Sono in sciopero da tre giorni gli operai della centrale termoelettrica E.ON di Fiumesanto, in provincia di Sassari. Chiedono all'azienda di chiudere per sempre i due gruppi a olio combustibile della centrale e di convertirli a carbone. Dicono, ovviamente, "carbone pulito". Con gli operai ci sono tutti i sindacati maggiori: Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil.
La richiesta di riconversione della centrale non è di questi giorni, ma si è fatta molto più pressante dopo il disastro ambientale causato dallo sversamento in mare di una gran quantità di combustibile destinato alla centrale, che ha causato una piccola marea nera con ripercussioni molto serie anche sull'economia locale, la pesca e (tra qualche mese) il turismo.
Buona parte della politica locale è concorde con l'ipotesi di riconversione: la presidente della Provincia Alessandra Giudici e i sindaci di Sassari e Porto Torres, Gianfranco Ganau e Beniamino Scarpa, hanno inviato una lettera al ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani per chiedere l'immediato avvio della realizzazione dei gruppi a carbone da parte della multinazionale tedesca E.On.
Dalla loro parte, però, politici operai e sindacalisti non avranno certamente gli ambientalisti: l'opzione del carbone non è percorribile sia per via del pulviscolo che per l'impatto sul clima di questo combustibile fossile. La centrale di Fiumesanto, infatti, è stata già oggetto di un blitz di Greenpeace nel 2008.
Via | Ventirighe
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