E' iniziata la gigantesca raccolta di fondi di Enel che ha lanciato l'offerta pubblica di acquisto per Enel Green Power (Egp), cioè la sua controllata specializzata in energie rinnovabili. Gigantesca perché la stessa Enel ammette di aspettarsi una forchetta di prezzo compresa tra i 9 miliardi di euro e i 10,5 miliardi.
Numeri impegnativi, ma a quanto pare tutt'altro che irraggiungibili visto che Egp ha già ricevuto la benedizione dell'Economist che ha messo a confronto la capacità produttiva dei big europei arrivando a stabilire che Egp è molto appetibile rispetto ai suoi concorrenti.
Enel Green Power, infatti, avendo una grossa produzione idroelettrica non avrà incassi strettamente vincolati agli incentivi. Non che la produzione idroelettrica non sia incentivata, ovviamente: solo che non soffre degli sbalzi d'umore del meteo come l'eolico o il fotovoltaico.
Ne deriva un "load factor", cioè una possibilità di utilizzare realmente la capacità produttiva, molto alto rispetto ad altri concorrenti europei. Esempio dell'Economist:
Nel 2009 Enel Grenn Power ha prodotto, con i suoi 5,7 GW di capacità istallata, quasi la stessa elettricit di Iberdola che ha una capacità di 10.8 GW, ma quasi tutto eolico
Eolico che, ammette però lo stesso Economist, è in ogni caso nei piani di Egp. Il settimanale inglese, invece, non vede molto di buon occhio l'accordo tra Enel, St Microelctronics e Sharp per la costruzione di una fabbrica di pannelli fotovoltaici a Catania.
Un progetto definito dall'Economist "intriguing ambitions": affascinante ma inusuale per una utility dell'energia elettrica.
Via | The Economist
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog