Manifestare per le rinnovabili è un atto di civiltà

Roma, 18 aprile 2012: le rinnovabili gridano vendetta

Un momento della manifestazione in favore delle rinnovabili di oggi. Credit: QualEnergia.it
Questa mattina, a Piazza Montecitorio, si sono presentati in 1500 con le bandiere e gli striscioni per protestare contro la politica del Governo Monti in fatto di energie rinnovabili. C'erano praticamente tutti: Aper, Assosolare (che si è appena fusa con Asso Energie future), GIGI e IFI, in rappresentanza del settore fotovoltaico, ANTER che riunisce molti professionisti di tutti i settori delle rinnovabili, ANEV in rappresentanza dell'eolico, le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Wwf e Kyoto Club, i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm.

Chiedevano tutti un passo indietro al Governo. Anzi due, perché i decreti contestati sono sia quello sul Quinto Conto Energia che quello sulle altre rinnovabili elettriche.


Il Quinto Conto Energia

Sul V conto, che ancora non c'è perché è in discussione in Conferenza Stato-Regioni ma il cui testo è già disponibile, si sono già versati fiumi di inchiostro. E qualche goccia l'ho versata anche io perché non ritengo sia possibile, in meno di un anno, passare dal Terzo Conto al Quinto, con in mezzo il Quarto e il Quarto e 1/2 (così lo chiamo io l'articolo 65 del decreto "Cresci Italia" che ha tolto gli incentivi al fotovoltaico agricolo).

In buona sostanza con il decreto voluto da Passera e Catania e, ufficialmente, subito da Clini gli incentivi al fotovoltaico crollano di nuovo. Del 35% circa rispetto al già magro Quarto Conto con un risultato paradossale: l'energia incentivata dallo Stato a prezzo fisso potrebbe in certi casi avere un prezzo inferiore a quello medio nazionale dell'elettricità. In altre parole: a partire dal 2014 ci saranno momenti della giornata  in cui sarebbe più conveniente non prendere gli incentivi ma vendere l'energia prodotta con il fotovoltaico sul mercato libero.

Come se non bastasse spariscono dal decreto tutti i bonus: sia quello per i pannelli fotovoltaici made in UE (che, a dire il vero, era una sonora stupidaggine che finiva per pagare i pannelli fatti in Cina da aziende con sede in Germania) sia quello molto più sensato per la sostituzione dell'amianto dai tetti. Almeno questo Monti e soci se lo potevano risparmiare...

Scendono poi i tetti massimi di incentivazione, già previsti dai precedenti decreti sul fotovoltaico. Lo Stato potrà ora erogare al massimo 100 milioni di euro a semestre in incentivi. E qui nasce un problema di calcoli. Come fa notare Giovanni Simoni su QualEnergia:
In tal modo il carico sulle bollette elettriche non dovrebbe superare i 6,5 miliardi di euro. Ma nelle premesse viene indicata l’esistenza di oltre 9.000 MW di progetti approvati (già iscritti al registro del GSE sulla base del 4° Conto Energia) che anche se attuati solo parzialmente “svuoterebbero” di fatto le casse senza possibilità di aggiungere altro! Su questo punto esiste notevole confusione. Quanta parte dei 9.000 MW potrà essere realizzata prima di arrivare alla soglia dei 6 miliardi (barriera oltre la quale si avvia il 5° Conto Energia)? Al 12 aprile si è arrivati a circa 5,85 miliardi (il contatore GSE segna oggi 5,645 perchè non è aggiornato, ndr) ancora con 13 GW di potenza installata. Il traguardo dei 6 miliardi con le tariffe del 4° Conto si potrà raggiungere con circa altri 400 MW. Per il periodo successivo si può valutare circa 500 MW a semestre con un totale ulteriore di circa 2.500 MW. Nella presentazione dei decreti si parla invece di 2.000-3.000 MW/anno!

Anche se non siete bravi in matematica avrete capito che il Governo o ci fa o ci è: o i tecnici non sanno usare la calcolatrice oppure ci stanno prendendo in giro. Come quando fecero finta di scordarsi che togliendo dal giorno alla notte gli incentivi al fotovoltaico agricolo qualche centinaia di impianti già costruiti e precedentemente incentivati si sarebbe trovato gambe all'aria.

Il decreto rinnovabili elettriche

Oltre al fotovoltaico piangono anche le altre rinnovabili elettriche, cioè quelle che producono elettricità e non calore: eolico, idroelettrico, biogas, biomasse e geotermia (le ultime due possono essere usate anche per produrre calore, ovviamente). Con i nuovi incentivi, per ogni chilowattora prodotto, l'eolico passa da 14 a 12 centesimi, la biomassa da 25 a 17, il biogas da 25 a 18. Solo l'idroelettrico di piccole dimensioni ci guadagna passando da 12 centesimi a circa 14.

Poi c'è un altro problema per tutte le rinnovabili elettriche che vengono pagate dal GSE tramite i Certificati Verdi: il pagamento è stato posticipato. Panico tra i proprietari degli impianti, specialmente quelli eolici, con presa di posizione del presidente dell'ANEV Simone Togni:
Il ritardato pagamento dei Certificati Verdi, ove confermato, si configurerebbe di fatto come una insolvenza dello Stato debitore nei confronti degli imprenditori creditori, e comporterebbe evidenti problematiche di carattere finanziario e, in particolare, rischierebbe di determinare un grave pregiudizio in capo alle numerose iniziative finanziate attraverso project finance (circa l’85%), a causa della mancanza della cassa necessaria a fare fronte al pagamento della rata di rimborso di giugno dei project finance medesimi
A dirla tutta alla storia della bancarotta dell'eolico ci credo poco, con tutti i soldi che hanno ricevuto dallo Stato negli anni passati (dopo le biomasse l'eolico è storicamente l'affare migliore) di sicuro qualcosa in cassa ce l'hanno. Ciò non toglie che hanno ragione: non si può fare un piano economico basandosi su delle regole che poi vengono cambiate. E' lo stesso discorso identico del fotovoltaico a terra su suolo agricolo: gli incentivi o me li dai o non me li dai, non me li puoi promettere per poi togliermeli o darmeli in ritardo.

E' la stampa, bellezza...

Altro capitolo interessantissimo è quello dell'informazione e della controinformazione sui costi delle rinnovabili e sul loro peso in bolletta. Il mio personalissimo termometro in merito è mia madre, che ogni tanto alza il telefono per chiedermi:
...ma è vero che le bollette sono salite per il fotovoltaico?
Ovviamente l'ha sentito al telegiornale. Oppure lo ha letto su uno dei tanti quotidiani nazionali che nelle ultime settimane si è occupato della questione, associando il terribile carobollette con gli iniqui incentivi alle rinnovabili "che li paghiamo noi in bolletta".

E si scopre, così, che chi si è fatto la tariffa bioraria si trova adesso fregato perché le rinnovabili hanno causato il blocco delle centrali a gas di giorno e le varie Enel, Edison, Sorgenia & Co si devono rifare di sera. Prendetevi una ventina di minuti per vedere questo video, ne vale la pena:


Appena avete finito con il video tornate alla stampa sul web per avere una versione molto più morbida rispetto a quella del Corriere della Sera sul comportamento che gli operatori del termoelettrico stanno mettendo in atto negli ultimi mesi. Cioè quella apparsa, di nuovo su QualEnergia, a fine marzo in una illuminante intervista all'ex AD di Enel Giovanni Battista Zorzoli che spiega: 
I dati sulla borsa elettrica pubblicati dal GME parlano chiaro. Prima c’erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è scomparso e in compenso è aumentato il picco serale. Per esempio, martedì 13 marzo tra le 18 e le 20 il prezzo del MWh nel cosiddetto mercato del giorno prima era di 165 euro, cioè 2 volte quello del primo pomeriggio e 4 volte quello della notte. Cosa succede? A quell’ora, i produttori che ci rimettono nella fascia diurna cercano di rifarsi
Quindi c'è qualcuno che fa il furbo. E nessuno che controlla.

AEEG, batti un colpo...

Domanda da un milione di dollari: qualcuno gioca col prezzo dell'energia elettrica e nessuno interviene? Eppure ci sarebbe un ente pubblico che ha tra le sue funzioni quelle di 
garantire la promozione della concorrenza e dell'efficienza nei settori dell'energia elettrica e del gas, nonché assicurare la fruibilità e la diffusione dei servizi in modo omogeneo sull'intero territorio nazionale, definendo un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, promuovendo la tutela degli interessi di utenti e consumatori
E chi sarà mai questo salvatore della patria? L'Autorità per l'Energia elettrica e il Gas, naturalmente. Lo sanno pure i bambini:



Ma il salvatore della patria, invece di chiedersi se sia lecito che i costi dell'energia di sera siano pompati artificialmente per coprire i mancati introiti della mattina, preferisce prendersela con le rinnovabili. Memorabile, anzi indimenticabile, la nota rilasciata alla stampa dall'attuale presidente dell'autorità Guido Bortoni (ridateci Alessandro Ortis, non era perfetto ma era molto meglio...) con la quale il 30 marzo scorso si chiede al Governo lo stop degli incentivi per un mese:
L’Autorità sente l’esigenza di dare un segnale, chiaro e concreto – ha detto il Presidente dell’Autorità Guido Bortoni -.  Il tempo di un mese potrà servire ai decisori delle politiche energetiche per operare le migliori scelte, con modalità sopportabili per i cittadini e per le imprese, alle quali si sta già chiedendo uno sforzo titanico vista la congiuntura economica
Che poi, a dirla tutta, col senno di poi suonano ancor più assurde le parole do Bortoni sull'effetto delle rinnovabili in bolletta. Sempre dallo stesso comunicato, poche righe sotto:
Infatti, nell’aumento del 5,8% delle bollette elettriche l’effetto indiretto delle rinnovabili intermittenti vale circa il 40%
Tradotto in italiano: sappiamo benissimo che le rinnovabili producono di giorno e il termoelettrico ci mangia di sera, ma ce la prendiamo con le rinnovabili. Illuminante.

Passerà...

Come se non bastasse, questo pomeriggio accendo la televisione e vedo la conferenza stampa del Governo Monti sul Documento di Economia e Finanza 2012. E sento Corrado Passera che si vanta del gran lavoro che ha fatto con i suoi colleghi in fatto di energia. Il nuovo Governo italiano avrà pure i ministri su Twitter, ma ancora non conosce YouTube, quindi il video l'ho dovuto estrapolare dallo streaming a bassissima qualità del sito istituzionale.

Il risultato fa quasi piangere, sia come audio che come video, ma l'importante è il discorso di Passera:

Che dice Passera? Che dobbiamo separare Eni e Snam, e questo si sa da almeno dieci anni perché "ce lo dice l'Europa", e rimodulare gli incentivi alle rinnovabili per favorire le filiere italiane. E, infatti, appena Passera ha iniziato a mettere mano agli incentivi al fotovoltaico le aziende italiane che producono celle e moduli hanno iniziato a mettere in cassa integrazione gli operai. Solarday, azienda della provincia di Monza-Brianza, è finita in liquidazione.

Da notare che Passera non è affatto solo in Europa, visto che lo smantellamento degli incentivi è una cecità abbastanza comune. E crolla pure il mitico fotovoltaico tedesco. Gli esempi, tra Italia e Germania (ma non mancano neanche gli Stati Uniti) sono troppi e preferisco non ricordarli qui. Anche perché l'ho già fatto qui.

Non posso esimermi dallo sport nazionale

A questo punto mi devo chiedere, e ci dobbiamo chiedere, il perché di tanta miopia. E mala informazione pilotata. E mi viene da fare l'italiano, che è convinto che l'attuale esecutivo altro non sia che il pupazzo delle banche e bla bla bla...

Oddìo, a pensarci bene (= a pensare male) l'italiano non ha tutti i torti. Prendiamo Enel: è piena di debiti, ma proprio piena. A fine 2011 ne aveva (compresa la controllata Endesa) per 44 miliardi e mezzo. Di euro, non di dollari. Un debito così grosso rispetto alle attività che persino la Corte dei Conti ha qualche dubbio sull'operato dei manager Enel, e sui loro bonus.

Ora, se Enel deve spegnere le centrali a gas di giorno perché le rinnovabili producono troppo e non può recuperare i costi di sera e di notte, succede un guaio. E anche bello grosso: non può pagare i debiti alle banche.

Perché tutte queste centrali a gas sono di Enel solo in teoria, visto che sono state costruite con i soldi degli istituti di credito. Nei confronti dei quali il gruppo Enel a fine 2011 aveva 9,9 miliardi di euro di debito. E' un po' come quando ti fai casa col mutuo: mica è tua, è della banca per vent'anni e se non paghi te la tolgono.

Ma se sono in tanti a non pagare i mutui se la prendono in quel posto anche le banche. Come è successo in America, per capirci. Ora, immaginate un mondo tutto verde e rinnovabile, con le centrali a turbogas (mica solo quelle di Enel, tutte le centrali di tutti gli operatori che a debiti sono messi più o meno allo stesso modo) che entrano in funzione solo per tappare i buchi delle rinnovabili nelle giornate senza sole e senza vento. Paura eh?

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