Termovalorizzatori: decide l'Arra


Sarà l'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque a decidere i criteri per la nuova gara d'appalto dei quattro termovalorizzatori siciliani: Bellolampo (Palermo), Casteltermini (Agrigento), Paternò (Catania) e Augusta (Siracusa).

La Giunta regionale siciliana ha, infatti, deciso di non decidere e di passare la palla ai tecnici dell'Arra, che dovranno ora pelare la patata bollente.

A scaldare i rifiuti siciliani ci pensa l'iter della precedente gara d'appalto, vinta dalla Falk e dalla Waste ma annullata dalla Corte di Giustizia Europea perchè, così sta scritto nella motivazione, “la gara non era stata semplicemente pubblicizzata”. In pratica a Palermo si erano scordati di pubblicarla, oltre che sulla Gazzetta Regionale, anche su quella nazionale e su quella europea. Una gara, secondo l'Europa, tra amici o poco più...

Polemiche su polemiche, alla fine si è trovato un accordo “buono per tutti”: la gara si può rifare, ma chi la vincerà dovrà versare un risarcimento da 200 milioni di euro alle due aziende che avevano vinto la prima.
La Regione sbaglia, il privato paga. E invece no Perchè, come giustamente hanno fatto notare i deputati regionali del Pd (ogni tanto hanno ragione anche loro) la nuova gara andrà deserta: chi sarebbe così folle da partecipare a una gara che, se va bene, ti costa 200 milioni di euro ancora prima di aver posato la prima pietra?

E così, molto probabilmente, dopo la gara deserta ci sarà l'affidamento diretto. Sempre alle prime due aziende, che non dovranno pagare niente a nessuno.

Dramma nel dramma: qualunque cosa si possa dire e pensare dei termovalorizzatori, quelli che verranno costruiti in Sicilia nasceranno vecchi: il progetto risale a inizio secolo.

1 commenti:

Termovalorizzatori. In Sicilia pioggia di no alla nuova gara. « Reverse Information ha detto...

[...] aprioristicamente contro i termovalorizzatori, ma si dichiarano nettamente contrari alla tortuosa procedura individuata dalla Regione Siciliana il maggiore dei sindacati del settore e le tre principali [...]

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