"Complotto in alto mare", senza dubbio un nome che fa colpo per l'ultimo dossier di Greenpeace, dedicato alla procedura autorizzativa del rigassificatore off shore di Olt (Iren e E.ON) di fronte le coste di Livorno e Pisa, in pieno santuario dei cetacei. Non si tratta più delle lamentele dei residenti, che rischiano di veder scappare i turisti, sono cose più gravi quelle denunciate dall'associazione ambientalista.
I gravi rischi procurati dal rigassificatore, secondo Greenpeace, sarebbero stati volutamente ignorati dal Ministero dell'Ambiente durante la fase autorizzativa. In particolare durante la seconda fase, quella con la quale Olt ha chiesto (e ottenuto) l'esclusione dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale per alcune modifiche al progetto.
Tutto ciò nonostante il rumore generato dalle navi gasiere e dal rigassificatore possa disorientare i cetacei e nonostante l'impianto produrrà, in piena area marina protetta, ben 3,6 tonnellate di cloro all'anno. Questo, afferma Greenpeace, porterà alla formazione di composti organo-clorurati tossici, mutageni e non facilmente biodegradabili. Queste, ed altre, osservazioni di Greenpeace non sono state minimamente prese in considerazione dalla Commissione Tecnica del Ministero dell'Ambiente incaricata di pronunciarsi in merito all'impianto.
Via | Agenparl
Foto | Olt
Rigassificatore di Livorno, per Greenpeace è un "complotto in alto mare". Il dossier
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Unknown
on giovedì 17 febbraio 2011
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