A tutto gas, ma chi paga?


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L'annosa questione dell'Ucraina supera i confini dell'inverno: con sei mesi d'anticipo già si parla nuovamente dei debiti di Naftogaz. E del futuro dell'Europa. Eravamo abituati a considerarla una soap opera tipicamente invernale, ma la vicenda del gas russo in transito dall'Ucraina, ancora una volta, stupisce tutti e fa parlar di se persino inquesto afoso maggio.

La proposta è venuta inizialmente da Gazprom: l'Europa paghi i debiti ucraini e avrà gas in abbondanza e garantito per tutto l'inverno, come i patti prevedono. Tecnicamente, però, Gazprom parlava di un prestito all'Ucraina da parte della Ue. Valore: 5 miliardi di dollari.

Ora si aggiunge la proposta Berlusconi: l'Europa paghi il 50% del debito ucraino, per il bene degli approvvigionamenti. Non è chiaro, però, se Berlusconi si riferisca a un prestito o a un regalo e, poichè la proposta verrà ufficializzata solo al vertice Ue del 18 giugno, qualunque cosa pensi il premier sarà frainteso entro quella data.

Quindi è perfettamente inutile commentare la notizia e chiedersi che fine dovrebbero fare tutti questi soldi. Quello che si può dire sin da subito, però, è che Gazprom ha trovato un modo geniale per "fregare" ancora una volta, l'Unione Europea.

Si sa che Gazprom e Eni stanno progettando due mega gasdotti (South Stream e North Stream) che dovranno collegare Russia e stati europei scavalcando l'Ucraina e, così, mettendo fine alla telenovela invernale. Si sa anche che l'Ue avrebbe un progetto alternativo, il gasdotto Nabucco, che non "pescherebbe" il gas in Russia ma nei paesi ex sovietici dell'Asia centrale.

Si sa, infine, che i soldi non crescono sugli alberi e che se l'Europa da 5 miliardi di dollari all'Ucraina non li avrà mai indietro. E siccome ognuno dei tre gasdotti in questione, alla fine della fiera, costerà mediamente 15 miliardi di dollari, è evidente che se Bruxelles cade nella trappola russa il Nabucco se lo può scordare...

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