Il Cda di Galsi conferma le date, ma delibera un aumento di capitale di 10 milioni di euro.
I sardi ancora aspettano il metano. Il Consiglio di amministrazione di Galsi, la società che dovrà costruire ilgigantesco gasdotto che, partendo dall'Algeria raggiungerà la Sardegna, la attraverserà tutta da sud a nord per poi riprendere la via del mare e arrivare in Toscana, ha appena deliberato un aumento di capitale di 10 milioni di euro.
Serviranno per "sostenere le attività di sviluppo del progetto". Un progetto, evidentemente, non facile visti i 600 km di percorso sul fondo del mare.
Eppure i sardi devono avere pazienza e sperarci: solo con la creazione del gasdotto Galsi i loro polmoni potranno avere un po' di ristoro grazie alla conversione delle centrali da carbone a turbogas-combinato. Non è proprio energia pulita al 100% ma in confronto è paradiso...
E sappiano, sempre i sardi, che difficilmente verranno abbandonati e, prima o poi, dovrebbero vedere all'opera il gasdotto: degli 8 milioni di metri cubi annui di gas che trasporterà il tubone, solo un paio resteranno in Sardegna, il resto è già tutto venduto... per una volta essere di passaggio potrebbe far comodo.
A spartirsi il gas algerino ci hanno pensato Sonatrach (compagnia di stato algerina e compare in affari di Gazprom) che possiede il 41,6% della società, Edison con il 20,8%, Enel al 15,6%, Sfirs (Società finanziaria rinascita Sardegna, di proprietà della Regione) che ha l'11,6%, e infine Hera Trading (Holding Energia Risorse Ambiente dal nord Italia con furore) con il 10,4%.
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