Rete elettrica. Pace fatta in Sicilia?



Firmato un protocollo d'intesa tra Terna e Regione. Ma non è tutto oro quel che luccica...

La Regione Siciliana e Terna fanno pace. O almeno depongono temporaneamente le armi...
Oggetto del contendere l'ormai mitico e mitologico potenziamento della rete elettrica siciliana ad alta tensione (la 380Kv, in pratica la dorsale), che in Sicilia, allo stato attuale, è poco più che un filo di rame.

L'intesa prevede “lo scambio di informazioni cartografiche e territoriali e la sperimentazione della Valutazione ambientale strategica”. Cioè, in pratica, saremmo ancora in fase di studio...

Il responsabile del Servizio Via-Vas dell'assessorato regionale territorio e ambiente, Natale Zuccarello “ha dato la propria disponibilità a collaborare con gli enti locali per affrontare e superare le criticità ambientali che possono emergere a seguito della realizzazione delle opere”.

Mi si permetta la battuta: e ci mancherebbe!

Qui qualcuno non ce la racconta giusta: la Regione dice, da anni, che Terna non vuole spendere soldi in Sicilia mentre Terna dice che è la Regione che non mette i bolli...

Ma c'è di più: secondo l'assessore al Territorio e Ambiente Sorbello l'obbiettivo è quello di "dare una risposta concreta alla domanda di sviluppo della Sicilia, garantendo la salvaguardia ambientale attraverso il sistema degli interventi compensativi".

Ma, se conosco a sufficienza l'italiano, se un intervento è “compensativo” vuol dire che un danno è stato fatto, altrimenti non si capisce che cosa dovrebbe compensare Terna o chiunque altro lavori in Sicilia.

In realtà, per dire le cose come stanno, l'accordo di oggi non è altro che l'aggiornamento della vicenda in base al recente Piano energetico regionale che, al Punto 6 a Pag. 14, prevede che nel caso in cui, in sede di conferenza dei servizi, i vari attori non si mettano d'accordo, chi propone l'opera può “ammorbidire” chi la riceve con adeguate misure compensative: riforestazioni, rinaturalizzazioni degli alvei dei corsi d'acqua, disinquinamento di litorali etc. etc..

Il che, sempre se conosco a sufficienza l'italiano, non vuol dire prevenire un danno ma farselo perdonare riparandone un altro...

E, per di più, ancora non abbiamo capito se l'attuale stato della rete siciliana costituisce un limite tecnico allo sviluppo delle fonti rinnovabili oppure no.

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