Chiuseo il G8 Ambiente, resta solo la Carta di Siracusa...
Il G8 Ambiente di Siracusa si è appena chiuso e una riflessione sui risultati è necessaria. Ma quali risultati? Solo la Carta di Siracusa che, a leggerla bene, non va oltre le promesse vaghe e le dichiarazioni di rito...
“Carta di Siracusa” sulla Biodiversità
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Noi, Ministri dell’ambiente del G8 di concerto con i Ministri di Australia, Brasile, Cina, Repubblica
Ceca, Egitto, India, Indonesia, Messico, Repubblica di Corea, Sud Africa, Svezia e con le Organizzazioni
Internazionali partecipanti al meeting di Siracusa;
I. riconoscendo l’importanza di considerare la biodiversità come parte essenziale dei dialoghi in corso al
G8, facendo leva sulla “Potsdam Initiative” e sulla “Kobe Call for Action for Biodiversity”;
II. riconoscendo l’importanza dell’obiettivo del 2010, reiterato anche nel corso dei Summit del G8 di
Heiligendamm e Hokkaido Toyako, e desiderando mantenere concentrata l’attenzione sulla
biodiversità anche nel corso del prossimo Summit del G8 de La Maddalena;
III. pienamente consapevoli del ruolo chiave della biodiversità e dei servizi ecosistemici per il benessere
umano e per il raggiungimento dei Millennium Development Goals ‐MDG (Obiettivi di Sviluppo del
Millennio);
IV. impegnati al raggiungimento dei tre obiettivi della Convezione sulla Diversità Biologica (Convention
on Biological Diversity (CBD)
V. realmente preoccupati che la perdita della biodiversità e la conseguente riduzione e danno dei servizi
ecosistemici possa coinvolgere l’approvvigionamento alimentare e la disponibilità di risorse idriche,
nonché di ridurre la capacità della biodiversità per la mitigazione e per l’adattamento al
cambiamento climatico, così come mettere a repentaglio i processi economici globali;
VI. riconoscendo gli sforzi sostanziali profusi per raggiungere l’obiettivo sulla biodiversità del 2010;
VII. ricordando il Piano di Attuazione del Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (World Summit on
Sustainable Development ‐ WSSD), considerando che gli sforzi atti a ridurre in modo significativo
l’attuale tasso di perdita della diversità biologica richiederanno l’apporto di nuove risorse
economiche e finanziarie per i paesi in via di sviluppo;
VIII. riconoscendo la necessità urgente di supportare e rafforzare il processo internazionale per
l’identificazione di una strategia comune sulla biodiversità post 2010, che coinvolga un numero
rilevante di operatori e di protagonisti del modo economico e finanziario e in base agli insegnamenti
appresi dai processi volti a raggiungere gli obiettivi del 2010;
IX. prendendo in debita considerazione le discussioni informali del Gruppo di Lavoro ad Alto livello sul
Futuro degli Obiettivi Globali per la Biodiversità (High Level Working Group on the Future of Global
Targets for Biodiversity) presieduta dall’attuale presidenza della CBD a Bonn nel Marzo del 2009;
X. consapevoli dell’importanza e impegnati a sfruttare al meglio le opportunità derivanti dalla
celebrazione dall’Anno Internazionale della Biodiversità e dal Meeting sulla Biodiversità
dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) del 2010, sottolineando il ruolo prioritario della
biodiversità nell’ambito del programma politico internazionale;
XI. convinti della necessità di completare tempestivamente il processo di esplorazione dei meccanismi
atti a migliorare l’interfaccia scienza‐politica per la biodiversità e le funzioni degli ecosistemi;
XII. impegnati ad investire nella biodiversità come forza motrice, atta a superare la crisi economica e a
promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro e generare vantaggi economici a lungo termine;
XIII. convinti della necessità di incrementare la consapevolezza dei vantaggi derivanti dalla biodiversità edai servizi ecosistemici e dai costi della loro perdita ed anche identificare le opzioni economicamente
più vantaggiose per conservare e usare in modo sostenibile la biodiversità e garantire la resilienza
degli ecosistemi;
decidiamo di intraprendere le seguenti azioni:
Ceca, Egitto, India, Indonesia, Messico, Repubblica di Corea, Sud Africa, Svezia e con le Organizzazioni
Internazionali partecipanti al meeting di Siracusa;
I. riconoscendo l’importanza di considerare la biodiversità come parte essenziale dei dialoghi in corso al
G8, facendo leva sulla “Potsdam Initiative” e sulla “Kobe Call for Action for Biodiversity”;
II. riconoscendo l’importanza dell’obiettivo del 2010, reiterato anche nel corso dei Summit del G8 di
Heiligendamm e Hokkaido Toyako, e desiderando mantenere concentrata l’attenzione sulla
biodiversità anche nel corso del prossimo Summit del G8 de La Maddalena;
III. pienamente consapevoli del ruolo chiave della biodiversità e dei servizi ecosistemici per il benessere
umano e per il raggiungimento dei Millennium Development Goals ‐MDG (Obiettivi di Sviluppo del
Millennio);
IV. impegnati al raggiungimento dei tre obiettivi della Convezione sulla Diversità Biologica (Convention
on Biological Diversity (CBD)
V. realmente preoccupati che la perdita della biodiversità e la conseguente riduzione e danno dei servizi
ecosistemici possa coinvolgere l’approvvigionamento alimentare e la disponibilità di risorse idriche,
nonché di ridurre la capacità della biodiversità per la mitigazione e per l’adattamento al
cambiamento climatico, così come mettere a repentaglio i processi economici globali;
VI. riconoscendo gli sforzi sostanziali profusi per raggiungere l’obiettivo sulla biodiversità del 2010;
VII. ricordando il Piano di Attuazione del Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (World Summit on
Sustainable Development ‐ WSSD), considerando che gli sforzi atti a ridurre in modo significativo
l’attuale tasso di perdita della diversità biologica richiederanno l’apporto di nuove risorse
economiche e finanziarie per i paesi in via di sviluppo;
VIII. riconoscendo la necessità urgente di supportare e rafforzare il processo internazionale per
l’identificazione di una strategia comune sulla biodiversità post 2010, che coinvolga un numero
rilevante di operatori e di protagonisti del modo economico e finanziario e in base agli insegnamenti
appresi dai processi volti a raggiungere gli obiettivi del 2010;
IX. prendendo in debita considerazione le discussioni informali del Gruppo di Lavoro ad Alto livello sul
Futuro degli Obiettivi Globali per la Biodiversità (High Level Working Group on the Future of Global
Targets for Biodiversity) presieduta dall’attuale presidenza della CBD a Bonn nel Marzo del 2009;
X. consapevoli dell’importanza e impegnati a sfruttare al meglio le opportunità derivanti dalla
celebrazione dall’Anno Internazionale della Biodiversità e dal Meeting sulla Biodiversità
dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) del 2010, sottolineando il ruolo prioritario della
biodiversità nell’ambito del programma politico internazionale;
XI. convinti della necessità di completare tempestivamente il processo di esplorazione dei meccanismi
atti a migliorare l’interfaccia scienza‐politica per la biodiversità e le funzioni degli ecosistemi;
XII. impegnati ad investire nella biodiversità come forza motrice, atta a superare la crisi economica e a
promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro e generare vantaggi economici a lungo termine;
XIII. convinti della necessità di incrementare la consapevolezza dei vantaggi derivanti dalla biodiversità edai servizi ecosistemici e dai costi della loro perdita ed anche identificare le opzioni economicamente
più vantaggiose per conservare e usare in modo sostenibile la biodiversità e garantire la resilienza
degli ecosistemi;
decidiamo di intraprendere le seguenti azioni:
Biodiversità e Clima
1. Sviluppare linee politiche sinergiche che tengano in considerazione il contributo che la
biodiversità e gli ecosistemi forniscono per l'adattamento e la mitigazione del cambiamento
climatico a livello locale, nazionale e globale, tenendo conto che la biodiversità e i servizi
ecosistemici sono alla base del benessere dell'uomo e risultano strategici per la regolazione del
clima.
2. Mettere in atto azioni fattive relative all'adattamento al cambiamento climatico degli ecosistemi
naturali e gestiti, dal momento che un adattamento spontaneo non è ritenuto sufficiente a
ridurre l'impatto sulla biodiversità a tutti i livelli, sugli ecosistemi vulnerabili e per il benessere
umano a lungo termine.
3. Promuovere il ruolo delle comunità e degli ecosistemi per contribuire a fare fronte agli effetti
dei cambiamenti climatici, attraverso il miglioramento delle capacità di adattamento e di
resilienza, generando ulteriori benefici economici.
4. Attuare azioni per la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità con l'obiettivo di
migliorare l'adattamento al clima in aree settoriali prioritarie come la gestione delle risorse
idriche, delle foreste, dell'agricoltura, delle aree costiere e marine, e lo sviluppo delle
infrastrutture, che includano l'uso di tecnologie avanzate ed innovative, ponendo particolare
attenzione a sostenere i servizi ecosistemici.
5. Contrastare il disboscamento illegale, in accordo con la legislazione corrente, anche fornendo il
supporto per la gestione sostenibile delle foreste, come contributo al sostentamento umano,
preservando la biodiversità ed incrementando lo stoccaggio ed il sequestro delle emissioni di
carbonio.
6. Sviluppare approcci per l'attenuazione dei cambiamenti climatici basati sulle foreste, come la
Riduzione delle Emissioni a seguito di Deforestazione e Degradazione delle Foreste (Reducing
Emissions from Deforestation and Forest Degradation ‐ REDD), per integrare il potenziale
mitigatorio delle foreste nelle future azioni volte ad affrontare i cambiamenti climatici tenendo
conto del valore delle foreste e della necessità di altri nuovi approcci, non mettendo a
repentaglio gli obiettivi della biodiversità, e divenendo modello per la valutazione e la
remunerazione derivante dai servizi resi dai servizi ecosistemici.
7. Garantire un adeguato trasferimento delle tecnologie innovative, hard e soft, attraverso
programmi di cooperazione, che risulteranno essenziali per favorire una risposta coordinata ed
un uso efficiente delle risorse nel far fronte alla perdita di biodiversità ed al conseguente
cambiamento climatico.
Biodiversità, Economie e Business
8. Rafforzare l'uso delle economie quale strumento volto al raggiungimento degli obiettivi della
biodiversità, attraverso una nuova consapevolezza dei vantaggi derivanti dalla biodiversità e dai
servizi ecosistemici e dai costi derivanti dalla loro perdita, così come dall'identificazione delle conseguenti opzioni normative vantaggiose per la conservazione della biodiversità e dei servizi
ecosistemici.
9. Investire nella conservazione e nell’uso sostenibile delle risorse naturali, e nell’adattamento e
nella mitigazione del cambiamento climatico al fine di contribuire ad un recupero economico
globale orientato ai valori ambientali, attraverso un trend del mercato del lavoro positivo e
sostenibile e contribuendo alla riduzione della povertà aiutando tutti gli operatori economici nel
processo decisionale tendo conto delle responsabilità individuali.
10. Fornire slancio, risonanza e supporto allo studio in corso “L’Economia degli Ecosistemi e della
Biodiversità” ‐ TEEB introdotto dalla “Potsdam Initiative”, ed all’interno della strategia del
Millenium Ecosystem Assessment, così come a studi similari. Il settore privato, la società civile e i
singoli cittadini dovrebbero essere pienamente coinvolti nelle diverse fasi dello sviluppo di questi
studi e nell’applicazione dei loro risultati.
11. Operare verso il completamento del negoziato sul regime internazionale di accesso e di
condivisione dei benefici delle risorse entro il 2010.
12. Incrementare la consapevolezza a tutti i livelli su come gli ecosistemi marini e terrestri forniscano
un flusso regolare di merci e servizi, comprese funzioni di supporto e sussistenza alla vita umana
per le generazioni presenti e future, e sviluppare opportunità di mercato o altri mezzi e
meccanismi per affermare questi valori.
13. Ampliare il supporto per azioni atte a contrastare il commercio illegale di animali selvatici dove il
traffico minaccia sia i componenti degli ecosistemi sia le risorse per il sostentamento degli
animali selvatici che impoveriscono il valore delle comunità e dalle quali spesso derivano fonti di
guadagno sostenibili.
14. Promuovere la costituzione, la ristrutturazione e la gestione efficace di aree protette e la loro
connettività ecologica quale strumento essenziale per la continuità dei flussi dei servizi e delle
funzioni degli ecosistemi.
15. Incrementare, promuovere e gestire efficacemente una rete protetta di aree marine e terrestri,
al fine di favorire nuove opportunità economiche e di impiego, ed anche promuovere nuovi e
innovativi meccanismi finanziari, come l’iniziativa Life Web.
16. Evitare o ridurre al minimo qualsiasi impatto negativo sulla biodiversità derivante dall’attuazione
di programmi di sviluppo delle infrastrutture, così come considerare in che modo tali programmi
possano effettivamente contribuire agli investimenti nelle “Infrastrutture Verdi/Infrastrutture
Ecologiche”.
biodiversità, attraverso una nuova consapevolezza dei vantaggi derivanti dalla biodiversità e dai
servizi ecosistemici e dai costi derivanti dalla loro perdita, così come dall'identificazione delle conseguenti opzioni normative vantaggiose per la conservazione della biodiversità e dei servizi
ecosistemici.
9. Investire nella conservazione e nell’uso sostenibile delle risorse naturali, e nell’adattamento e
nella mitigazione del cambiamento climatico al fine di contribuire ad un recupero economico
globale orientato ai valori ambientali, attraverso un trend del mercato del lavoro positivo e
sostenibile e contribuendo alla riduzione della povertà aiutando tutti gli operatori economici nel
processo decisionale tendo conto delle responsabilità individuali.
10. Fornire slancio, risonanza e supporto allo studio in corso “L’Economia degli Ecosistemi e della
Biodiversità” ‐ TEEB introdotto dalla “Potsdam Initiative”, ed all’interno della strategia del
Millenium Ecosystem Assessment, così come a studi similari. Il settore privato, la società civile e i
singoli cittadini dovrebbero essere pienamente coinvolti nelle diverse fasi dello sviluppo di questi
studi e nell’applicazione dei loro risultati.
11. Operare verso il completamento del negoziato sul regime internazionale di accesso e di
condivisione dei benefici delle risorse entro il 2010.
12. Incrementare la consapevolezza a tutti i livelli su come gli ecosistemi marini e terrestri forniscano
un flusso regolare di merci e servizi, comprese funzioni di supporto e sussistenza alla vita umana
per le generazioni presenti e future, e sviluppare opportunità di mercato o altri mezzi e
meccanismi per affermare questi valori.
13. Ampliare il supporto per azioni atte a contrastare il commercio illegale di animali selvatici dove il
traffico minaccia sia i componenti degli ecosistemi sia le risorse per il sostentamento degli
animali selvatici che impoveriscono il valore delle comunità e dalle quali spesso derivano fonti di
guadagno sostenibili.
14. Promuovere la costituzione, la ristrutturazione e la gestione efficace di aree protette e la loro
connettività ecologica quale strumento essenziale per la continuità dei flussi dei servizi e delle
funzioni degli ecosistemi.
15. Incrementare, promuovere e gestire efficacemente una rete protetta di aree marine e terrestri,
al fine di favorire nuove opportunità economiche e di impiego, ed anche promuovere nuovi e
innovativi meccanismi finanziari, come l’iniziativa Life Web.
16. Evitare o ridurre al minimo qualsiasi impatto negativo sulla biodiversità derivante dall’attuazione
di programmi di sviluppo delle infrastrutture, così come considerare in che modo tali programmi
possano effettivamente contribuire agli investimenti nelle “Infrastrutture Verdi/Infrastrutture
Ecologiche”.
Gestione della Biodiversità e dei Servizi Ecosistemici
17. Mantenere e ristrutturare, nel lungo periodo, il flusso delle funzioni svolte dai servizi eco
sistemici.
18. Attuare politiche e incentivi sulla biodiversità, in riferimento a tutti i settori rilevanti, comprese
foreste, pesca e agricoltura; promuovere i mercati di prodotti ecologici; promuovere la gestione
sostenibile delle risorse naturali, come menzionato nella Satoyama Initiative, presentata nel
“Kobe Call for Action”, in modo da creare le condizioni per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo
del Millennio (MDGs).
19. Conseguire una conservazione e uno sviluppo sostenibile delle fasce costiere e marine, in
particolare, applicando i principi di gestione integrata delle coste come quelli già attivati nel
Mediterraneo dal programma UNEP Regional Seas Programme.
Sviluppare e consolidare attività volte a prevenire e controllare l’invasione di specie aliene
invasive, prendendo anche in considerazione gli alti costi derivanti dalle attuali invasioni e il loro
notevole impatto sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici. Tra le azioni prioritarie da
intraprendere ci sono l’allarme tempestivo (Early Warning) e risposte immediate.
Scienza, Ricerca e Politica
21. Proseguire il processo di analisi dei meccanismi per migliorare l’interfaccia scienza‐ politica
per la biodiversità e per i servizi ecosistemici, ai fini della conservazione e dell’uso sostenibile
della biodiversità, del benessere a lungo termine dell’umanità e dello sviluppo sostenibile,
tributando particolare considerazione all’esigenza specifica di sviluppare e mantenere la
capacità tecnico‐scientifica propria dei paesi in via di sviluppo con le precipue problematiche
collegate alla biodiversità, come affermato nel corso della 25ma Sessione del Consiglio
Direttivo dell’UNEP e del 10° Forum Globale dei Ministri dell’Ambiente. Inoltre, nella
prospettiva della prossima riunione intergovernativa e multilaterale delle parti che avrà
luogo ad Ottobre 2009, ribadire il nostro impegno a portare avanti tale processo, nell’intento
di completarlo nel più breve tempo possibile.
22. Sostenere la cooperazione tra i Paesi, le organizzazioni internazionali competenti, gli istituti
di ricerca e le ONG per un ulteriore monitoraggio della biodiversità, ottimizzando l’efficace
rete di schemi di monitoraggio già in essere.
23. Raccogliere dati sulla biodiversità, ivi incluso quelli inerenti gli indicatori idonei al benessere
umano: indicatori affidabili, raffrontabili ed interoperabili, e sviluppare sistemi globali per
l’interscambio della conoscenza scientifica, le migliori pratiche, le tecnologie e l’innovazione,
facendo riferimento alle organizzazioni, ai processi ed ai meccanismi già esistenti.
24. Promuovere una ricerca esauriente e mirata ed un sistema di capacity building diffusi a tutti i
livelli e relativi alla biodiversità ed ai servizi ecosistemici, lasciando spazio alle diverse abilità
di ogni singolo Paese e migliorando lo sviluppo e l’uso generalizzato delle tecnologie di punta
in materia di monitoraggio dello stato e dell’evoluzione della biodiversità, nell’ambito di una
valutazione globale dell’ambiente.
sistemici.
18. Attuare politiche e incentivi sulla biodiversità, in riferimento a tutti i settori rilevanti, comprese
foreste, pesca e agricoltura; promuovere i mercati di prodotti ecologici; promuovere la gestione
sostenibile delle risorse naturali, come menzionato nella Satoyama Initiative, presentata nel
“Kobe Call for Action”, in modo da creare le condizioni per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo
del Millennio (MDGs).
19. Conseguire una conservazione e uno sviluppo sostenibile delle fasce costiere e marine, in
particolare, applicando i principi di gestione integrata delle coste come quelli già attivati nel
Mediterraneo dal programma UNEP Regional Seas Programme.
Sviluppare e consolidare attività volte a prevenire e controllare l’invasione di specie aliene
invasive, prendendo anche in considerazione gli alti costi derivanti dalle attuali invasioni e il loro
notevole impatto sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici. Tra le azioni prioritarie da
intraprendere ci sono l’allarme tempestivo (Early Warning) e risposte immediate.
Scienza, Ricerca e Politica
21. Proseguire il processo di analisi dei meccanismi per migliorare l’interfaccia scienza‐ politica
per la biodiversità e per i servizi ecosistemici, ai fini della conservazione e dell’uso sostenibile
della biodiversità, del benessere a lungo termine dell’umanità e dello sviluppo sostenibile,
tributando particolare considerazione all’esigenza specifica di sviluppare e mantenere la
capacità tecnico‐scientifica propria dei paesi in via di sviluppo con le precipue problematiche
collegate alla biodiversità, come affermato nel corso della 25ma Sessione del Consiglio
Direttivo dell’UNEP e del 10° Forum Globale dei Ministri dell’Ambiente. Inoltre, nella
prospettiva della prossima riunione intergovernativa e multilaterale delle parti che avrà
luogo ad Ottobre 2009, ribadire il nostro impegno a portare avanti tale processo, nell’intento
di completarlo nel più breve tempo possibile.
22. Sostenere la cooperazione tra i Paesi, le organizzazioni internazionali competenti, gli istituti
di ricerca e le ONG per un ulteriore monitoraggio della biodiversità, ottimizzando l’efficace
rete di schemi di monitoraggio già in essere.
23. Raccogliere dati sulla biodiversità, ivi incluso quelli inerenti gli indicatori idonei al benessere
umano: indicatori affidabili, raffrontabili ed interoperabili, e sviluppare sistemi globali per
l’interscambio della conoscenza scientifica, le migliori pratiche, le tecnologie e l’innovazione,
facendo riferimento alle organizzazioni, ai processi ed ai meccanismi già esistenti.
24. Promuovere una ricerca esauriente e mirata ed un sistema di capacity building diffusi a tutti i
livelli e relativi alla biodiversità ed ai servizi ecosistemici, lasciando spazio alle diverse abilità
di ogni singolo Paese e migliorando lo sviluppo e l’uso generalizzato delle tecnologie di punta
in materia di monitoraggio dello stato e dell’evoluzione della biodiversità, nell’ambito di una
valutazione globale dell’ambiente.
E sulla base di quanto sopra esposto proponiamo inoltre:
Un cammino comune verso il contesto post 2010 sulla biodiversità
a) Le tante sfide che il mondo si trova oggi ad affrontare costituiscono un indicatore
inequivocabile della necessità di rafforzare i nostri sforzi per conservare e gestire in modo
sostenibile sia la biodiversità sia le risorse naturali.
b) Giacché dalla perdita della biodiversità e da un suo utilizzo non sostenibile scaturiscono
rilevanti perdite economiche, si rendono necessari appropriati programmi ed azioni
tempestive, volti a rafforzare la resilienza degli ecosistemi.
c) Nonostante gli sforzi e gli impegni tesi a raggiungere gli obiettivi del 2010, continuano a
sussistere cause dirette ed indirette di perdita della biodiversità, ulteriormente aggravate dai cambiamenti climatici. Inoltre, dall’adozione dell’obiettivo del 2010 il mondo si è
modificato profondamente. Il coacervo degli elementi che causano la perdita di biodiversità
e che producono una minaccia per la biodiverstà stessa a medio e lungo termine, identificati
grazie alla ricerca scientifica, dovrebbero essere presi in debita considerazione nella
definizione del contesto successivo all’obiettivo del 2010.
d) Una strategia di comunicazione capillare che coinvolga pienamente tutti i settori, tutti i
soggetti portatori di interesse, le comunità locali ed il settore privato, tale da enfatizzarne la
partecipazione e circoscriverne le responsabilità, costituisce un fattore cruciale per
l’effettiva attuazione del contesto post 2010 in materia di biodiversità.
e) La riforma della governance ambientale, a tutti i livelli, è essenziale ai fini dell’integrazione
della biodiversità e dei servizi ecosistemici nei processi politici, così da trasformare in
opportunità quelle che oggi sono debolezze dei sistemi economici e per sostenere uno
sviluppo ed un’occupazione sostenibili, prendendo in particolare considerazione le
condizioni in cui versano i Paesi in via di sviluppo.
a) Le tante sfide che il mondo si trova oggi ad affrontare costituiscono un indicatore
inequivocabile della necessità di rafforzare i nostri sforzi per conservare e gestire in modo
sostenibile sia la biodiversità sia le risorse naturali.
b) Giacché dalla perdita della biodiversità e da un suo utilizzo non sostenibile scaturiscono
rilevanti perdite economiche, si rendono necessari appropriati programmi ed azioni
tempestive, volti a rafforzare la resilienza degli ecosistemi.
c) Nonostante gli sforzi e gli impegni tesi a raggiungere gli obiettivi del 2010, continuano a
sussistere cause dirette ed indirette di perdita della biodiversità, ulteriormente aggravate dai cambiamenti climatici. Inoltre, dall’adozione dell’obiettivo del 2010 il mondo si è
modificato profondamente. Il coacervo degli elementi che causano la perdita di biodiversità
e che producono una minaccia per la biodiverstà stessa a medio e lungo termine, identificati
grazie alla ricerca scientifica, dovrebbero essere presi in debita considerazione nella
definizione del contesto successivo all’obiettivo del 2010.
d) Una strategia di comunicazione capillare che coinvolga pienamente tutti i settori, tutti i
soggetti portatori di interesse, le comunità locali ed il settore privato, tale da enfatizzarne la
partecipazione e circoscriverne le responsabilità, costituisce un fattore cruciale per
l’effettiva attuazione del contesto post 2010 in materia di biodiversità.
e) La riforma della governance ambientale, a tutti i livelli, è essenziale ai fini dell’integrazione
della biodiversità e dei servizi ecosistemici nei processi politici, così da trasformare in
opportunità quelle che oggi sono debolezze dei sistemi economici e per sostenere uno
sviluppo ed un’occupazione sostenibili, prendendo in particolare considerazione le
condizioni in cui versano i Paesi in via di sviluppo.
1 commenti:
[...] infine, poche settimane fa, al g8 proprio a Siracusa, invitava i grandi del mondo ad adottare le migliori tecnologie disponibili in fatto di tutela [...]
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