
A quanto pare neanche il disastro riesce a cambiare la convinzione di alcuni amministratori che il dissesto idrogeologico sia un problema su cui bisogna intervenire subito e bene. Dopo la sconvolgente notizia che a Scaletta Zanclea, il paesino del messinese semidistrutto dall'alluvione esattamente un anno fa, le prime cure erano anche peggiori del male, ora ne arriva un'altra forse ancora più assurda.
Parte dei fondi ricevuti dal Comune per le opere di messa in sicurezza dei costoni che si sono sbriciolati a causa della bomba d'acqua sono stati utilizzati per pagare le divise della Polizia Municipale, per lo scuolabus e per la relativa manutenzione.
La Procura di Messina, saggiamente, ha deciso di indagare e ha aperto un fascicolo. Secondo quanto riporta La Sicilia, però, ci sarebbe ben poco da indagare visto che la decisione di dirottare i fondi sarebbe passata dal Consiglio Comunale.
Non solo il sindaco, quindi, ma anche molti dei consiglieri tra i favorevoli a questo tipo di utilizzo del denaro ricevuto dallo stato per un fine tanto importante quanto urgente. Sarebbero, invece, cinque i consiglieri che non hanno votato la delibera con la quale si utilizzavano quei soldi per le divise e lo scuolabus.
Una sorta di "delibera ponte" che prevedeva di prendere i soldi dal conto corrente dell'alluvione per poi "restituirli" in fase di approvazione del bilancio di previsione 2010. Cose che nei Comuni si fanno ogni giorno e che di solito non scandalizzano più di tanto.
Basta che i soldi, nel bilancio, alla fine ritornano al loro posto. Cosa che, però, a Scaletta non sarebbe successo: le divise dei vigili urbani le hanno prese, ma i soldi per l'alluvione non li hanno reintegrati.
Via | La Sicilia
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog