Ma Romano Prodi è favorevole o contrario al nucleare? Fino a qualche anno fa la risposta sarebbe stata semplice: favorevole. In più casi l'ex premier ha detto pubblicamente che bocciare l'energia nucleare nel famoso referendum post Chernobyl è stato un errore. Da capo del governo, nel 2007, strinse l'accordo con Sarkozy che gettava le basi della collaborazione Enel-Edf. Circa un anno fa con un articolo pubblicato su Il Messaggero mise anche fretta all'Italia, affermando che i tempi stringevano:
Mi sembra quindi di dovere concludere che o si comincia davvero questa strategia complessa, difficile e di dubbio risultato economico o è meglio lasciare perdere. Quando si è perso un treno è molto faticoso corrergli dietro. O meglio lo si può fare ma bisogna correre molto forte
Ora il treno è tornato, ma per Prodi è già perso: partecipando a Bologna ad una presentazione del libro di Alberto Clò "Si fa presto a dire nucleare" Prodi ha ipotizzato che ormai è tardi. Ecco le sue parole, che solo apparentemente sono sempre le stesse:
Il treno nucleare lo abbiamo perso e quando si è perso un treno è molto difficile corrergli dietro. Bisogna correre molto molto forte. La mia posizione è molto semplice: quanto costa? Quali sono le incertezze nel futuro? Ne abbiamo bisogno avendo capacità produttive in eccesso? Dobbiamo rispondere a tutte queste domande, poi si potrà dire sì o no. Sono stato uno dei pochissimi ai vecchi tempi a votare a favore del nucleare, perchè l'Italia aveva una capacità tecnica. Adesso che non c'è più, quanto costa rifarla? Quanti anni ci mettiamo? Perchè dobbiamo garantire noi la sicurezza dei cittadini. Non bisogna mai essere teologici in queste cose
E pensare che, dal primo treno, sono passati solo undici mesi...
Via | Inchiesta Nucleare, Romano Prodi
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