Dal nucleare alle rinnovabili
Ieri è stato il giorno del ricordo di Fukushima, ad un anno dalla tragedia (triplice) del terremoto, dello tsunami e della catastrofe nucleare. Diverse televisioni italiane hanno mandato in onda speciali e reportage sull'argomento, compresa Rai Tre che ha dedicato a Fukushima mezza puntata di Presa Diretta. Di e con Riccardo Iacona.
Il reportage, firmato da Alessandro Libbri, fa il punto della situazione nel Giappone sostanzialmente post nucleare (attualmente solo un reattore nucleare su 54 è in funzione perché gli altri sono stati spenti per eseguire i test e aggiornare le procedure di sicurezza anti terremoto e anti tsunami).
Non conosco il Giappone, men che meno Fukushima, visto che non ci sono mai stato ma data la somiglianza del reportage di Libbri con molti altri servizi e speciali dedicati allo stesso argomento (primo fra tutti, per restare in Italia, quello di Pio d'Emilia per Sky Tg24) suppongo la ricostruzione fatta da Presa Diretta sia abbastanza veritiera.
La grande delusione, invece, è venuta dopo. Con la seconda parte della puntata che trattava delle rinnovabili e del risparmio energetico, come alternative al nucleare e al petrolio e gas. Premetto che attendevo la puntata di ieri da una settimana proprio per questa seconda parte e, soprattutto, per il lancio di Iacona: "Siamo sicuri che ce la possiamo fare con le rinnovabili?", più o meno diceva questo.