Nucleare, ricerca Enel-Ambrosetti: anche i nuclearisti ne ammettono gli errori

Nucleare, ricerca Enel-Ambrosetti: anche i nuclearisti ne ammettono gli erroriQuesto è un post su un altro post. Un esercizio che di solito io non pratico molto poichè difficilmente è interessante per i lettori, ma questa volta credo sia utile farlo.

Il post al quale faccio riferimento è apparso oggi sul blog Inchiesta Nucleare, del collega di Repubblica Luca Iezzi, autore del libro "Energia nucleare? Sì grazie". In realtà, però, si tratta di due post sullo stesso argomento: la recente ricerca Ambrosetti, commissionata da Enel ed Edf, su quanto è bello, sicuro ed economicamente conveniente il nucleare.

I due post, "Political Version" e "Technical Version", a qualche giorno dall'uscita della ricerca non fanno altro che rivelare ulteriori "errori" della ricerca, oltre a quelli che ho già messo in evidenza:

Ambizione. Non so se la molla sia stata dover rispettare i numeri già annunciati dal governo (25% di produzione elettrica da nucleare), oppure ottenere una cifra di risparmi cumulati particolarmente alta, ma l'ipotesi di 100 twh da nucleare entro il 2030 è particolarmente irrealistica. Lo scenario di 8 reattori Epr (o 10-12 se nel pacchetto mettiamo degli Ap 1000) perde di credibilità man mano che né i cinesi, né i francesi riescono a tenere il ritmo di costruzione dei reattori di terza generazione promessi.
Non è solo una questione di regolazione e capacità ingegneristiche (e ci sono superiori in entrambe), ma anche di colli di bottiglia nelle forniture altamente specializzate. Se nei prossimi vent'anni arriveranno 40 nuovi reattori nel mondo sarà un record, il 20-25% dovrebbero nascere in Italia?
Poi c'è il problema dei costi. Enel stessa fa fatica ad ammettere davanti agli analisti di essere pronta a mettere sul piatto almeno 10-12 miliardi per quattro reattori Epr in 10-15 anni. Chi potrebbe investirne altri 20-30 sul mercato italiano?


E questo non lo dice Ecoblog, ma un blog nuclearista il cui autore non nasconde la delusione per l'occasione mancata: calare il progetto nucleare nella reatà italiana.

Ora, però, siccome mi piace parlare schietto, mi permetto di definire la ricerca Ambrosetti per quello che secondo me è veramente: un "lavoretto" fatto male, che ha sortito esattamente gli effetti contrari a quelli desiderati.

Problema: ha sortito questi effetti in chi si occupa di nucleare, da Ecoblog a Inchiesta Nucleare con tutte le sfumature in mezzo. Se, però, usciamo da questo ristretto circolo di fanatici che non hanno nulla di meglio da fare che arrovellarsi sulle centrali nucleari da mattina a sera le cose cambiano.

Partendo dalla discussione al bar per finire ai programmi televisivi e radiofonici. Un esempio su tutti: su Radio24, la radio di Confindustria, a "La versione di Oscar" la ricerca Ambrosetti è stata presa da Oscar Giannino come punto di partenza per una intera trasmissione di sponsorizzazione del nucleare.

Perchè, si chiedeva Giannino, dovremmo privarci di un risparmio di oltre 70 miliardi?

Un giornalista economico di tutto rispetto, amato e odiato per carità, che prende in considerazione dei dati palesemente errati sia per gli ecologisti che per i nuclearisti. E ancora non sono arrivati gli spot in tv promessi da Berlusconi...

Via | Inchiesta Nucleare
Foto | Flickr

Questo post l'ho scritto per Ecoblog

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