In un'ottica di riduzione delle emissioni di CO2 e gas serra, e restando nella teoria senza addentrarsi troppo nella pratica, che il "negawatt" meglio di qualunque megawatt non ci vuole molto a capirlo: consumare meno e ridurre gli sprechi con una sana politica di risparmio energetico è alla base di tutto.
Da questo presupposto alla polemica nei confronti delle energie rinnovabili, però, il passo è sempre troppo breve. L'ultimo esempio di questo tipo di ragionamento deriva da Adicunsum, l'associazione di difesa dei consumatori e dell'ambiente promossa dalla Cisl, che ha pubblicato le proprie proposte per un'economia verde.
Secondo l'Adiconsum, a livello di costi, tra efficienza e rinnovabili non c'è paragone:
Per risparmiare 1 kWh/anno in efficienza energetica occorrono 1,8 euro di investimento, per produrre 1kWh/anno con pannelli fotovoltaici occorrono 5,0 euro di investimento
Numeri in realtà poco significativi perché bisogna vedere come lo risparmi, e come lo produci, quel benedetto kw/h ma il discorso nel suo complesso è corretto: risparmiare costa meno che produrre ed è una scelta sempre vincente sia per l'economia che per l'ambiente.
E, infatti, giustamente Adiconsum torna a chiedere la reintroduzione delle detrazioni fiscali del 55% per le opere sugli edifici civili. Detrazioni che, a detta del sottosegretario Stefano Saglia potrebbero tornare a breve.
Il problema, però, è che il risparmio non basta e la produzione di energia elettrica va in ogni caso incrementata. Anche su questo tema Adiconsum ha le idee chiare e ha da ridire sull'attuale sistema di incentivazione del fotovoltaico:
legare gli incentivi all’effettivo costo degli investimenti per evitare rendite ingiustificate; non concedere l’incentivo prima che sia completato l’allacciamento alla rete; no incentivi a impianti fotovoltaici in campo aperto, ma solo a quelli integrati su costruzioni
Considerato che il fotovoltaico costa e che non tutti i tetti d'Italia sono orientati esattamente verso il sole, le proposte di Adiconsum basteranno?
Via | Adiconsum
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog