I russi comprano un pezzo di industria petrolifera siciliana

I russi si comprano un pezzo di Sicilia. Un pezzo importante, una colonna storica dell�industria dell�isola, la raffineria di Priolo che � per antonomasia �la bella e la bestia� dell�economia del sud-est siciliano. L�accordo � di quelli che si ricordano a lungo: alla genovese Erg arriveranno 1,34 miliardi di euro cash, una boccata d�ossigeno non indifferente per la relativamente piccola azienda italiana che si trova in una situazione industriale sbilanciata.

Se, da una parte, possiede circa il 22% della capacit� di raffinazione italiana e circa il 9% dei prodotti petroliferi che si bevono gli italiani, dall�altra � poco presente nel mondo e si trova in casa un competitor come Eni che pu� disporre di pieno appoggio politico e importanti accordi e partnership in tutti i posti che contano nel mondo del petrolio. Eni, poi, in Italia vende fin troppo petrolio e ha da tempo gli occhi dell�Antitrust addosso.

Ma pi� che i termini di massima dell�accordo Erg-Lukoil, come sempre sono i cavilli a fare la differenza perch� il meccanismo societario che sta alla base dell�affare � un po� complesso. Il comunicato stampa ufficiale di Erg cos� recita: �In base all�accordo la nuova societ� sar� posseduta al 51% dal Gruppo Erg e al 49% dal Gruppo Lukoil. A fronte dell�acquisizione del 49% di partecipazione nella �newco� Lukoil riconoscer� a Erg Med la somma di 1.347,5 milioni di euro come corrispettivo pro-quota per la valorizzazione degli assets conferiti, esclusa la quota dello stoccaggio minimo operativo che sar� valorizzato ai prezzi di mercato alla data del perfezionamento dell�operazione (�closing�), previsto entro la fine del 2008.

Il controvalore implicito relativo al 100% degli assets oggetto del conferimento � pari quindi a 2.750 milioni di euro, non inclusivo del valore di mercato dello stoccaggio minimo operativo. L�accordo prevede inoltre il riconoscimento ad Erg Med di un�opzione �put� relativamente alla propria partecipazione del 51%. I diritti di opzione saranno esercitabili, tutti o in parte in una o pi� soluzioni gi� convenute, nell�arco di cinque anni a decorrere dall�inizio del secondo anno successivo alla data di perfezionamento dell�accordo (�closing�). Il prezzo di esercizio dei diritti per il 100% degli assets conferiti in �newco� (non inclusivo dello stoccaggio minimo operativo) sar� a valori di mercato (�fair market value�) all�interno di un intervallo ('collar�) che prevede un massimo (�cap�) pari a 2.750 milioni di euro ed un minimo (�floor�) pari a 2.000 milioni di euro�.


Il tutto sta nel capire due cose: che cos�� Erg Med e che cos�� un�operazione �put�. Erg Med � il ramo di azienda di Erg che possiede e gestisce la raffineria di Priolo da 320mila barili al giorno e un�altra raffineria, poco distante dalla prima, ex Agip che all�Erg fu venduta nel marzo 2005 da Eni. Pochi mesi prima le due raffinerie erano state interconnesse da Eni ed Erg per costituire un polo unico o, come lo chiamano quelli del settore, un �supersite�. Per un totale di circa 380mila barili al giorno.

Una operazione �put�, invece, consiste nel diritto di Erg di vendere, in questo caso entro cinque anni, il restante 51% di Erg Med a Lukoil a un prezzo che non potr� eccedere, n� in positivo n� in negativo, un determinato intervallo che, nel caso specifico, va dai due ai 2,75 miliardi di euro.

Ricapitolando: Erg Med crea una nuova societ�, gli infila dentro la raffineria Isab, e vende ai russi il 49% di questa nuova societ� trattenendo per s�, qualora avesse nel futuro prossimo ulteriore bisogno di liquidit�, l�opzione per vendergli anche il restante 51%. Nel frattempo, Priolo lavora sia per i russi che per gli italiani, ognuno si porta il suo greggio in raffineria e vende il suo gasolio a chi vuole.

Da questa sintesi non � azzardato affermare che non si tratta di una partnership strategica perch� non ci sono progetti comuni tra le due aziende. Erg ha semplicemente fatto cassa togliendosi quasi met� delle rogne di una raffineria vecchia 33 anni, che insiste in un�area che necessita di pesanti investimenti di bonifica (Priolo � uno dei primi 15 siti di interesse nazionale da bonificare secondo il DM del 10 gennaio 2000, zona Erg Med inclusa) e che ha il fiato degli ambientalisti sul collo.

Lukoil, da parte sua, si trova mezza raffineria chiavi in mano, senza dover presentare neanche un foglio in carta bollata, e ha diritto cos� a 160mila barili al giorno di gasolio che potrebbero presto diventare il doppio. Erg, infatti, dopo anni di proclami sul rilancio dell�attivit� dell�Isab di Priolo ha trovato la sua exit strategy pur mantenendo l�ultima parola in merito: potrebbe andarsene come restare.

Priolo, in ogni caso, continuer� a operare. Non per niente amministratori locali e sindacati hanno apprezzato l�accordo. Tutta da dimostrare, invece, la disponibilit� a �concertare� di Lukoil nel caso dovesse diventare proprietaria unica degli impianti che, non va dimenticato, oltre alla raffineria includono anche la centrale termoelettrica e i siti di stoccaggio del greggio. Alzando lo sguardo e cambiando prospettiva dal locale al nazionale, sono arrivati i primi russi, e ne arriveranno altri.

Difficilmente questo potr� significare maggior concorrenza sul nostro mercato degli idrocarburi: se vengono dalla Russia col portafogli pieno � proprio perch� il nostro � un mercato appetibile e tutt�altro che concorrenziale, vengono a far soldi. Gli altri che arriveranno, manco a dirlo, sono quelli di Gazprom che a breve dovrebbe perfezionare alcuni accordi con Eni e Enel.

Da Eni Gazprom ha gi� raggiunto accordi di massima per la vendita in Italia di gas fino a tre miliardi di metri cubi ogni anno. Si parla di due miliardi e mezzo entro il 2010 per poi andare a regime. Con Enel, invece, i russi hanno concordato la cessione di una centrale elettrica da scegliere tra una lista proposta dagli italiani. Si tratta della contropartita offerta da Enel a Gazprom in cambio di alcuni asset ex Yukos.

"Diamo a Gazprom l'opportunit� di entrare nel mercato italiano, come noi siamo entrati nel mercato russo", ha commentato l�Ad di Enel Fulvio Conti. Speriamo bene. Mentre i big dell�energia si spartiscono il mercato, non possiamo fare altro che registrare i vari movimenti che, facendo una rapida somma, vedono i russi di Lukoil a Priolo a produrre gasolio ed energia elettrica e gli altri (altri?) russi di Gazprom che vendono gas dovunque vogliano in Italia fino a tre miliardi di metri cubi e producono elettricit� in una centrale italiana ancora sconosciuta.

Nel frattempo abbiamo talmente l�acqua alla gola che i sindacati lucani sono scesi in piazza per sbloccare la produzione in Val d�Agri da cui attualmente sgorga quasi il 10% del petrolio italiano. Peccato che i pozzi la natura li abbia nascosti proprio al centro del Parco nazionale della Val d'Agri e del Lagonegrese.

Peccato anche che la Giunta regionale lucana abbia bocciato 68 richieste di autorizzazione per altrettanti parchi eolici. L'assessore competente Vincenzo Folino ha cos� giustificato la scelta: ''La potenza sviluppata dagli impianti attualmente autorizzati ha saturato i limiti del Piano vigente e non possono essere concesse nuove autorizzazioni fino all'adozione del nuovo strumento di programmazione, attualmente al vaglio dei competenti organismi tecnici''. In Italia, a quanto pare, l�energia � un tema che si prende in considerazione solo se accompagnato da altri due: occupazione e soldi a valanga. E la storia non ricorda casi in cui il vento abbia portato banconote o posti di lavoro.

Questo articolo l'ho scritto per Pagine di Difesa

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