Questa è una amara riflessione sugli enormi ritardi che sconta la Sicilia in fatto di infrastrutture energetiche.
Prima, come al solito, la notizia:
Berlino, 11 gennaio – Un’alleanza per sfruttare appieno il potenziale delle fonti rinnovabili e contribuire agli impegni dell’Ue in tema di cambiamento climatico: nove paesi europei puntano alla realizzazione di un maxi-network sotto il mare del Nord che si propone di collegare tra loro decine di impianti per la generazione di energia “verde” e di fornire elettricità, nell’arco dei prossimi dieci anni, a una vasta parte dell’Europa. Al progetto, del valore stimato in trenta miliardi di euro, partecipano Germania, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Danimarca, Olanda, Irlanda, Lussemburgo e Norvegia. Nazioni che, in questo modo, getterebbero le basi per un ulteriore sfruttamento dell’energia rinnovabile in Europa di fronte alle sfide del “climate change”.
I rappresentanti dei governi promotori dell’iniziativa, i cosiddetti coordinatori nazionali, scrive il quotidiano tedesco “Sueddeutsche zeitung”, si riuniranno per la prima volta il 9 febbraio prossimo con l’obiettivo di firmare una lettera d’intenti entro l’autunno. Nel frattempo, ha confermato al giornale un portavoce del ministero dell’Economia tedesco, questo mese ci sarà una serie di incontri per definire i dettagli del progetto. Per il momento, il quotidiano spiega che la rete di cavi ad alta tensione collegherà i parchi eolici che si trovano lungo le coste della Germania e della Gran Bretagna con le centrali idroelettriche di Norvegia, Belgio e Danimarca e con i parchi eolici e gli impianti solari degli altri paesi Ue realizzati anche sulla terra ferma. Il portavoce del governo tedesco ha ricordato che al progetto parteciperanno anche le principali società del settore, che dovrebbero fornire gran parte dei finanziamenti necessari. Si tratta di alcune delle stesse aziende che stanno realizzando parchi eolici offshore lungo le coste settentrionali europee per una prevista capacità di 100 GW, pari a circa il 10% dell’intero fabbisogno europeo di energia.
Unico neo del progetto, che verrà varato con ogni probabilità alla fine del 2010 e si affianca all’ambizioso Desertec, la mancanza di una visione multilaterale. Sono fuori tutti i paesi mediterranei: non solo l’Italia, ma anche la Spagna.
Fonte: www.e-gazette.it
La riflessione viene da sola guardando queste immagini:
La rete elettrica in altissima tensione (380 KV) italiana
Notate qualcosa?
Più si scende e più dimagrisce.
Record negativo per la Sicilia che ha poco più di uno spago in alta tensione.
I dati sono del 2001, ma la situazione è praticamente identica a quella attuale. Altro record…
Il prezzo medio dell’energia nelle varie zone italiane
Casualmente Sicilia e Sardegna hanno i prezzi maggiori e il prezzo sale man mano che la rete dimagrisce.
Dettaglio sulla Sicilia, con la rete a 380, 220 e 150 KV
Devo aggiungere altro?
Nel frattempo, e direi per fortuna, le rinnovabili crescono in Italia, e prosegue il trend di crescita siciliano nell’eolico.
Tutto ciò mentre il difficile rapporto tra produzione da fonti rinnovabili e rete elettrica rimane sullo sfondo.
Se nel nord Europa si stanno dando da fare, d’altronde, un motivo ci sarà…
Noi, invece? Non vorremo mica fare la fine della Spagna?
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