Torna l'ora solare: abbiamo risparmiato 85 milioni di euro e 643 milioni di kilowattora

Torna l\'ora solare: abbiamo risparmiato 85 milioni di euro e 644 milioni di kilowattoraDomenica notte, alle 3:00, sposteremo tutti le lancette dell'orologio indietro di un’ora: tornea in vigore l'ora solare che durerà fino al prossimo 27 marzo.

Ho sempre ritenuto l'alternanza tra ora solare e ora legale estremamente fastidiosa: dormi un'ora in più, dormi un'ora in meno, albeggia prima, tramonta dopo, o viceversa... insomma, una scocciatura specialmente perché amo dormire con le tapparelle che fanno entrare la luce, mi aiuta a svegliarmi meglio, e quando cambia l'ora mi sballa il sonno.

Questo ragionamento lo faccio ogni anno, due volte all'anno. Poi però, puntualmente, leggo i dati forniti da Terna e mi ricordo che è un male necessario:

Durante il periodo di ora legale, iniziato il 26 marzo 2010, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 644,4 milioni di kilowattora (643 milioni di kWh il minor consumo del 2009), un valore pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 215.000 famiglie

Il che, in soldini, fa circa 85 milioni di euro. Anche se non tutti credono che si sia realmente un risparmio di soldi e energia, in tempi di crisi 85 milioni in più in tasca male non fanno di certo... Ancor di più non fa male pensare al fatto che con appena una sola ora di differenza, ma una per tutti, si riesce a risparmiare così tanta energia elettrica.

E, alla fine, anche se da fastidio ci si abitua in fretta. Meditate, gente, un'ora al giorno ma tutti quanti...

Via | Terna
Foto | Flickr

Risparmio energetico, per Adiconsum è meglio delle rinnovabili

Risparmio energetico, per Adiconsum �¨ meglio delle rinnovabili

In un'ottica di riduzione delle emissioni di CO2 e gas serra, e restando nella teoria senza addentrarsi troppo nella pratica, che il "negawatt" meglio di qualunque megawatt non ci vuole molto a capirlo: consumare meno e ridurre gli sprechi con una sana politica di risparmio energetico è alla base di tutto.

Da questo presupposto alla polemica nei confronti delle energie rinnovabili, però, il passo è sempre troppo breve. L'ultimo esempio di questo tipo di ragionamento deriva da Adicunsum, l'associazione di difesa dei consumatori e dell'ambiente promossa dalla Cisl, che ha pubblicato le proprie proposte per un'economia verde.

Secondo l'Adiconsum, a livello di costi, tra efficienza e rinnovabili non c'è paragone:

Per risparmiare 1 kWh/anno in efficienza energetica occorrono 1,8 euro di investimento, per produrre 1kWh/anno con pannelli fotovoltaici occorrono 5,0 euro di investimento

Numeri in realtà poco significativi perché bisogna vedere come lo risparmi, e come lo produci, quel benedetto kw/h ma il discorso nel suo complesso è corretto: risparmiare costa meno che produrre ed è una scelta sempre vincente sia per l'economia che per l'ambiente.

E, infatti, giustamente Adiconsum torna a chiedere la reintroduzione delle detrazioni fiscali del 55% per le opere sugli edifici civili. Detrazioni che, a detta del sottosegretario Stefano Saglia potrebbero tornare a breve.

Il problema, però, è che il risparmio non basta e la produzione di energia elettrica va in ogni caso incrementata. Anche su questo tema Adiconsum ha le idee chiare e ha da ridire sull'attuale sistema di incentivazione del fotovoltaico:

legare gli incentivi all’effettivo costo degli investimenti per evitare rendite ingiustificate; non concedere l’incentivo prima che sia completato l’allacciamento alla rete; no incentivi a impianti fotovoltaici in campo aperto, ma solo a quelli integrati su costruzioni

Considerato che il fotovoltaico costa e che non tutti i tetti d'Italia sono orientati esattamente verso il sole, le proposte di Adiconsum basteranno?

Via | Adiconsum
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Vivere e lavorare su una piattaforma petrolifera

Vivere e lavorare su una piattaforma petrolifera


Dopo avervi fatto vedere alcune delle piattaforme petrolifere più grandi del mondo e dopo aver visto come il Corriere della Sera descrive con un video la vista quotidiana sulla piattaforma Vega Alfa, ecco una nuova gallery su come si vive e si lavora su un altro gigante del mare.

Si tratta di una piattaforma al largo dell'isola russa di Sakhalin. A vedere le foto si direbbe che chi lavora su questa piattaforma è decisamente più fortunato dei colleghi italiani: sulla Vega Alfa, se foto e video non ingannano, gli spazi sono molto più stretti e il comfort abbastanza inferiore.

Vivere e lavorare su una piattaforma petrolifera
Vivere e lavorare su una piattaforma petrolifera
Vivere e lavorare su una piattaforma petrolifera
Vivere e lavorare su una piattaforma petrolifera

In ogni caso, se volete visitare una piattaforma petrolifera ma non ve lo permettono, accontentatevi di queste foto.

Agenzia Nucleare, slitta ancora la nomina di Veronesi

Agenzia Nucleare, slitta ancora la nomina di VeronesiNuovo episodio della telenovela nucleare italiana: la nomina di Umberto Veronesi a presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare, prevista per oggi, è rimandata.

Il Consiglio dei Ministri, riunitosi oggi dalle 10:15 alle 10:50 a Palazzo Chigi, avrebbe dovuto discutere dell'Agenzia e nominare i membri. Nomine scontate, visto che di Veronesi si parla da mesi e si sa già che ha sciolto la riserva dando la propria disponibilità.

A metà mattinata, però, succede una cosa strana: si diffonde la notizia che la nomina è avvenuta ma in realtà il Consiglio dei Ministri non aveva neanche trattato l'argomento, come emerge dalla lettura del resoconto della seduta. Alcuni giornali radio arrivano persino a dire che la nomina c'è stata, salvo poi smentire la notizia all'interno dello stesso giornale.

Caccia, ancora bambini armati nelle campagne

Caccia, ancora bambini armati nelle campagneCacciatori si nasce o si diventa? A quanto pare la seconda, visto che in tutta Italia i cacciatori non fanno altro che fare imbracciare le doppiette anche ai minorenni per insegnar loro a sparare alla selvaggina.

Dopo l'episodio del video girato dal Wwf in collaborazione con l'agenzia Geapress che mostrava bambini a caccia nelle campagne siciliane arriva, sempre dalla stessa agenzia, un ulteriore esempio di scuola di caccia.

Questa volta siamo in Toscana dove un cacciatore quarantacinquenne di Lucca è stato scoperto dalla Polizia Provinciale di Pisa mentre faceva sparare il figlio di appena tredici anni. Il ragazzino, armato di fucile, si trovava a pochi metri dal padre che gli dava le indicazioni per centrare il colpo.

Oltre ad essere estremamente pericolose queste pratiche sono anche vietate dalla legge che non permette di affidare armi di nessun tipo ai minorenni. La Polizia Provinciale, per questo, ha denunciato il cacciatore facendogli anche una multa: 516 euro.

Via | Geapress
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Le piattaforme petrolifere più grandi del mondo

Le piattaforme petrolifere più grandi del mondo
Vi siete mai chiesti da dove, e soprattutto come, arriva l'enorme quantità di petrolio e gas naturale che consumiamo quotidianamente nel mondo? Da molti luoghi, ma in un solo modo: con una grossa trivella. Che nel caso del petrolio off shore diventa una piattaforma petrolifera in mezzo al mare.

Alcune di queste piattaforme sono realmente enormi, come la "Troll A" che è alta ben 472 metri (369 dei quali sotto il livello del mare) e pesa la bellezza di 650.000 tonnellate. Una piattaforma, per capirci, più alta della Tour Eiffel e dell'Empire State Building.

Le piattaforme petrolifere più grandi del mondo
Le piattaforme petrolifere più grandi del mondo
Le piattaforme petrolifere più grandi del mondo
Ma non è la sola: tra grandi e piccole in giro per i sette mari ci sono centinaia di piattaforme petrolifere che si misurano in centinaia di metri e che estraggono, ogni anno, milioni e milioni di barili di petrolio. Da qualche mese, come sappiamo ormai benissimo, ce n'è una in meno e questo ha ribadito quanto sia pericolosa l'attività di estrazione del greggio in mare.

Trenta contestatori impediscono a Chicco Testa di presentare il suo libro pro nucleare

Trenta contestatori impediscono a Chicco Testa di presentare il suo libro pro nucleareUna trentina di contestatori ha impedito a Chicco Testa, ex presidente di Legambiente e oggi tra i maggiori estimatori del ritorno all'energia nucleare, di presentare a Genova il suo libro "Tornare al nucleare? L'Italia, l'energia, l'ambiente". Entrando nella sala che ospitava la presentazione i contestatori hanno iniziato a gridare frasi come "sei uno schifoso traditore, devi stare zitto". La cosa ha fatto preferire a Testa di abbandonare l'incontro per evitare di accendere ulteriormente gli animi.

Parte della stampa nazionale e molti politici si sono affrettati a definire l'episodio come una dimostrazione dell'intolleranza e della rigidità degli ambientalisti. Il che, ovviamente, è una cosa stupida come il gesto stesso di impedire un dibattito pubblico. Per quanto Testa non sia, a sua volta, un campione del dibattito sereno e pacato (indimenticabile il suo "ti spacco la faccia" al geologo Mario Tozzi proprio durante un dibattito sul nucleare), episodi come quello di Genova vanno condannati senza fare distinguo e senza sbizzarrirsi nel cercare giustificazioni.

Risparmio energetico: tornano le detrazioni del 55%?

Risparmio energetico: tornano le detrazioni del 55%?


Buone notizie sul fronte risparmio energetico: il tanto atteso ritorno delle detrazioni fiscali del 55% sulle spese per l'efficienza energetica nelle case degli italiani potrebbe essere vicino. Lo ha annunciato il sottosegretario all'energia, Stefano Saglia, nel corso di un convegno organizzato dal Gse.

Le detrazioni fiscali, già sperimentate con successo in mezza Europa, aiutano i contribuenti ad effettuare lavori negli edifici civili finalizzati all'efficienza energetica e al risparmio: coibentazione dei tetti, "cappotti" alle pareti, vetrocamera agli infissi.

Tutte misure che costano ma che, alla lunga, permettono di risparmiare notevolmente sulla bolletta del riscaldamento. Anche per questo motivo Saglia ha fatto notare che, nonostante il periodo di vacche magre, sarebbe meglio ripristinare le detrazioni. Alla fine, afferma il sottosegretario, il conto sarà positivo sia per i cittadini che per le casse dello stato:

Non e' un esborso erariale ma una misura che puo' produrre un saldo quanto meno in pari di gettito fiscale. E quindi spero che riusciremo nonostante le difficolta' di bilancio. Spero si possa prorogare questa misura magari con regole piu' selettive

Via | Energie per domani
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Petrolchimico Brindisi: sequestrate sette torce per inquinamento. Bruciati illegalmente gas tossici?

Petrolchimico Brindisi: sequestrate sette ciminiere per inquinamento. Bruciati illegalmente gas tossici?Sette torce della raffineria di Brindisi, due della Basell Chimica e cinque della Polimeri Europa (Eni), sono state sequestrate dalla Digos che sospetta che siano state a lungo usate per smaltire illegalmente gas tossici.

Tutto inizia nel 2008 quando, a causa di ripetuti black out che fermarono la raffineria, i sistemi che mandano i gas di processo dell'impianto alle torce per bruciarli e limitare i pericoli entrarono più volte in funzione. Ciò attirò l'attenzione delle autorità e soprattutto causò l'ira del Comandante della Guardia di Finanza di Brindisi che ebbe ben 63 uomini intossicati durante una esercitazione nei pressi della raffineria proprio mentre le torce erano in funzione.

La Prestigiacomo ha deciso: la centrale a carbone di Saline Joniche si farà

La Prestigiacomo ha deciso: la centrale a carbone di Saline Joniche si farà


Il Ministero dell'Ambiente, guidato da Stefania Prestigiacomo, alla fine ha deciso di concedere la Via alla centrale termoelettrica a carbone di Saline Joniche, in Calabria. Il progetto, proposto dalla Sei (una controllata della svizzera Repower) aveva avuto qualche difficoltà durante la prima analisi al Ministero tanto che, nel febbraio scorso, la Commissione Via chiese tempo per decidere.

Qualche mese è passato e, adesso, la Sei intasca il risultato e si dichiara soddisfatta. In una nota riportata da Energia24 l'azienda ribadisce la bontà del suo progetto:

Riteniamo che tale approvazione confermi la validità del progetto Sei e ne sancisca definitivamente la piena sostenibilità dal punto di vista del rispetto dell'ambiente e della salute. Questo passaggio premia la scrupolosità e la serietà con cui la centrale è stata progettata, nel pieno rispetto dei vincoli ambientali e con un deciso orientamento all'utilizzo delle tecnologie più all'avanguardia nel settore

La centrale, a regime, emetterà qualcosa come 7 milioni e mezzo di tonnellate di CO2 all'anno nonostante le roboanti affermazioni sul "carbone pulito" pervenute, negli scorsi mesi, dall'azienda. L'impianto, infatti, è "predisposto" per essere affiancato da un sistema di Carbon Capture and Storage (CCS), cioè da un sistema che sequestra la CO2 prima di mandarla al camino.

Leggendo bene il progetto, però, si apprende che "predisposizione" non vuol dire "adozione": il CCS, infatti, se mai verrà installato sarà solo sperimentale e per una piccola parte dei fumi prodotti. Scontata, per questo, la reazione negativa alla Via da parte di numerose associazioni ambientaliste che, già a febbraio, avevano criticato aspramente il fatto che a concedere la Via alla centrale di Saline Joniche sarebbe stata la stessa commissione già indagata per la Via ad un altro impianto a carbone: quello di Porto Tolle in provincia di Rovigo.

Via | Sei, Energia24
Foto | Sei
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Rifiuti Sicilia, problemi alla discarica di Bellolampo. Lombardo contro Berlusconi, Bertolaso e Prestigiacomo

Rifiuti Sicilia, problemi alla discarica di Bellolampo. Ritorna l'emergenza?


La gigantesca discarica palermitana di Bellolampo, una discarica che da tempo è ormai insufficiente per contenere l'enorme mole di rifiuti indifferenziati prodotti dalla città di Palermo, sarebbe stata interessata da un crollo e, di conseguenza, la quinta vasca appena inaugurata sarebbe stata chiusa.

Il fatto è riportato dalla stampa siciliana ma smentito dall'Amia, la municipalizzata palermitana dei rifiuti, che afferma che a Bellolampo non c'è nessun problema:

Ad oggi, non si è riscontrato alcun cedimento degli argini di contenimento della vasca né, tanto meno, alcun crollo della stessa. Semmai, in corrispondenza della parte sommitale (lato Nord-Ovest) della vasca, si è riscontrata la formazione di un solco tra la stradina di servizio e la vasca. In via preventiva e prudenziale, si è disposta la sospensione temporanea della gestione operativa in vasca per consentire le necessarie verifiche e valutazioni sulle cause dell'evento, al fine di eseguire i necessari interventi, di concerto con chi ha progettato e diretto la costruzione della struttura

Le multinazionali negazioniste: nomi e numeri dei finanziatori dei politici anti clima

Le multinazionali negazioniste: nomi e numeri dei finanziatori dei politici anti clima
Il negazionismo climatico si paga in dollari ed è un ottimo investimento. Lo si deduce dalle cifre fatte girare dalla Rete di Azione per il Clima (Rac) che ha pubblicato una lista di multinazionali che hanno finanziato alcuni senatori statunitensi contrari alle politiche di limitazione delle emissioni di CO2 e gas serra.

Nomi e numeri provenienti dal rapporto che la Commissione Elettorale americana ha pubblicato in occasione delle elezioni di mid term del presidente Barack Obama, che si terranno ai primi di novembre. Negli Stati Uniti, si sa, finanziare i politici è lecito ed usuale, ma si deve dire.

E, infatti, sono in molti ad averlo fatto e ad averlo dichiarato alla Commissione. A finanziare gli alfieri del diritto ad emettere gas serra sono state molte aziende direttamente interessate, anche europee come l’industria cementiera francese Lafarge che da sola, nel solo 2009, ha prodotto 15 milioni di tonnellate di CO2.

Lafarge ha sborsato 34.500 dollari, tutto sommato assai poco vista la portata dell'obbiettivo. Ma sapeva di essere in buona compagnia: Gdf-Suez ha dato 21.000 dollari mentre il gruppo tedesco della chimica Bayer, con 108.100 dollari, è l'azienda europea più spendacciona seguita dalla Basf con 61.500 dollari.

In totale Rac elenca movimenti di denaro per centinaia di migliaia di dollari. Tanti? No: l'anti-Kyoto val bene una messa...

Via | Meteo Web
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Nucleare, Romani smentisce Formigoni: "La Lombardia potrebbe ospitare una centrale"


Nucleare, Romani smentisce Formigoni: \"La Lombardia potrebbe ospitare una centrale\"Si acuisce lo scontro stato-regioni sulle centrali nucleari: secondo il neo ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, le affermazioni rilasciate tempo fa dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni sono sbagliate. Formigoni, in buona sostanza, aveva detto che il nucleare si può fare ma non in Lombardia perché la sua regione era già autosufficiente in fatto di energia elettrica.

Lasciando stare il discorso in sé, che ha ben poco senso (cosa cambia ad un lombardo se la centrale nucleare la fa in Veneto o in Piemonte invece che in Lombardia?), la reazione di Romani è di quelle forti: Formigoni si sbaglia, la Lombardia non è affatto autosufficiente:

La Lombardia e' energivora, non e' vero che ha l'autosufficienza energetica perche' e' una regione che consuma circa il 25% in piu' di quello che produce

E, quindi, la centrale si può fare. Ma Romani va anche oltre, smentendo del tutto il concetto che se si è autosufficienti non si riceve in dono l'impianto nucleare:

Non e' obbligatorio immaginare il mondo dell'energia al livello regionale, non e' che calcoliamo di mettere le centrali dove c'e' bisogno

La morale, quindi, è chiarissima: il governo deciderà da solo dove piazzare i reattori nucleari in base alla famosa lista dei siti stilata dalla Sogin che verrà, prima o poi, vagliata dall'Agenzia per la sicurezza nucleare. Agenzia che, conclude Romani, dovrebbe veder presto la luce: se ne parlerà al prossimo Consiglio dei Ministri, forse già in settimana.

Via | Virgilio
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Tv, decoder, cellulari, netbook, monitor e Pc verdi: la classifica di Greenpeace. Vince Nokia

Tv, decoder, cellulari, netbook, monitor e Pc verdi: la classifica di Greenpeace. Vince NokiaGreenpeace ha pubblicato la sedicesima edizione della sua eco-guida ai prodotti elettronici nella quale fa pelo e contropelo ai big dell'elettronica. Tv, consolle, computer portatili e non, monitor, cellulari e tutto ciò che rientra nella grande categoria dell'elettronica di consumo viene valutato per fornire un giudizio complessivo su quanto è verde la produzione di diciotto aziende: Dell, Toshiba, Sony-Ericsson, Sony, Lg, Microsoft, Acer, Philips, Sharp, Nokia, Fujitsu, Panasonic, Nintendo, Lenovo, Motorola, Apple, Samsung, HP.

I criteri di valutazione sono numerosi ma si possono racchiudere in due grandi categorie: quantità di sostanze pericolose nei prodotti analizzati (soprattutto i ritardanti di fiamma bromurati, la plastica in PVC, gli ftalati, il berillio, e antimonio) e la responsabilità del produttore (in particolare la gestione finanziaria dei rifiuti elettronici e quindi l’onere del produttore di ritirare e riciclare i prodotti in disuso). A parità di voti sale in classifica chi ha il punteggio migliore nella chimica.

La classifica vede in testa Nokia che ottiene un voto complessivo di 7,5 punti di media su dieci. Meglio di lei nessuno, ma ci sono ancora due punti e mezzo da guadagnare per raggiungere l'ottimo. Malissimo, invece, Nintendo che fa appena 1,8 punti a causa di una pessima chimica.

In mezzo, al nono posto, si piazza Apple. La mela morsicata, leggendo i dati forniti da Greenpeace, è molto più trendy che eco-friendly: ottiene 4,9 punti, esattamente quanto l'anno scorso, ma precipita dalla quinta posizione alla nona perché gli altri hanno fatto di più. Greenpeace, però, non manca di puntualizzare i miglioramenti ottenuti negli scorsi anni dall'azienda di Cupertino.

Tutti i numeri della classifica si possono avere consultando la versione completa della eco-guida di Greenpeace, mentre per chi ha fretta c'è la sintesi della eco-guida. Se vi interessano particolarmente i televisori lcd, invece, potete leggere la guida tedesca ai maxischermi che consumano di meno.

Via | Greenpeace
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Piattaforma Vega Alfa: su Corriere Tv lo spot di Edison



La Vega Alfa è la piattaforma petrolifera più grande e produttiva del Mediterraneo. Si trova a 12 miglia dalle coste di Pozzallo, in provincia di Ragusa, e recentemente ha passato qualche guaio: una prima inchiesta, archiviata, per disastro ambientale e una seconda, attualmente in corso con rinvio a giudizio, per inquinamento del mare. Questo impianto è l'oggetto di un servizio del Corriere della Sera, pubblicato anche sulla web tv della testata, appena pubblicato.

Un servizio che sembra proprio uno spot. Innanzitutto perchè non si sale sulla Vega senza il permesso di Edison, titolare del 60% della piattaforma (Eni ha il restante 40%), per motivi di sicurezza e di logistica derivanti dalla distanza dalla costa. A bordo, quindi, sale solo chi è dice l'azienda. Come è accaduto, prima che all'inviato del Corriere, a pochi giornalisti selezionati alla fine dello scorso giugno quando fu presentata alla stampa la nuova nave cisterna che raccoglie il petrolio estratto dalla Vega, la Leonis.

In quel caso, così disse Edison, i giornalisti furono scelti da Confindustria Siracusa tra i redattori delle testate di quella provincia e di alcuni giornali e tv nazionali. Stampa siracusana, da tempo avvezza a parlare dell'industria del petrolio e della raffinazione, e non invece la stampa ragusana come la geografia avrebbe consigliato. Se qualcosa va storto sulla Vega, infatti, piange Ragusa ben prima di Siracusa. A giugno, tra l'altro, fu rifiutata anche la richiesta di Ecoblog di salire a bordo.

Petrolio in Basilicata: i dubbi del Pdl e l'"Operazione Verità"

Petrolio in Basilicata: i dubbi del Pdl e l\'\"Operazione Verit� \"


Il Pdl lucano si interroga sulle estrazioni di petrolio in Basilicata. Non solo gli ambientalisti, quindi, hanno dubbi sullo sviluppo economico del Texas d'Italia anche se, è bene dirlo, quelli avanzati dal Pdl sembrano molto più economici che di altro tipo.

I consiglieri regionali del Popolo della Libertà, infatti, hanno preparato un pacchetto di interrogazioni parlamentari riguardanti la gestione del petrolio per fare il punto degli ultimi dieci anni di storia delle estrazioni. Il tentativo, dicono, è di "conoscere la verità" tramite nove interrogazioni che riguardano temi come i Protocolli di intesa con le società petrolifere, i benefici finanziari, le ricadute economiche, le ricadute sull'ambiente, l’occupazione nelle aree interessate dalla coltivazione, i cambiamenti della struttura sociale ed economica:

L’abbiamo voluta chiamare provocatoriamente “Petrolio: operazione verità”, perché il settore in Lucania ha troppe zone di ombra partendo da come sono utilizzate le royalties da Regione e Comuni e con quali benefici, dal valore economico assoluto e relativo delle stesse, dai motivi perchè i protocolli di intesa siano praticamente disattesi. L’obiettivo è di portare a conoscenza della pubblica opinione, attraverso l’attività istituzionale, il fenomeno ‘Petrolio’ nelle sue varie letture e angolazioni

Nucleare, General Electric: "Delusi dall'Italia"

Nucleare, General Electric: "Delusi dall'Italia"

Che la torta neonucleare italiana faccia gola a tutti è noto e comprensibile. Dopo gli approcci diplomatici di Westinghouse delle settimane scorse, questa volta registriamo quello un po' più aggressivo del tandem nucleare General Electric-Hitachi.

In una intervista al giornale di settore Quotidiano Energia, dal significativo titolo "Nucleare Italia: GE-Hitachi, siamo delusi", Danny Roderick, vicepresidente del settore Progetti nucleari di Ge-Hitachi ha sponsorizzato il proprio prodotto mettendo in evidenza i limiti della soluzione "di stato" dell'Epr francese targato Edf-Areva.

L'intervista non è possibile leggerla, Quotidiano Energia è un giornale on line a pagamento (costa pure parecchio...), ma alcuni stralci sono stati riportati da NuclearNews. E sono molto interessanti.

Roderick, in pratica, tenta di piazzare il proprio Esbwr (Economic Simplified Boiling Water Reactor) che avrebbe tra i suoi pregi, guarda caso, proprio tutti i punti dove l'Epr difetta:

Auto a metano contro ibrida: quale è più ecologica?

Auto a metano contro ibrida: quale Ã�¨ piÃ�¹ ecologica?Avete intenzione di acquistare una auto ibrida per ridurre le vostre emissioni di CO2 e rispettare l'ambiente? Non è detto che sia la soluzione ideale.

O almeno così la pensa l'Osservatorio Metanauto che ha commissionato uno studio all'Emap (ente parlamentare svizzero di ricerca scientifica e tecnologica) per mettere a confronto le emissioni di CO2 delle auto a metano e di quelle ibride.

Il risultato è che vince, anche se di poco, il metano. Sia che nell'extraurbano che in autostrada. Le emissioni sono state, però, calcolate in un modo diverso dal solito: in grammi di CO2 per KWh, cioè hanno misurato, durante la percorrenza dell'auto, quanta anidride carbonica emetteva il mezzo per ogni unità di potenza erogata dal motore.

Il risultato è di 0,9 grammi per i veicoli ibridi e 0,8 per quelli a metano nell'extraurbano. Che scendono, rispettivamente, a 0,8 grammi e 0,6 in autostrada. Il metano, quindi, a detta di chi lo vende è più ecologico.

Un solo dubbio: la strana unità di misura. Come mai non è stato usato il più classico rapporto tra emissioni e chilometri percorsi? Perchè, in sostanza, non parliamo di tot g/km? Il dubbio, infatti, è che i numeri nascondano il trucco: non è che l'ibrido, con la sua coppia decisamente maggiore, alla fine a parità di Km la vince?

Una cosa è parlare di potenza al motore, una cosa alla ruota. Ma per fare strada, oltre al motore, servono anche le ruote. Tanto è vero che le auto diesel, proprio grazie alla alta coppia ai bassi giri, consumano molto meno di quelle a benzina a parità di potenza erogata.

Via | Vega
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Dissesto idrogeologico: a Scaletta i soldi dell'alluvione usati per pagare le divise della municipale

Dissesto idrogeologico: a Scaletta i soldi dell\'alluvione usati per pagare le divise della municipale


A quanto pare neanche il disastro riesce a cambiare la convinzione di alcuni amministratori che il dissesto idrogeologico sia un problema su cui bisogna intervenire subito e bene. Dopo la sconvolgente notizia che a Scaletta Zanclea, il paesino del messinese semidistrutto dall'alluvione esattamente un anno fa, le prime cure erano anche peggiori del male, ora ne arriva un'altra forse ancora più assurda.

Parte dei fondi ricevuti dal Comune per le opere di messa in sicurezza dei costoni che si sono sbriciolati a causa della bomba d'acqua sono stati utilizzati per pagare le divise della Polizia Municipale, per lo scuolabus e per la relativa manutenzione.

La Procura di Messina, saggiamente, ha deciso di indagare e ha aperto un fascicolo. Secondo quanto riporta La Sicilia, però, ci sarebbe ben poco da indagare visto che la decisione di dirottare i fondi sarebbe passata dal Consiglio Comunale.

Non solo il sindaco, quindi, ma anche molti dei consiglieri tra i favorevoli a questo tipo di utilizzo del denaro ricevuto dallo stato per un fine tanto importante quanto urgente. Sarebbero, invece, cinque i consiglieri che non hanno votato la delibera con la quale si utilizzavano quei soldi per le divise e lo scuolabus.

Una sorta di "delibera ponte" che prevedeva di prendere i soldi dal conto corrente dell'alluvione per poi "restituirli" in fase di approvazione del bilancio di previsione 2010. Cose che nei Comuni si fanno ogni giorno e che di solito non scandalizzano più di tanto.

Basta che i soldi, nel bilancio, alla fine ritornano al loro posto. Cosa che, però, a Scaletta non sarebbe successo: le divise dei vigili urbani le hanno prese, ma i soldi per l'alluvione non li hanno reintegrati.

Via | La Sicilia
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Maxi sequestro di concentrato di pomodoro cinese taroccato

Maxi sequestro di concentrato di pomodoro cinese taroccato

L'agricoltura italiana sempre più taroccata: dopo il maxi sequestro di finti limoni biologici nel siracusano di pochi giorni fa, questa volta è toccato al pomodoro: i militari del Nucleo Antifrodi dei Carabinieri (Nac) di Salerno hanno scoperto e sequestrato ad Angri ben 4.607 quintali di doppio concentrato di pomodoro made in China etichettato come italiano. Un quantitativo enorme, dal valore di circa 400 mila euro.

Come nel caso dei limoni, la contraffazione avviene in uno dei luoghi di produzione più importanti d'Italia. Probabilmente per rendere la frode più credibile. Ciò, però, non fa altro che screditare l'agricoltura del nostro paese e mettere a rischio la salute dei consumatori. Comprensibile, per questo, il plauso del ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan ai Carabinieri:

Mi congratulo con i carabinieri del ministero delle Politiche agricole del nucleo antifrodi di Salerno, che hanno sequestrato migliaia di quintali di passata di pomodoro etichettati illegalmente come prodotto italiano e che in realtà era cinese. Quella dei controlli è una sfida che non intendiamo perdere, e anzi continueremo a tenere alta l'attenzione, senza nessuno sconto per coloro che attentano alla trasparenza e alla legalità, uniche garanzie necessarie per la valorizzazione e la tutela della qualità dei prodotti made in Italy

La Lega Nord contro la sperimentazione dei cosmetici sugli animali

La Lega Nord contro la sperimentazione dei cosmetici sugli animaliI deputati leghisti al Parlamento Europeo voteranno contro ogni tipo di ulteriore deroga al divieto di utilizzare gli animali negli esperimenti dell'industria cosmetica. Lo ha affermato l'onorevole della Lega Nord Oreste Rossi all'agenzia animalista GeaPress, che ne da notizia oggi.

La "dichiarazione di voto" della Lega, in realtà, è abbastanza precoce: l'attuale deroga scade, infatti, a marzo del 2013. Dopo si vedrà, in base ai voti. Oreste Rossi, però, rilascia dichiarazioni che non lasciano prevedere ripensamenti:

Non si può accettare che per questo tipo di prodotti, dei quali se ne può fare decisamente a meno, vengano utilizzati gli animali. L’opposizione al Parlamento Europeo ad ogni ulteriore deroga è di tutti i deputati della Lega Nord

Cina e Usa ai ferri corti per i sussidi alle rinnovabili

Cina e Usa ai ferri corti per i sussidi alle rinnovabili

Scambio di accuse tra Cina e Stati Uniti sugli aiuti pubblici all'industria delle rinnovabili. Tutto inizia ai primi di settembre, con una petizione lanciata dal sindacato statunitense United Steelworkers per chiedere che gli aiuti statali cinesi venissero riconosciuti come lesivi della concorrenza internazionale.

Le convinzioni dei lavoratori americani dipendevano essenzialmente da cinque fattori. Il primo ha a che fare con le materie prime necessarie all'industria dell'energia pulita: la Cina produce il 90% di queste materie prime e ostacolerebbe le aziende straniere che vogliono acquistarle. Il secondo ha a che fare con tecnologie e brevetti: secondo il sindacato in Cina si lavora solo in JV con le aziende locali alle quali si deve cedere l'utilizzo dei brevetti.

Il terzo fattore deriva dal fatto che almeno l'80% dei materiali utilizzati negli impianti eolici prodotti in Cina deve essere, a sua volta, prodotto in Cina. Il quarto ha a che fare con i sussidi cinesi all'industria delle rinnovabili che, a detta di United Steelworkers, sono pari a cinque volte i sussidi elargiti dal governo americano. Il quinto, infine, driva dal quarto: con tutti questi contributi pubblici l'industria cinese delle rinnovabili sta soppiantando senza pietà quella europea e statunitense.

Enel Green Power sbarca in Borsa, con la benedizione dell'Economist

Enel Green Power sbarca in Borsa, con la benedizione dell\'Economist


E' iniziata la gigantesca raccolta di fondi di Enel che ha lanciato l'offerta pubblica di acquisto per Enel Green Power (Egp), cioè la sua controllata specializzata in energie rinnovabili. Gigantesca perché la stessa Enel ammette di aspettarsi una forchetta di prezzo compresa tra i 9 miliardi di euro e i 10,5 miliardi.

Numeri impegnativi, ma a quanto pare tutt'altro che irraggiungibili visto che Egp ha già ricevuto la benedizione dell'Economist che ha messo a confronto la capacità produttiva dei big europei arrivando a stabilire che Egp è molto appetibile rispetto ai suoi concorrenti.

Enel Green Power, infatti, avendo una grossa produzione idroelettrica non avrà incassi strettamente vincolati agli incentivi. Non che la produzione idroelettrica non sia incentivata, ovviamente: solo che non soffre degli sbalzi d'umore del meteo come l'eolico o il fotovoltaico.

Ne deriva un "load factor", cioè una possibilità di utilizzare realmente la capacità produttiva, molto alto rispetto ad altri concorrenti europei. Esempio dell'Economist:

Nel 2009 Enel Grenn Power ha prodotto, con i suoi 5,7 GW di capacità istallata, quasi la stessa elettricit di Iberdola che ha una capacità di 10.8 GW, ma quasi tutto eolico

Eolico che, ammette però lo stesso Economist, è in ogni caso nei piani di Egp. Il settimanale inglese, invece, non vede molto di buon occhio l'accordo tra Enel, St Microelctronics e Sharp per la costruzione di una fabbrica di pannelli fotovoltaici a Catania.

Un progetto definito dall'Economist "intriguing ambitions": affascinante ma inusuale per una utility dell'energia elettrica.

Via | The Economist
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

In Cina 1 milione di auto elettriche l'anno entro il 2020

In Cina 1 milione di auto elettriche nel 2020Il ministro cinese per la Scienza e la Tecnologia Wan Gang, quello che ha appena stretto un accordo con l'omologa italiana Stefania Prestigiacomo, ha annunciato che il gigante asiatico produrrà entro il 2020 un milione di auto completamente elettriche l'anno.

Wan Gang ha anche aggiunto che, essendo ormai la Cina il maggior mercato dell'auto nel mondo, lo sviluppo della mobilità sostenibile avrà un ruolo chiave. Attualmente in Cina si vendono circa 9 milioni di automobili ogni anno, quindi il traguardo del milione di veicoli elettrici non è affatto indifferente.

Da questo punto di vista va notato lo sforzo complessivo del governo cinese che, seppur in un numero limitato di grandi città pilota, mette a disposizione un incentivo da 60.000 yuan (oltre 6.000 euro) per l'acquisto di auto completamente elettriche.

Le città in questione sono: Shanghai, Changchun, Shenzhen, Hangzhou e Hefei. Il resto della Cina sta a guardare ma, tutto sommato, l'impatto che può avere la produzione di un milione di auto elettriche ogni anno sul mercato globale e sull'industria dell'auto (e soprattutto delle batterie elettriche) si sentirà assai probabilmente anche nel vecchio continente e negli Stati Uniti.

Via | Xinhuan News
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Fotovoltaico a Cutrofiano: risponde Edoardo Zanchini, responsabile scientifico di Legambiente

Fotovoltaico a Cutrofiano: risponde Edoardo Zanchini, responsabile scientifico di LegambienteCosa risponde Legambiente alle accuse di Italia Nostra e Forum Ambiente e Salute sul progetto del parco fotovoltaico di Cutrofiano, in provincia di Lecce? Che non c'è nessuno scandalo e che AzzeroCO2 vuole dimostrare che è possibile far convivere agricoltura e rinnovabili. I dettagli ce li spiega Edoardo Zanchini, responsabile scientifico di Legambiente, che ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Italia Nostra e altre associazioni locali parlano di "scandalo nazionale" e di "Legambiente coinvolta nel business del fotovoltaico tramite Azzero CO2". Può spiegarci esattamente cosa è AzzeroCO2 e in che modo Legambiente vi partecipa?

Scandaloso e' che Italia Nostra, che ha una gloriosa tradizione di tutela del paesaggio italiano che risale agli anni '60, sia oggi diventata un comitato che fa della lotta contro gli impianti eolici, solari a biomasse la propria ragione di esistenza. Legambiente rivendica il suo essere una associazione ambientalista che si batte per un cambiamento nel modello energetico che passa per l'efficienza e per la spinta alle rinnovabili. Senza paura di dover prendere anche posizioni "scomode" quando e' piu' facile dire no a tutto. Anche per questo abbiamo promosso, insieme al Kyoto Club e ad Ambiente Italia, una societa' che si chiama AzzeroCO2 che realizza interventi innovativi in campo energetico

Legambiente dietro il fotovoltaico a Cutrofiano. Scandalo nazionale o bufala?

Legambiente dietro il fotovoltaico a Cutrofiano. Scandalo nazionale o bufala?Un paio di giorni fa è arrivata una mail dall'oggetto abbastanza forte: "RICHIESTA URGENTE: Un caso nazionale! Legambiente coinvolta in prima linea nel business del fotovoltaico ubicato nei campi che sta devastando il Salento!"

Il riferimento è al parco fotovoltaico che la società AzzeroCO2 ha intenzione di costruire nelle campagne di Cutrofiano, in provincia di Lecce: un impianto da circa 25 ettari per 5 MW di potenza con inseguitori solari fotovoltaici. I mittenti della mail, con annesso comunicato stampa di fuoco, sono il Forum Ambiente e Salute (associazione pugliese molto attiva contro il fotovoltaico a terra) e Italia Nostra. Si tratta, quindi, di uno scontro tra ambientalisti.

Forum Ambiente e Salute e Italia Nostra usano toni durissimi nei confronti di Legambiente:

Una notizia ha scosso i cittadini e sta facendo il giro dell'Italia intera: l'associazione nazionale Legambiente, con la sua ESCO (Società di Servizi) Azzero CO2, sta promuovendo la realizzazione di un mega impianto fotovoltaico su suolo agricolo di ben 26 ettari in una bellissima zona agricola del Salento, a grave danno dell’ambiente e del locale paesaggio! La notizia era già circolata da alcuni mesi, Italia Nostra era stata tra le prime associazioni a diffondere l’allarme, ma fino a ieri nessuna conferma ufficiale. Ieri sera invece, durante una riunione del comitato locale Forum Amici del Territorio di Cutrofiano, la sconcertante conferma: sono stati gli stessi referenti dell’associazione Legambiente del locale circolo, insieme ad alcuni membri del direttivo nazionale appositamente intervenuti, a chiedere di illustrare il loro progetto in quella sede

Prezzi energia elettrica: non è che qualcuno bara?

Prezzi energia elettrica: non �¨ che qualcuno bara?



In Italia l'energia elettrica costa troppo? Sono in molti, moltissimi, a pensarlo e facendo paragoni con i vicini di casa europei spesso si nota che è anche vero. Come mai?

Su questo, invece, non sono tutti d'accordo: perché non abbiamo il nucleare, dice Tizio. Perché dobbiamo pagare un salasso di conto energia per le rinnovabili, dice Caio. Perché abbiamo infrastrutture elettriche da terzo mondo e quasi il 20% dell'energia che gira in Italia si spreca nei cavi elettrici, dice Sempronio.

Poi arriva uno e dice: perché qualcuno fa il furbetto. Senza neanche nascondersi nel quartierino, ci sarebbe da aggiungere. "Uno", in realtà, non è "uno qualunque": è l'Antitrust che ha appena diramato una nota con la quale comunica di aver iniziato un accertamento nei confronti di due società del gruppo svizzero EGL (EGL Italia e Calenia Energia), due società del gruppo svizzero Repower (Repower Italia e SET) e Tirreno Power (controllata da EblAcea e Energia Italiana) per una possibile "intesa restrittiva della concorrenza sui mercati dei servizi di dispacciamento acquistati dalla società Terna".

Petrolio Off Shore: niente moratoria dalla Ue

Petrolio Off Shore: niente moratoria dalla UeNiente moratoria europea per le estrazioni in mare di petrolio e gas: lo ha annunciato ieri il Commissario europeo all'Energia Günther Oettinger nel corso di una conferenza stampa.

L'effetto marea nera sulla prudenza europea, quindi, inizia già a sgonfiarsi e l'Unione si limiterà a proporre leggi più rigide in tema di petrolio off shore. E neanche subito, come spiega lo stesso Oettinger:

Speriamo di essere pronti a presentare le nostre proposte entro la primavera dell'anno prossimo

Le parole del Commissario europeo sono una doccia fredda per gli ambientalisti che, in seguito alla recente presa di posizione della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, speravano nella moratoria.

La Commissione parlamentare, infatti, aveva chiesto lo stop alle trivellazioni in attesa che si definissero norme più efficaci per la tutela dell'ambiente e della sicurezza delle piattaforme e degli altri impianti di estrazione di petrolio e gas naturale.

Ultima speranza in questo senso, a dire il vero assai flebile, deriva dal fatto che l'Ue lascerà liberi gli stati membri di mettere in atto, ognuno per sé e solo se lo vuole, uno stop alle trivellazioni in mare. Altrettanto utopistica sembra la possibilità che la Commissione Europea possa chiedere alle multinazionali dell'energia con sede legale in Europa di applicare i nuovi standard ambientali per le perforazioni in altre parti del mondo.

Via | Affari Italiani
Foto | Ue
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Trapani: infilzata a un cancello la cagna del quartiere. Muore dissanguata

Trapani: infilzata a un cancello la cagna del quartiere. Muore dissanguataVergognoso gesto criminale a Trapani: "Luna", una cagna randagia di 6 anni, è stata trovata infilzata in un cancello, morta dissanguata.

Il cadavere del cane è stato ritrovato dagli abitanti della zona che conoscevano l'animale molto bene. Luna, infatti, era il classico "cane del quartiere" senza padrone e con mille amici che gli davano da mangiare e qualche carezza.

Tant'è che, pur essendo randagio, aveva un nome ed era in ottima salute. La barbara uccisione del cane, eseguita da ignoti, è per questo ancora più grave: non si trattava, infatti, di un animale pericoloso che aveva dato in passato problemi. Pura crudeltà contro un cane ben voluto.

Il corpo della sfortunatissima Luna è stato preso in consegna dai veterinari dell'Asp trapanese mentre la Polizia Municipale sta cercando di capire chi possa aver compiuto un gesto tanto crudele quanto inutile e ingiustificabile.

Via | Sicilia Informazioni
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Eolico per pagare le maestre? La storia di Castelguidone in provincia di Chieti

L\'eolico per pagare le maestre? La storia di Castelguidone in provincia di ChietiSul sito Via dal Vento, spazio web della lobby italiana anti-eolico (che in gran parte coincide con quella pro-nucleare), si riporta una notizia molto interessante: a Castelguidone, in provincia di Chieti, il sindaco spinge per la costruzione di un parco eolico da dieci torri per 20 MW totali in modo da poter pagare con le compensazioni ambientali, tra le altre cose, anche una ulteriore maestra da inserire nell'organico della scuola comunale.

Google investe ancora nell'eolico: 200 milioni di dollari per l'Atlantic Wind Connection

Google investe ancora nell\'eolico: 200 milioni di dollari per l\'Atlantic Wind ConnectionChe a Google piacesse l'energia eolica già si sapeva, ed è confermato dall'investimento da 39 milioni di dollari per un parco eolico in Nord Dakota. Questa volta, però il gigante del web si è voluto superare: 200 milioni di dollari per un progetto da ben 6.000 MW.

Numeri da brivido per un parco completamente off shore al largo delle coste del New Jersey e della Virginia, per un totale di 563 chilometri. Il costo totale dell'impianto sarà di 5 miliardi di dollari e gli iniziali 200 milioni messi da Google andranno a far parte del miliardo e ottocento milioni necessari per costruire la prima tranche del progetto.

A detta di Rick Needham, direttore del settore green economy di Google, i 6.000 MW sono tantissimi sia in assoluto che in relazione alle attuali capacità produttive eoliche installate ogni anno negli Stati Uniti:

Cio' equivale al 60% della potenza eolica istallata a livello nazionale lo scorso anno, ed e' sufficiente per garantire il fabbisogno di circa 1,9 milioni di famiglie

L'azienda, in realtà, ha un occhio di riguardo all'ambiente anche al di fuori dell'eolico: recente, infatti, il premio da 150mila dollari assegnato agli inventori della funicolare a pedali.

Via | Affari Italiani
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Compost Val Dittaino, provocazione Italia dei Valori: "I rifiuti li raccogliamo noi gratis"

Compost Val Dittaino, provocazione Italia dei Valori: \"I rifiuti li raccogliamo noi gratis\"


Domenico Scilipoti, deputato siciliano di Idv, prende al balzo la polemica sulla mega discarica-impianto di compostaggio (a seconda che si ascolti chi la critica o chi l'ha progettata) che l'imprenditore Giuseppe Catanzaro avrebbe voluto costruire nella Valle del Dittaino, in provincia di Enna. E lo fa aggiungendo una provocazione: dateci modo di farlo, e i rifiuti li raccogliamo noi gratis.

Con ordine. Scilipoti parte da una considerazione di tipo generale: i rifiuti, se ben gestiti, possono portare più ricchezza che problemi:

Tantissima rabbia emerge dai dialoghi con i cittadini quando si parla di rifiuti e discariche. La gente vuole essere ascoltata, perché si sente presa in giro. E i sindaci di tanti Comuni d’Italia dicono alla gente di tenersi i rifiuti in casa. Ma dovrebbero avere più immaginazione e spirito d’iniziativa perché i rifiuti, utilizzati in modo corretto, sono risorse

Giustissimo, ma specifica:

E’ fresco lo scontro tra il Ministro dell’Ambiente e il Presidente della Regione Sicilia inerente la costruzione di una megadiscarica in provincia di Enna. La Sicilia è ancora territorio vergine. E la megadiscarica è il deposito di una montagna di rifiuti che non diventano risorse

Squillo "imboscate" in Abruzzo. Soluzione: si taglia il bosco!

Squillo \"imboscate\" in Abruzzo. Soluzione: si taglia il bosco!Quando si dice "tagliare il problema alla radice"...

Questa è veramente geniale, anzi di più: assurda. In Abruzzo, lungo il fiume Tronto, hanno un problema: troppe prostitute che si appostano e appartano nei boschi con i clienti, creando qualche problema di ordine pubblico. Le istituzioni, a questo punto, sono state costrette a prendere provvedimenti per risolvere la questione.

La soluzione scelta, però, probabilmente non è la migliore: abbattere il bosco dove si "annidano" le maligne prostitute con i loro morbosi clienti. Un bosco mica piccolo, tra l'altro: una trentina di ettari pronti ad essere rasi al suolo dalle ruspe per togliere di mezzo la prostituzione.

Ecco, allora, che qualcuno si accorge che se il fine è anche condivisibile, il mezzo lo è molto meno: Lipu, Wwf e Pro-Natura scrivono alle istituzioni di cui sopra invitandole a trovare soluzioni alternative al disboscamento:

Uova di gallina bio e di allevamento: sono proprio uguali?

Uova di gallina bio e di allevamento: sono proprio uguali?Da un nostro lettore, Andrea Mangoni, proviene una segnalazione interessante: secondo l'Unione nazionale avicoltura (Una), il valore nutrizionale delle uova di galline allevate in gabbia sarebbe identico, a parità di alimentazione, a quello delle uova di galline allevate all'aperto.

A questa conclusione l'Una è arrivata per smentire la campagna di sensibilizzazione portata avanti dalla Lav in favore del consumo di uova prodotte da galline allevate all'aperto, con metodi naturali e biologici. Il presidente dell'associazione di categoria, Aldo Muraro, per dimostrare che le due uova sono perfettamente identiche, ha messo insieme le risultanze di diversi studi scientifici.

Il nostro lettore, però, fa notare che le affermazioni di Muraro celano un trucco:

Limoni argentini trattati spacciati per siciliani "bio": i Nas ne sequestrano 150 tonnellate a Siracusa

Limoni argentini trattati spacciati per siciliani \"bio\": i Nas ne sequestrano 150 tonnellate a SiracusaTrasformavano limoni importati dall'Argentina e trattati chimicamente in pregiati limoni siciliani biologici. Tutto questo nel modo più antico e semplice del mondo: lavandoli e cambiandone il contenitore. La truffa è stata scoperta dai Carabinieri di Cassibile e dal Nas di Ragusa che hanno messo sott'occhio un magazzino di trasformazione agroalimentare dopo aver notato movimenti sospetti.


Perché vedere file di camion che scaricano casse di limoni importati in una terra, come la Sicilia, dove i limoni locali di certo non mancano, non poteva non dare nell'occhio. I Carabinieri, per questo, si sono appostati in attesa dell'arrivo della merce sospetta e, arrivati i camion, sono entrati dal retro beccando i truffatori con le mani nel sacco. O meglio, nella cassetta.

I limoni argentini venivano tolti dalle confezioni originali, sulle quali era chiaramente scritto in spagnolo che non erano biologici e men che meno siciliani, e lavati e confezionati in cassette indicanti l'origine siciliana e l'assoluta mancanza di trattamenti chimici. Una truffa alimentare bella e buona e che doveva rendere parecchio.

I militari, infatti, hanno sequestrato circa 150 tonnellate di limoni taroccati conservati nelle celle frigorifere del magazzino, per un valore stimato di oltre 300.000 euro.

Via | Siracusa News
Foto | Flickr
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Val Dittaino, parla l'imprenditore: "Non è una discarica ma un impianto industriale"

Val Dittaino, parla l\'imprenditore: \"Non Ã�¨ una discarica ma un impianto industriale\"Nessuna discarica, nessun inquinamento, nessuno stravolgimento della Valle del Dittaino. Sul progetto di Giuseppe Catanzaro di costruire un impianto di trattamento dei rifiuti nel comune di Assoro, in provincia di Enna, lo stesso imprenditore risponde alle nostre domande. E descrive una piattaforma dei rifiuti molto diversa dalla discarica che è stata descritta dai suoi colleghi di Confindustria Enna. Si tratta, in buona sostanza, di un impianto di compostaggio con recupero del biogas.

La prima domanda è sulla sua decisione di abbandonare il progetto: è vero che avete deciso di non farlo più?

Si lo abbiamo fatto irreversibilmente ed in via unilaterale lo scorso venerdì 7 ottobre. La domanda che lei mi formula mi dà l’opportunità di ringraziare diversi rappresentanti delle Istituzioni, di Associazioni e semplici Cittadini dell’Ennese che hanno chiesto di rivedere la ns. posizione. Più Sindaci ci hanno contattato per ospitare nel loro territorio l’impianto. Approfitto della sua intervista per ringraziare gli Amministratori di Assoro con i quali dal 2007 fino a pochi giorni fa ci siamo confrontati

Ma non solo con gli amministratori del Comune di Assoro...

Per il rilascio dell'autorizzazione sono intervenuti 16 Pareri di altrettanti Enti pubblici che hanno rilasciato i pareri di merito durante le diverse conferenze di servizi . Il progetto è stato pubblicato sul quotidiano di Sicilia il 3 luglio 2009 ed è stato depositato in 9 enti pubblici ricadenti nelle Città di Assoro, Enna e Palermo. C’è da chiedersi perché nessuno ha fatto ricorso al Giudice salvo organizzare la pressione mediatica

Enna, Val Dittaino: la discarica nei campi di grano Dop

Enna, Val Dittaino: la discarica nei campi di grano Dop

Nella Sicilia che organizza l'emergenza rifiuti e che ha un presidente che prima fa un piano rifiuti e poi si fa nominare Commissario straordinario per stracciarlo e farne un altro, accade anche che qualcuno faccia tre anni di burocrazia silenziosa per ottenere 16 autorizzazioni per una "piattaforma di trattamento dei rifiuti" e poi, ottenute tutte le carte, ritiri il progetto per le proteste.

La storia: Giuseppe Catanzaro, presidente di Confindustria Agrigento e di Confindustria Energia Sicilia, presenta nel 2007 un progetto da 50 milioni di euro per un impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi che comprende una vasca da un milione e centomila tonnellate di immondizia. La sede scelta dall'imprenditore è la Valle del Dittaino, agro di Assoro in provincia di Enna, che ospita una vasta produzione di grano Dop dal quale si produce il famoso pane Dittaino.

Un prodotto che vanta numerosi riconoscimenti e, soprattutto, una vasta gamma commerciale: dal "pane buono di una volta" venduto nella bottega-gioielleria al pre-affettato confezionato venduto nei supermercati. Un pane saporito, crosta scura e mollica con le "bolle" fitte fitte.

Del progetto di Catanzaro non se ne sa assolutamente nulla fino a pochi giorni fa quando scoppia la protesta. Una protesta stranissima perché proviene dai colleghi dell'imprenditore: Confindustria Enna. Gli industriali ennesi, infatti, temono che l'arrivo dell'impianto spazzi via il grano, il pane dei fornai e il pane delle famiglie della zona.

Scontro tra cargo a nord della Francia: 6.000 tonnellate di combustibile potrebbero finire in mare



Il mare a nord della Francia è a rischio disastro ecologico: la YM Uranus, una nave cargo lunga circa 120 metri e battente bandiera maltese, si è scontrata con la Hanjin Rizhao, un colosso 25 volte più grande e battente bandiera di Panama. A bordo della Uranus ci sono circa 6.000 tonnellate di pygas, un combustibile altamente inquinante che potrebbe riversarsi in mare.

L'equipaggio della Uranun, 13 persone, è stato tratto in salvo da un elicottero giunto sul punto della collisione che è a circa 100 chilometri dalla costa della regione francese di Finistere. Lo scontro tra la piccola Uranus e la gigantesca Hanjin Rizhao ha danneggiato pesantemente lo scafo della prima che, partita da Porto Marghera, era diretta a Rotterdam, in Olanda (porto dove è stato girato il video che vedete e che raffigura proprio la Uranus).

Le autorità francesi, salvati i tredici marinai, stanno ora lavorando per evitare la fuoriuscita del pygas.

Via | Sky News, Ecquo
Video | YouTube
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Stati Uniti: nei primi sei mesi dell'anno le rinnovabili hanno prodotto la stessa energia del nucleare

Stati Uniti: nei primi sei mesi dell\'anno le rinnovabili hanno prodotto la stessa energia del nucleare


Secondo gli ultimi dati dell'Energy Information Administration, ente americano che dipende dal Dipartimento dell'Energia (Doe), nei primi sei mesi del 2010 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata praticamente pari a quella da fonte nucleare. Il Monthly Energy Review, infatti, fotografa la produzione di energia mese per mese e per semestri e, nel suo ultimo bollettino, conferma la crescita delle rinnovabili a fronte di una stasi del nucleare.

Le rinnovabili, nel complesso, hanno prodotto in questi sei mesi 4.106 miliardi di Btu (British Thermal Unit, unità di misura utilizzata per l'energia nel Regno Unito e negli Stati Uniti) mentre il nucleare ha prodotto 4.129 miliardi di Btu.

Tra le energie verdi il grosso della produzione (2.065 miliardi di Btu) proviene dalla biomassa (rifiuti compresi, circa 200 miliardi di Btu) e dall'idroelettrico (1.337). Segue l'eolico (448), il geotermico (186) e il fotovoltaico (54).

Interessanti, come accennato, i trend di crescita negli ultimi anni: nucleare praticamente fermo come le fonti fossili (che restano, comunque, lo zoccolo duro della produzione elettrica americana) mentre tra le rinnovabili cresce abbastanza lentamente il fotovoltaico e molto più rapidamente l'eolico. La biomassa cresce più veloce di tutti grazie alla legna e ai biocombustibili.

Tutti i dati si possono leggere nel rapporto Monthly Energy Review.

Via | Eia-Doe
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

Italia e Cina insieme per i veicolo elettrici ed ibridi. In Cina, ovviamente...

Italia e Cina insieme per i veicolo elettrici ed ibridi. In Cina, ovviamente...Stefania Prestigiacomo, ministro italiano dell'Ambiente, e Wan Gang, ministro cinese della Scienza e della Tecnologia della Repubblica Cinese, hanno firmato un Mou. Per chi non ne mastica di sigle diplomatiche: un Memorandum of understanding, un protocollo di intesa. Oggetto del Mou è l'ambiente, in particolare la mobilità sostenibile e le auto elettriche ed ibride.

Buone notizie per l'Italia? Sì, per il portafogli: la collaborazione, infatti, nasce per "aiutare" il governo cinese a portare avanti il proprio programma di mobilità elettrica. Come spiega la nota del Ministero dell'Ambiente:


Il Governo cinese ha infatti chiesto la collaborazione del Ministero dell’Ambiente Italiano per l’attuazione del programma “Mille auto elettriche/ibride in 10 città” lanciato dal ministro Wan Gang nel 2009. Il progetto potrà avere interessanti ricadute per le imprese italiane presenti in Cina in settori come l’elettronica, delle batterie, della componentistica

Tra le aziende italiane che beneficeranno del protocollo di intesa chi c'è? Ovviamente la Fiat, l'unico big europeo dell'automotive che non ha uno straccio di prodotto (e probabilmente neanche di progetto realizzabile a breve) elettrico o ibrido:

Il programma si inserisce in un momento di grande dinamismo anche dei rapporti fra le aziende private dei due paesi in questo settore, segnato in particolare dalla nascita di una joint venture fra Fiat e un’azienda cinese per la costruzione di automobili in Cina. Il Ministero dell’Ambiente punta, anche attraverso questo accordo con il gigante economico orientale, ad incrementare la presenza e la tecnologia a disposizione del nostro paese in un settore strategico per il futuro sostenibile soprattutto delle aree urbane

Italia e Cina, quindi, si impegnano a dare un futuro sostenibile a Lapo Elkann e automobili meno inquinanti ai cinesi. Nel frattempo, chi vuole acquistare in Italia un'auto elettrica o ibrida può sempre rivolgersi alla concorrenza estera. Ovviamente senza incentivi statali.

Ma, d'altronde, cosa ci si può aspettare da un ministro dell'Ambiente che per parlare di auto elettriche convoca i petrolieri e non le associazioni ambientaliste?

Via | Ministero dell'Ambiente
Questo post l'ho scritto per Ecoblog

CC - alcuni diritti riservati

Creative Commons License
Cip6 by Cip6 is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia License.
Based on a work at cip6.blogspot.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at http://cip6.blogspot.com.

Cip6 non è una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità prestabilita.
Non puo' per questo considerarsi un "prodotto editoriale" ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

Tutti i diritti sui video caricati o linkati sono dell'autore dei video stessi
Per la realizzazione di questo blog vengono utilizzati anche materiali multimediali reperiti su Internet. Qualora alcuni di questi materiali fossero protetti da diritti d'autore il legittimo proprietario di tali diritti può mettersi in contatto con l'autore che provvederà a rimuoverli.

On line dal 3 novembre 2009
Prime 1000 visite il 26 novembre 2009