La gigantesca discarica palermitana di Bellolampo, una discarica che da tempo è ormai insufficiente per contenere l'enorme mole di rifiuti indifferenziati prodotti dalla città di Palermo, sarebbe stata interessata da un crollo e, di conseguenza, la quinta vasca appena inaugurata sarebbe stata chiusa.
Il fatto è riportato dalla stampa siciliana ma smentito dall'Amia, la municipalizzata palermitana dei rifiuti, che afferma che a Bellolampo non c'è nessun problema:
Ad oggi, non si è riscontrato alcun cedimento degli argini di contenimento della vasca né, tanto meno, alcun crollo della stessa. Semmai, in corrispondenza della parte sommitale (lato Nord-Ovest) della vasca, si è riscontrata la formazione di un solco tra la stradina di servizio e la vasca. In via preventiva e prudenziale, si è disposta la sospensione temporanea della gestione operativa in vasca per consentire le necessarie verifiche e valutazioni sulle cause dell'evento, al fine di eseguire i necessari interventi, di concerto con chi ha progettato e diretto la costruzione della struttura
Il danno, quindi, non è confermato ma la chiusura dell'unica vasca ancora semivuota sì. Una vasca che è stata appena autorizzata e aperta e che durerà pochi mesi. La riapertura della quarta vasca è la conseguenza di questa situazione che, tra l'altro, pone anche un problema serio: se fosse confermato il cedimento, infatti, verrebbe meno il progetto di collegare tramite una "sella" la quarta e la quinta vasca e la capacità di abbancamento dei rifiuti verrebbe diminuita ulteriormente. Come fa notare il deputato del Pd Davide Faraone:
Tra la quarta e la quinta vasca doveva essere realizzata una "sella" su progetto della Protezione civile. A questo punto, dopo il crollo, mi chiedo se questo progetto è ancora in piedi. Se questo progetto non andasse avanti il programma della Regione verrebbe meno e non ci sarebbe più quell'autonomia di 8-12 mesi prevista dalla costruzione della 'sella' e bisognerebbe forse anticipare l'esportazione dei rifiuti all'estero
L'immondizia nelle strade del capoluogo siciliano, quindi, potrebbe tornare molto prima del previsto. Raffaele Lombardo, nel frattempo, non perde l'occasione per polemizzare con il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. In una intervista di pochi giorni fa rilasciata all'Espresso, infatti, il presidente della Regione Sicilia ha definito la Prestigiacomo "ministra per la devastazione dell'ambiente" e, in merito alla visita di quest'ultima nella Valle del Dittaino accompagnata dal Ros e dal capitano "Ultimo", Lombardo Ironizza:
Già, il Ros è molto attivo, da qualche tempo, in Sicilia...
E poi la stoccata contro Berlusconi, Presigiacomo e Bertolaso, dai quali ancora aspetta i 200 milioni di euro (provenienti dai fondi Fas che servivano per strade e ferrovie) promessi per risolvere l'emergenza rifiuti in Sicilia e i quali ancora aspettano da Lombardo il nuovo piano rifiuti:
Lui (Bertolaso, ndr), la Prestigiacomo e il presidente del Consiglio tornano a battere sui termovalorizzatori col pretesto della mancata consegna del nuovo piano dei rifiuti. Beh, gliel'abbiamo spedito venerdì 15, via mail alle 3.05 di notte, dopo che mi sono letto e rivisto 120 pagine più 300 di allegati
E, sempre sugli inceneritori, il presidente siciliano afferma che siano la causa di tutti i suoi guai giudiziari:
Sa quando comincia la mia vicenda giudiziaria? Quando assesto un colpo micidiale sul piano dei rifiuti. Bloccati i termovalorizzatori, una partita da 5-6 miliardi di euro, mi ritrovo sul tavolo la richiesta dell'Agenzia regionale rifiuti, diretta da un uomo dell'ex-presidente Totò Cuffaro, di rimborsare comunque le aziende, la Falck e le altre scelte nella gara fasulla di cui parla Pecorella, per le spese che avrebbero sostenuto nei siti dove dovevano sorgere i termovalorizzatori: un conto da 329 milioni
Per quanto riguarda i rifiuti, quindi, l'inverno in Sicilia sarà molto caldo: discariche che scoppiano (e crollano), raccolta differenziata inesistente, soldi e piani che vanno e vengono e, ciliegina sulla torta, leader e commissari che si azzuffano.
Come sempre, quando si parla di rifiuti, bisogna chiedersi: in questa situazione, chi ci guadagna?
Via | Sicilia Informazioni, L'Espresso
Questo post l'ho scritto per Ecoblog