In Italia l'energia elettrica costa troppo? Sono in molti, moltissimi, a pensarlo e facendo paragoni con i vicini di casa europei spesso si nota che è anche vero. Come mai?
Su questo, invece, non sono tutti d'accordo: perché non abbiamo il nucleare, dice Tizio. Perché dobbiamo pagare un salasso di conto energia per le rinnovabili, dice Caio. Perché abbiamo infrastrutture elettriche da terzo mondo e quasi il 20% dell'energia che gira in Italia si spreca nei cavi elettrici, dice Sempronio.
Poi arriva uno e dice: perché qualcuno fa il furbetto. Senza neanche nascondersi nel quartierino, ci sarebbe da aggiungere. "Uno", in realtà, non è "uno qualunque": è l'Antitrust che ha appena diramato una nota con la quale comunica di aver iniziato un accertamento nei confronti di due società del gruppo svizzero EGL (EGL Italia e Calenia Energia), due società del gruppo svizzero Repower (Repower Italia e SET) e Tirreno Power (controllata da EblAcea e Energia Italiana) per una possibile "intesa restrittiva della concorrenza sui mercati dei servizi di dispacciamento acquistati dalla società Terna".
Detto in parole un pizzico più semplici, e riportando la nota:
Secondo l’Antitrust tali società potrebbero avere attuato comportamenti finalizzati alla ripartizione del mercato relativo ad alcuni servizi di dispacciamento acquistati da Terna, in particolare il servizio di accensione al minimo tecnico nei giorni festivi in Campania, che Terna impiega per assicurare il mantenimento della tensione sulla rete in quell’area nelle ore di basso carico
Più nello specifico, leggendo il provvedimento:
In data 28 maggio 2010 è giunta una segnalazione in cui si denunciava la formazione di un cartello consistente in un accordo per offrire a turno nei fine settimana, a prezzi non concorrenziali, l’accensione delle centrali site nella zona Centro-Sud e in particolare nei pressi della centrale di Teverola (CE). La centrale di Teverola, insieme alla centrale di Sparanise e a quella di Napoli Levante, fa parte di un gruppo di impianti che sono necessari al gestore della rete di trasmissione nazionale, Terna S.p.A. (di seguito, Terna), per il mantenimento della tensione sulla rete in Campania nelle ore di basso carico e in particolare nei giorni festivi
Ecco il trucco: le società si sarebbero messe d'accordo per offrire a turno la propria capacità produttiva a Terna "nel momento del bisogno". Togliendo la concorrenza il prezzo sale e tutti sono felici. Tranne gli utenti, ovviamente, che iniziano a sbraitare contro le rinnovabili, contro le linee elettriche o in favore del nucleare. E, perché no, iniziano a filosofeggiare sul "mix energetico".
E siccome non è la prima volta che l'Antitrust pizzica le società elettriche che fanno giochetti del genere sulla compravendita di energia elettrica (recentissima l'indagine su Enel ed Edipower in Sicilia, culminata con l'accettazione da parte delle due società di quanto imposto dall'Antitrust, anche se continuano a dire che non era niente vero), qui si inizia a insinuare un dubbio: vuoi vedere che fanno il nucleare, che fanno l'eolico e il fotovoltaico, che fanno pure gli elettrodotti le smart grid e persino il Desertec ma, alla fine, all'arrivo della bolletta continuiamo a piangere lo stesso?
Via | Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog