within up to 12 nautical miles off the coast, and not deepwater drilling as has been incorrectly reported elsewhere, has had only a small effect on the Company's assets. Most of Northern's permits and applications are in deeper water and further offshore
Le perforazioni, quindi, si faranno e anche presto: Northern Petroleum afferma che si inizia entro primavera. Probabilmente è proprio il clima a rallentare le operazioni, non certo la legge:
In the Thrust and Fold Belt core area offshore Sicily, alongside joint venture partner Shell Italia, the (1520km²) 3D seismic evaluation continues with a decision to drill required before the end of Q1 2011
Nel mare tra la Sicilia e l'Africa, d'altronde, di petrolio e gas ce ne sono in abbondanza: Shell ha già detto di aspettarsi almeno 150mila barili al giorno e Bp, reduce dal disastro della marea nera, si appresta a trivellare il fondo del mare libico ad altissima profondità.
Credevate che la politica avrebbe potuto fermare la grande industria del petrolio?
Via | Comunicato stampa Northern Petroleum
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