
Gerard van Balsfoort (esperto olandese del Pelagic Regional Advisory Council), ha mostrato come negli ultimi anni la gestione della pesca in quello specchio di oceano è stata un successo grazie agli sforzi congiunti di Ue e Norvegia. Ora, però, Islanda e Faroe vorrebbero fare da sole, con una decisione unilaterale.
Ma, in realtà, come stanno messi gli stock di sgombri? Ian Gatt (esperto scozzese del Pelagic Regional Advisory Council), ammette che gli sgombri sono abbondanti ma rifiuta la tesi che ciò sia dovuto al riscaldamento globale degli oceani. La salute degli sgombri, secondo Ian Gatt, deriva dalla buona gestione degli ultimi anni. Abbassare la guardia, quindi, sarebbe un errore grave.
Isabella Lövin (parlamentare del gruppo dei Verdi), suggerisce per tanto che si affronti la questione sgombro in un contesto più ampio, considerando anche il fatto che i pesci migrano e quindi non si possono prendere decisioni unilaterali. Bisogna andare tutti insieme.
La questione sembra, vista l'abbondanza dei pesci di cui stiamo parlando, di lana caprina. In realtà, però, è più complessa perchè, non molto tempo fa, l'Europa stessa aveva lanciato un allarme estinzione per molte specie di pesci, seppur limitandolo al Mediterraneo.
La triste storia del tonno, specialmente quello rosso, dimostra che i pesci sembrano sempre tanti fino a quando non ci si accorge che sono troppo pochi. Lo sgombro, ad esempio, appena due anni fa era nella lista dei "consigli per gli acquisti" del Wwf...
Via | Commissione Pesca Ue
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog
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