(AGI) - Siracusa, 30 mar. - I dipendenti della Siteco, azienda metalmeccanica di Priolo che costruisce torri eoliche, hanno manifestato questa mattina a Ortigia, tra le 9 e le 11, davanti alla sede della prefettura di piazza Archimede. Alcuni lavoratori (erano duecento in tutto) si sono incatenati. La vicenda e' quella relativa allo stop temporaneo della Regione alla realizzazione dei parchi eolici in Sicilia, deciso dopo l'inchiesta antimafia "Eolo", in seguito alla quale l'amministrazione ha voluto verificare i progetti delle imprese e le autorizzazioni. La Siteco, che tra diretti e indotto da' lavoro a 650 persone, ha gia' annunciato licenziamenti. Ben 250 operai dell'indotto sono gia' in cassa integrazione. Un vertice si e' svolto alla Provincia di Siracusa, cui hanno preso parte gli assessori regionali all'Industria e all'Ambiente, Pippo Gianni e Pippo Sorbello, per trovare una soluzione. Il tavolo e' stato organizzato dal presidente della Provincia, Nicola Bono. E' stato deciso che domani il caso Siteco sara' discusso in giunta regionale.
Fonte: AGIENERGIA
Prima o poi doveva succedere: dopo i grossi imprenditori (vedi il gruppo Moncada Energy) adesso la protesta proviene dai lavoratori che, a causa dello stop delle concessioni deciso a Palermo, rischiano di restare a casa senza pagnotta.
Interessanti i numeri della protesta: duecento lavoratori non sono pochi, sono gli impiegati di una centrale termoelettrica di media taglia.
Ciò, in sostanza, dimostra in maniera lampante i limiti dello stop palermitano alle autorizzazioni. Ma ne mostra anche i reali motivi: l'eolico, tra tutte le rinnovabili, è il primo ad aver raggiunto dimensioni, numeri, ricavi e occupati tipici dei settori industriali.
Finchè si parlava di qualche torre messa su per sperimentazione da aziende pioniere, tutto veniva tollerato. Ora che sta nascendo un settore industriale codificato, regolamentato, che inizia a stare in piedi anche senza incentivi (il costo per Kw/h prodotto con l'eolico è ormai sempre più vicino a quello proveniente dal termoelettrico, con gli incentivi si fanno i guadagni necessari agli investimenti e alla ricerca) l'industria dell'energia tradizionale trema.
A Palermo chiamano nomi internazionali (vedi Rifkin, che in realtà il Piano energetico siciliano neanche l'ha letto, come Lombardo non ha idea di cosa abbia scritto Rifkin) per attirare telecamere e flash. Basterà a garantire energia pulita e sicura, un buon posto di lavoro e una cultura energetica moderna ai siciliani?
Fonte: AGIENERGIA
Prima o poi doveva succedere: dopo i grossi imprenditori (vedi il gruppo Moncada Energy) adesso la protesta proviene dai lavoratori che, a causa dello stop delle concessioni deciso a Palermo, rischiano di restare a casa senza pagnotta.
Interessanti i numeri della protesta: duecento lavoratori non sono pochi, sono gli impiegati di una centrale termoelettrica di media taglia.
Ciò, in sostanza, dimostra in maniera lampante i limiti dello stop palermitano alle autorizzazioni. Ma ne mostra anche i reali motivi: l'eolico, tra tutte le rinnovabili, è il primo ad aver raggiunto dimensioni, numeri, ricavi e occupati tipici dei settori industriali.
Finchè si parlava di qualche torre messa su per sperimentazione da aziende pioniere, tutto veniva tollerato. Ora che sta nascendo un settore industriale codificato, regolamentato, che inizia a stare in piedi anche senza incentivi (il costo per Kw/h prodotto con l'eolico è ormai sempre più vicino a quello proveniente dal termoelettrico, con gli incentivi si fanno i guadagni necessari agli investimenti e alla ricerca) l'industria dell'energia tradizionale trema.
A Palermo chiamano nomi internazionali (vedi Rifkin, che in realtà il Piano energetico siciliano neanche l'ha letto, come Lombardo non ha idea di cosa abbia scritto Rifkin) per attirare telecamere e flash. Basterà a garantire energia pulita e sicura, un buon posto di lavoro e una cultura energetica moderna ai siciliani?
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