Dopo l'assegnazione agli enti locali della gestione del Parco Nazionale dello Stelvio il Corriere della Sera, il 23 dicembre, ha pubblicato una lettera firmata dall'economista (e alpinista) Marco Vitale. Una lettera, sostanzialmente, di dolore per quello che Vitale definisce lo "smembramento" del parco.
Nella lettera, però, c'è anche una critica alle associazioni ambientaliste, e al Wwf in particolare, per aver permesso che si devastasse il parco in occasione dei mondiali di sci di Bormio 2005:
Sulla parte lombarda si riversò poi lo scandalo dei Mondiali di sci, nei quali la Regione Lombardia, con una pioggia di denari pubblici in misura almeno doppia se non tripla di quanto era funzionalmente necessario, ha liberato (con l'acquiescenza dei movimenti ambientalisti del Parco stesso in persona dell'ex presidente del Wwf, Osio, e degli organi statali preposti alla tutela dell'ambiente e del paesaggio) tutti i più perversi appetiti e disegni, innestando nella zona un'involuzione paesaggistica, ambientale, culturale, morale, politica, economica, paurosa e forse irreversibile
Il Wwf, però, non ci sta e rispolvera un vecchio video girato e fatto girare dall'associazione proprio mentre costruivano gli impianti. Inoltre il Wwf ricorda che nel settembre scorso il Consiglio di Stato, dopo qualche anno di attesa, ha reso giustizia all'ambiente e agli ambientalisti annullando il decreto di Valutazione di impatto ambientale, emanato dalla Regione Lombardia, relativo agli impianti di risalita, alle nuove piste e ad altre strutture che sono state poi costruite in occasione dei mondiali.
Il Parco dello Stelvio, in realtà, da parecchio tempo è sotto pressione: a causa del riscaldamento globale le piste vengono costruite sempre più ad alta quota, nelle zone naturalisticamente più pregiate.
I nuovi impianti costruiti in occasione dei mondiali, però, hanno fatto un danno ancora più grande. Dopo la condanna ai lavori venuta due anni fa dalla Unione Europea, ora anche la giustizia amministrativa conferma che l'abbattimento di 2.500 alberi per far posto alle piste è stato uno scempio.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, quindi, il Wwf non accetta tirate di orecchie: già nel settembre scorso, sulla rivista "Panda", la presidente lombarda dell'associazione scrisse che
al WWF non sono infatti bastati tre ricorsi al TAR, un esposto alla Corte dei Conti per danno all’erario, un esposto alla Procura penale ed un reclamo all’Unione europea per violazione della normativa comunitaria per fermare la macchina dei lavori di adattamento della zona sciistica di Santa Caterina Valfurva e correlate infrastrutture. La scarsa sensibilità della pubblica amministrazione prima e la lunghezza dell’iter della giustizia nazionale e comunitaria poi, hanno purtroppo portato alla distruzione di habitat naturali molto importanti per la conservazione della flora e della fauna
A questo punto il Wwf mira al ripristino dei luoghi e all'individuazione delle responsabilità nella speranza di riportare il Parco dello Stelvio, almeno in parte, allo stato in cui era prima dei mondiali di sci del 2005.
Via | Wwf
Video | YouTube