I sindacati scrivono al sottosegretario: non smembrate Sogin.
Da alcuni mesi la Sogin (quel pezzetto di Stato che, da una ventina d'anni dovrebbe "smontare" le vecchie centrali nucleari dismesse dopo il referendum) è tornata ad essere oggetto di discussione.
Per anni ha sonnecchiato tranquilla, distribuendo stipendi e consulenze senza rompere le scatole a nessuno. Ogni tanto capitava qualche piccolo incidente, dovuto all'età avanzata delle centrali (o di chi ci lavora, son sempre loro...), ogni tanto qualche fusto radioattivo veniva spostato, ogni tanto veniva piazzato sotto la pioggia a corrodersi, ma niente di particolarmente allarmante e grazie al cielo siamo ancora tutti vivi e in discreta salute.
Da quando il governo si è messo in testa di rifare il nucleare, però, si è voluto sbarazzare della Sogin progettando di "smontarla" in tanti pezzettini. Forse, volendo pensar male (e quindi probabilmente azzeccandoci) per distribuire i costi e le responsabilità: più sono piccoli i pezzetti di carne dello spezzatino, più la carne stessa sa di patate...
I sindacati non l'hanno presa benissimo: dopo una serie di scioperetti e sit-in l'ultima è una missiva a Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L'uomo più vicino al Cavaliere che ci sia...
Che dire, se scrivono a gente così in alto si vede che hanno paura veramente. Però ci potevano pensare anche prima... non è che alla Sogin, dal dirigente di turno all'operaio di primo pelo, si siano mai ammazzati di lavoro.
Ok, il pesce puzza sempre dalla testa e alla Sogin la testa è sempre stata un "politico", di nomina o di fatto. Ma, signori miei, il nucleare non è proprio la cosa più trascurabile del mondo...
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